Sogni

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"Pov. Stephan"

Dovevo vederla, senza farmi scoprire. Non che fosse un impresa tanto ardua sfuggire agli occhi umani per noi che siamo "diversi".

Era favolosa perfino quando baciava, era favolosa quando scherzava, quando mangiava, quando era in costume. ERA FAVOLOSA. Ed era mia. Le avevo lasciato il mio sapore sulle labbra e il mio odore, proprio come lei aveva fatto con me. Adesso ci appartenevamo, ci completavamo a vicenda, lei lo Yin io lo Yang. Non riuscivo a togliermela dalla testa, neanche durante le ore passate dal bacio, soprattutto se ripensavo al bacio. Mi cambiai e uscì di corsa, per non farmi notare, e subito trovai casa sua, visto che già sapevi la strada. Salì sull'albero di fronte alla sua finestra ed entrai da lì. DIO. Era la perfezione assoluta anche quando dormiva, girovagai per la stanza, per vedere cose tipo che generi leggeva o del tipo che musica ascoltava. Era la contraddizione personificata. Aveva un cd rock e uno classico magari anche nello stesso scomparto. La amavo anche per questo, anche per i suoi difetti, anche perché quando le ho detto una minima parte di ciò che sono capace di fare lei è rimasta, non se ne è andata. Leu è coraggiosa, forse perché non ha senso del pericolo,  o non starebbe con me. Poi trovai una sedia non stravolta dai vestiti buttati a casaccio e mi sedetti. Avevo intenzione di aspettare l'alba per andarmene, ma non ero sicuro di poterlo fare. Ad un certo punto disse un nome, e io rimasi di stucco nel sentirlo..." Stephan "

Perché il mio nome pronunciato da lei ha un altro suono?

Perché non riuscivo a togliermi dalla mente l'immagine di lei avvinghiata a me mentre ricambiava il bacio?

Perché deve essere così fottutamente splendida?

Perché mi sento che tutto questo andra a finire male?

"Non permetterò che ti accada niente, soprattutto ora che sei tutto il mio mondo adesso, giuro che combatterò per non ferirti, per non farti del male." Lo sussurrai così piano che nessun umano avrebbe potuto sentirlo. Ora lei era mia, e nessuno avrebbe potuto togliermela.

Mi avvicinai a lei cercando di non svegliarla e mi poggiai sul letto con lei, neanche con Emma mi comportavo così, non mi comportavo in maniera razionale. L'amavo, e sapevo che ogni mia minima distrazione avrebbe potuto causare la sua morte. Se sarebbe morta, non sarei riuscito a vivere, mi sarei ucciso. L'amavo e glielo avrei ripetuto, scritto, urlato mille e mille volte. L'amavo e so che non avrei più avuto il coraggio di guardare le altre, non sarei riuscito,  non quando so che le ragazze, come le donne, sono gelose e io non voglio che stia male per questo. "Stephan" pensai di nuovo che si fosse svegliata ma continuava a dormire. Le presi il libro affianco al letto e lessi il titolo: "orgoglio e pregiudizio".

Era da un po che non lo leggevo in effetti. La ragazza affianco a me si stava svegliando, in pratica me ne sarei dovuto andare. Mi avvicinai, "Jade" dissi "ti giuro, non ti lascerò, ora sei tu a decidere dimostrandomi se mi vuoi o no, puoi cacciarmi via se vuoi" mi avvicinai e le diedi un bacio sulla fronte per farle restare un altro po di mio odore su di lei.

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