Doctors Love ||Snarry|| Italian translation ||In Corso||

La nota

Mentre superava le case, le finestre sembravano oscurate. Era come se una cortina fosse stata piazzata su tutta la zona. 'Forse sono tutti usciti oggi? Aspetta, se fossero andati dal Signore Oscuro?' Un po' di amarezza si stabilì nel suo stomaco. Aveva cercato di avvertirli il meglio che poteva, ma non poteva esserne certo.  

Mentre Severus arrivava a casa sua, la sensazione cresceva arrivando ad essere insopportabile. La sua presa sulla bacchetta era così stretta che le sue nocche erano diventate bianche. Aprì il cancello e guardò le sue aiuole. Aveva piantato gigli bianchi, che quando al sole avrebbero luccicato, ma adesso erano neri e senza vita. Lunghe erbacce erano cresciute attorno a loro. sembravano letali.

Non appena Severus tolse lo sguardo da loro e guardò alla porta, vide una nota attaccata su di essa con uno dei gigli. Gentilmente lo tolse dalla porta. 

'Per quello che hai fatto, ti porteremo via qualcosa di molto importante'.

Il suo sangue sembrava congelato nelle sue vene. Doveva scrivere subito ad Albus. Una volta che tolse la nota dalla sua porta, la cortina sembrò sollevarsi. L'allegria nelle strade sembrò tornare. Le erbacce attorno ai gigli si trasformarono in alcuni dei loro petali caduti. Ritornarono, inoltre, bianchi e brillanti. Tranne per quello nella sua mano. Quello rimase nero come la notte. 

Quando Severus entrò in casa, si diresse verso la sua piuma, la pergamena e l'inchiostro. Era tempo di scrivere al preside. Severus rifletté un momento come se non sapesse cosa scrivere. Raccogliendo la sua mente iniziò a scrivere freneticamente sul foglio. 

Albus,

No, non mi hai mai detto di scriverti. Ma ho iniziato a tenere un diario delle mie giornate. Capirai che sarà l'unico regalo di natale da parte mia. Apprezzerei se mi dessi una data specifica per il tuo arrivo. 

Ho ricevuto una nota questa mattina. L'ho trovata attaccata alla mia porta. In qualche modo i mangiamorte (senza dubbio) hanno scoperto del mio spionaggio. La nota dice 'Per ciò che hai fatto, ti toglieremo qualcosa di grande importanza per te'.

Non capisco cosa voglia dire. Non riesco a pensare a nulla. Credo che il Signore Oscuro abbia ancora fiducia in me o altrimenti mi avrebbe già ucciso. Non preoccuparti, starò all'erta. Stai lontano da quelle dannate caramelle al limone, Albus. Non fanno bene alla tua salute e non hanno nemmeno un buon gusto. 

S. S.

Severus rilesse la lettera più volte prima di chiamare un gufo. Con una beccatina al dito, il gufo se ne andò verso Hogwarts con la lettera. Severus sperava soltanto che Dumbledore sapesse di cosa parlava la nota perché Severus non ne aveva la minima idea. 

Era perso tra i suoi pensieri quando l'orologio suonò le 11. Pott-Harry sarebbe arrivato per pranzo alle 12. Cosa doveva preparare? Cosa piaceva al ragazzo? Tormentò il suo cervello per ricordare cosa mangiava nella Sala Grande.

Continuò a pensare fin quando notò una cosa. Il ragazzo amava particolarmente i panini con prosciutto e formaggio che servivano con ogni pasto. 'Uhm, abbiamo qualcosa in comune', pensò, visto che i panini erano anche i suoi preferiti.

Con quella decisione, prese la bacchetta e congiurò un piccolo vassoio di panini. Il cibo era pronto, come bevande invece? Si sarebbe dannato se fosse stato succo di zucca. Una piccola ricerca tra i suoi ricordi rivelò che al ragazzo piaceva anche il tè nero. Un'altra cosa in comune con il Maestro di Pozioni. 

Invece di congiurarlo, mise il bollitore sul fornello e mise a bollire l'acqua. Aveva del tempo da perdere. Mentre sedeva in soggiorno, aspettando che l'acqua bollisse, gli sovvenne un pensiero. Cosa sarebbe accaduto se gli fosse tornato in mente il sogno? Non poteva eccitarsi con il ragazzo a lui così vicino. Difficilmente era riuscito a resistere nel pub, per il nome di Merlino. 

Severus pregò tutti gli dei da lui conosciuti di non farlo eccitare (o comunque in modo notabile) con il ragazzo attorno. Aveva appena raccolto le sue forze, quando il bollitore iniziò a fischiare. Non appena aveva sistemato la teiera e le tazze sul vassoio sul tavolo, suonò il campanello, 'Eccoci qua'.