Amore prima della partenza

94 4 0
                                    

"Pov. Stephan"

Bollivo di rabbia. Aveva veramente osato chiamarla in quel modo? Chi cazzo era lui per definirla così? E poi cosa voleva fare lui alla creatura più perfetta di questo universo? Usarla e ferirla e poi usarla di nuovo?! Con quale pretesto! Chi era lui per pretendere di toccare in quel modo il mio ANGELO, il mio INFINITO!

"Amore calmati, è finito, per ora. Credo che dovrò seguirlo." La sua voce mi fece risvegliare dalla mia trance.

"Perché dovresti?"

"È una storia lunga."

"Allora inizia a raccontare. Io ho tempo. "

"Lui arrivò a casa nostra quando io avevo sei anni, e si fece amico i miei genitori, lui aveva piu o meno sedici anni. È orfano, quindi non ci mise troppo a entrare nella nostra famiglia. I miei lo presero in custodia ma non in affido. Con me lui ha sempre avuto un rapporto speciale, fino ai miei 12 anni. Finita la festa mi disse che aveva una sorpresa. Non avevo idea di cosa intendesse fino a quando chiuse la porta della nostra cameretta. Si avvicinò,  aveva un ghigno stampato in faccia. Mi disse che non sarebbe successo nulla e in effetti non successe tanto, non persi la verginità. Solo che sfogò su di me i suoi bisogni fisici. Non volevo accadesse, mi faceva schifo. Chiamarla sorpresa era proprio un'esagerazione bella e buona." Aveva le lacrime che iniziavano a scendere di nuovo

"È per questo che lui ti chiama così. Non piangere, non c'è n'è bisogno." Mi avvicinai la abbracciai e le diedi un bacio dolce, sensibile. Ci spostammo sul letto. Continuando a baciarci, mi alzai per andare a chiudere la porta a chiave. Quella sera volevo fosse diversa. Volevo che lei capisse cosa provavo ogni volta che non la sfioravo, che le stavo lontano, ogni volta che lei restava in silenzio. Il suo silenzio, l'arma più pericolosa che lei potrà mai usare contro di me. Mi stesi sopra lei tenendomi con i gomiti e continuando a baciarla. Mise le mani sotto la maglietta e me la iniziò ad arrotolare, poi mi alzai e tolsi definitivamente la maglietta e la buttai a terra dove andò a finire il suo pantalone e le nostre scarpe. Continuando a baciarci, lei si spostò sopra di me e si sbottonò il jeans facendo lo stesso anche col mio. Ero qualcosa di più di un essere umano, ma ero pur sempre un ragazzo. Ormai la mia erezione era ben visibile anche da sopra i jeans. Evidentemente si sentiva perché ogni volta che si muoveva per aggiustarsi gemeva. La rimisi sotto di me e decisi di togliere il pantalone, mio e suo, rimanendo solo in intimo.
"Pov. Jade "

Quella notte fu bellissima, così dolce, così perfetta. Avenne in modo veloce, ma dolce. Entrò in me ma non fece neanche tanto male, perciò lui mentre si muoveva dentro di me, mi baciava, per non fare uscire dalla mia bocca gemiti che sapeva lo avrebbero fatto impazzire. La notte passò veloce. Ero innamorata, di un ragazzo fantastico, ma che per mia sfortuna avrei potuto non rivedere mai più. Tutte le sfighe erano le mie ma mia era anche la scelta di andare via con Nico. Aveva minacciato di uccidere Steph o chiunque si fosse azzardato a toccarmi. Non volevo accadesse, non ora. Sarei morta pur di proteggerlo perché lo amavo, e lo avrei amato, qualunque cosa fosse accaduta. Lo amavo e la mia ex relazione con Nico non avrebbe dovuto interferito con questo.

BelieveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora