Barbara era seduta sul divano, tutta aggrovigliata, dentro ad un plaid vecchio di ormai 25 anni.
Era della sua cara nonnina.
A fare da contorno, ci fu una fumante pizza capricciosa e una birra.
Sentì il rumore delle chiavi aggirarsi dalla porta d'ingresso, erano le 22:30. Era Fatima, tutta rossa in volto.
"Che succede, Fatima? I vips hanno dato forfait? Ti ha punto una tarantola?"-sbellicó la bionda voltandosi verso di lei.
"Vaffanculo Barbara!"
La donna si dileguó nella sua camera da letto a passo veloce. Non si era nemmeno accorta che si stava scontrando con Andrea che usciva dalla cucina.
"Ehy Fatima, stai attenta! Ho dei bicchieri di vetro in mano, stavi per farli cadere!"
"Vaffanculo pure tu! Andate a fanculo tutti e due!"
Andrea guardò l'amica Barbara sconvolto.
"Ma è impazzita? Che cazzo le avranno dato da bere? Candeggina?"
"Fidati amico mio, quella ha preso un due di picche dal signor Conte!"-smascelló la ragazza.
"Dici?"continuó Andrea aprendo una Becks.
"Ma certo! Non sai che mi chiamano 007 per il mio fiuto infallibile!"
I due amici continuarono la serata ma, la curiosità di sapere cosa fosse successo a Fatima quella serata, era tanta.*****
Dai innumerevoli cartoni e polistiroli, e vari segmenti di legno, Andrea decise di rivoluzionare il suo soggiorno e di andare all'Ikea ad acquistare qualche componente d'arredo. Barbara si prodigó di aiutare l'uomo ad assemblare i vari componenti.
La bionda ispezionó le viti. Era seduta sul pavimento con le gambe incrociate e Andrea, invece, tolse gli imballaggi dalle varie sezioni.
"André, qui c'è scritto B ma queste viti non vanno bene!"-esordì osservando con attenzioni il manuale dell'istruzione.
"Passami il catalogo!"
La donna lanció il libricino. Andrea roteó gli occhi e poi lanció nuovamente il manuale verso di lei.
"C'è scritto D, leggi bene!"
"Scusami Cannizzaro. Posso sbagliare ogni tanto!"-rispose seccata indícandolo con il trapano elettrico.
Non finì la frase e, stranamente, suonó la porta. Si guardarono straniti.
"Chi sarà mai!" si domandò Barbara.
Non ci pensó due volte e si alzò verso la porta blindata implicando qualcosa.
"Chi è che disturba di domenica mattina?"
Appena aprì la porta, vide Antonio visibilmente imbarazzo. Non indossava nemmeno i suoi abiti abituali ma bensì una tuta blu elettrico della Nike.
"Sig... Signor CT, mister Conte!?"
Andrea si affacciò alla porta roteando le pupille.
"Si, chiamalo con tutti i nomi del mondo, entri Antonio e scusami per il disordine, sto sistemando casa!"
Antonio si sentì subito a suo agio e andarono verso in cucina.
Visto l'orario, Andrea decise di fare colazione e offrì ai presenti, il caffè e i pasticcini che Simone aveva acquistato la sera prima. Chiacchierano piacevolemente finché non si andò dritti al punto:Aisha.
Antonio imploró a Barbara e Andrea di proferire dove fosse Aisha, i ragazzi non volevano tradire la fiducia dell'amica ma dopo un pó cedettero e gli dissero che si trovava a Istanbul dai nonni, raccontarono che Aisha e Fatima sono per metà turche per via della mamma. Antonio rimase colpito, conosceva Fatima da due mesi e non gliel'aveva mai detto.
"Hanno le origini troppo umili. Fatima e l'umiltà non vanno a braccetto, ultimamente!"dichiarò prontamente barbara mangiando un bignè al cioccolato. Andrea diede una gomitata all'amica,a volte vorrebbe tagliare la sua lingua.
"Grazie ragazzi, parto subito per la Turchia."
I ragazzi non fecero in tempo dal persuaderlo che lui era già sparito, salutandoli velocemente.
"Cosa vuoi che sia per lui partire così, di punto in bianco, per la Turchia? È ricco!"-disse Andrea prendendo il trapano tra le mani
"Già... io per tornare a casa a Siena,devo prenotare mesi prima per avere uno sconto... Torniamo ad assemblare il tuo armadio, che è meglio!"-concluse la bionda seguendo l'amico.*****
Mister Antonio Conte e la città di Istanbul. I ricordi calcistici dell'allenatore salentino non furono rosei.
Il destino farlocco decise di trovare il primo volo proprio l'undici dicembre.
Uno dei giorni più tristi della sua carriera da allenatore:uscire dalla Champions League contro il Galatasaray in una partita giocata su una lastra di ghiaccio e no sull'erbetta.
Seduto nel taxi, scrutó meravigliato i grattacieli e le infrastrutture ma poi pensó immediatamente a quella partita.
Antonio era un tipo molto scettico, partì con il presupposto che fosse una giornata negativa.
Arrivó al punto stabilito e scese dall'auto ringraziando il tassista.
L'abitazione dei nonni materni di Aisha, era in zona semi centrale di Istanbul. Era una villetta circondata da alti recinti sagomati bianchi.
Sospiró davanti all'abitazione e suonó il citofono.
Aprirono senza rispondere e l'ansia dell'uomo era sempre più accentuata.
Percorse il giardino curato fino alla grande porta color testa di moro.
Aprì la porta una signora sulla settantina d'anni dall'aspetto curato ma semplice. Indossò un coordinato nero composto da gonna lunga e una maglietta con lo scollo a v.
"Ciao, sei per caso il fidanzato di mia nipote? Quanto sei bello!"-esordì la donna abbracciando l'uomo. Peccato che, quest'ultimo, non capì nulla:parlava in turco.
Aisha arrivò vicino a sua nonna appena udì quella frase ma, appena alzò lo sguardo sull'uomo,si mise le mani tra i capelli.
"Ma signore Conte, cosa ci fai qui?"
"Sono venuto a parlarti, Aisha!"
"Parlarti? Di cosa?"-nel suo tono di voce, si poté percepire la rabbia funesta nei suoi confronti.
La nonna, prese le mani di Antonio e se lo trascinó dentro all'abitazione.
"Cara Aisha, non può stare davanti alla porta il tuo fidanzato. Sennò te lo rubano subito con questi occhioni celesti!"-asserì accompagnando l'uomo in soggiorno.
"Nonna, meno male che non sta capendo nulla. Non è il mio fidanzato!"
La mora sbattete i piedi dalla rabbia, sua nonna, a volte, era così testarda!
Chiuse la porta velocemente e inseguì la nonna.
L'abitudine quotidiana di nonno Roberto Conti era sorseggiare il caffè fatto dalla moka per ricordare la sua amata Italia.
Decise di godersi la pensione, assieme alla moglie Sibel,nella villa del nonno di quest'ultima.
Osservò gli alberi sfogli dalla grande finestra del soggiorno.
Sorseggió lentamente la bevanda sporcandosi i baffi bianchi ma l'uomo non ebbe premura di pulirsi.
"Roberto? Abbiamo ospiti a colazione, c'è il fidanzato di Aisha!"-esordì Sibel con la voce squillante con Antonio a braccialetto, visibilmente imbarazzato-"Vedi quant'è bello!"
Aisha, con i nervi a fior di pelle,li seguì a ruota.
Roberto, appena si giró per vederlo, ebbe un sussulto e lanciò la tazza vuota sul tavolo. Fortunatamente non si ruppe.
"Sibel, se è un sosia di Antonio Conte, è proprio identico!"
"Nonno, lui è Antonio Conte!"-rispose immediatamente la giovane interprete
L'uomo, visibilmente contento, allungò la mano all'allenatore.
"Ti stimo come allenatore ma ti stimo ancor di più come nipote!"
"Grazie mille per la stima ma..."-Antonio diventò paonazzo
"Perché non mi ascoltate!"-la ragazza si sedette sulla sedia disperata.
La nonna, sempre con Antonio a braccetto,lo fece accomodare.
Sibel sorrise ogni volta che osservava il CT, mettendo in evidenza le sue guance piene, colorate con il blush.
La colazione in Turchia era sacrosanta. Dai formaggi alle zuppe e al famoso caffè turco.
"Aisha, fai assaggiare qualcosa al tuo fidanzato!"
"Nonna, ripeto, non è il mio fidanzato!"-rispose la giovane stizzita.
Antonio tornó in sé e, guardando i coniugi Conti, si fece spallucce.
"No signori, io e Aisha siamo semplicemente conoscenti!"
"Avete sentito? Siamo solo conoscenti!"
Roberto e Sibel scoppiarono in una fragorosa risata facendo ammutolire i presenti.
"Questi giovani qui! Sono davvero timidi ma non hanno capito che noi abbiamo capito che si amano alla follia?"-puntualizzó Roberto mentre passó il caffè turco ad Antonio.
La nonna, con il volto sereno, se ne andò in cucina.
"Aisha, vado a vedere qualcosa per tua suocera!"
La mora, un pó per la disperazione e un pó per lo sconforto, appoggiò la testa sul tavolo quasi dando una testata. Era meglio discutere con Antonio in separata sede.Una delle tante bellezze che offriva la città di Istanbul, era la veduta dello stretto del Bosforo che Aisha ammirava tanto! Contemplava sempre ammaliata dalla finestra di casa dei nonni materni e, ogni volta che andava con i suoi genitori da bambina,Roberto e Sibel puntualmente, come rito, facevano trovare delle buonissime caldarroste. Antonio aveva fatto la conoscenza goliardica di due nonni che credevano fosse il futuro marito della propria nipote. Lui e Aisha non riuscirono a togliersi da quell'imbarazzo.
La ragazza propose al mister di uscire fuori per poter parlare tranquillamente da soli. Amava di Istanbul le vie caratteristiche, erano così romantiche!
Quella grande città era la Verona in chiave turca.
Sognava condividere quei momenti languidi colui che avesse reputato l'uomo giusto,invece si ritrovò a pensare a voce alta che Antonio non fosse altro che un "Bay Yanlis", un "Mr. Wrong", un signor sbagliato... un falso!
Antonio ruppe il silenzio.
"Sai Aisha, 15 anni fa segnai un goal contro la Turchia agli europei di calcio,feci una mezza rovesciata!"-esordì l'uomo tutto fiero.
"Vuole un applauso signor Conte?"replicò Aisha gesticolando con le mani, sfottendolo.
L'uomo rimase sbalordito, l'insolenza di quella donna riusciva sempre a stracciarlo, a fargli sudare sette camice.
"Allora, mi dica perché è qui a Istanbul?"
Aisha voleva arrivare al punto della situazione.
"Beh sai, manchi tanto a Vittoria e volevo solo dirti se potevi ritornare, lei ne sarebbe davvero felice!"
"Solo per dirmi questo?!?" pensó Aisha arrabbiata.
Si era fatto un viaggio di diverse ore per dire solo che Vittoria sentisse la sua mancanza ma lei tacque.
"Vittoria mi manca tanto ma non torno! Si faccia un esame di coscienza, signor Conte!"
"Esame di coscienza?!? Io?!? Sono venuto fin qui, mi sono reso ridicolo davanti ai tuoi nonni, mi ha dato pure uno schiaffo e io dovrei farmi un esame di coscienza? Cresci ragazzina! Non hai idea di cosa sia il mondo a giorno d'oggi!"
La ragazza non ci vide più dalla rabbia e si allontanò vicino da lui.
"Vada via signor Conte, non intendo stare a sentirla un attimo in più. Scenda dal piedistallo che non è nessuno, e impari ad essere un pó più umile. Non so che farmene della sua visita qui. Poteva recuperare il tutto ma ha perso un'altra occasione!"
Lo lasció lì, immobile. Seduto sulla una panchina con la vista del mar nero. Ci fu una forte folata di vento e si voltó verso Aisha andare via a passo svelto.*****
Quando le fu assegnato il compito di addetta all'immagine di Antonio Conte, dissero chiaramente a Giulia di fargli pure da supporto psicologico.
Quella mattina si ritrovó un Antonio ansioso e irrequieto.
Camminó avanti e indietro nello studio con la testa abbassata.
"Non torna Giulia! Aisha non torna. Ho combinato nuovamente un gran casino!"
"Antonio ti rendi conto che abbiamo cambiato più di 25 interpreti?Aisha non torna, il tempo è tiranno! Se dovessero poi chiamarti da Londra, tu lo sai bene che non puoi accettare la proposta, se non sai parlare l'inglese!"
"Non lo so Giulia! Guarda cosa ho avuto invece..."
L'uomo uscì dal sacchetto di carta color rosso, i regali della nonna di Aisha.
"Ho ricevuto un souvenir, una teiera, e il té turco, bevilo tu... Giulia!"
Appoggiò tutto sulla grande scrivania con lo sguardo della sua manager perplesso e poi se ne andò via senza salutare.
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Lezioni e Psiche.
FanfictionCosa può avere in comune un famoso allenatore di calcio e una giovane comune interprete di lingue? Nulla fino al loro incontro. Antonio Conte, commissario tecnico della nazionale italiana, ricco di fama e di soldi, è descritto dal web come uomo dal...