Mia

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Mi odierai, forse si, ma sempre sorridendomi. Dicendomi che anche se mi sveglio tornerai.

Cit. Come in un film
"Pov. Stephan "

"Andiamo" dissi verso Jade, ero infuriato più che mai.

Come poteva farmi questo? Sapeva che non sarei sopravvissuto in un mondo in cui lei non c'era, e soprattutto se a portarmela via fosse stato mio fratello, la persona a cui tenevo di più dopo Jade.

"Ehi, stai bene?"

"No"

"Guardami" disse e mi mise la mano sulla guancia e spostò il mio sguardo dal marciapiede al suo sguardo, ai suoi occhi, che tanto avevo pensato durante le ore passate.

"Amo te, va bene?! Non devi ti devi preoccupare" a e ora era lei a tranquillizzare me?

"Lo so" dissi e la baciai, per assicurarmi che nessuno si sarebbe avvicinato a lei, se non voleva perdere l'utilizzo delle gambe e delle braccia almeno. La abbracciai, lei mise le mani sul mio collo e a tirarmi i capelli, gemetti.

"Non dovresti provocarmi certe reazioni, soprattutto se stiamo in pubblico"

"Era una reazione del tutto intenzionale"

Mi staccai dal suo abbraccio, dal suo corpoe già mi sentivo mancare l'ossigeno, perché lei era il mio ossigeno, e non ne potevo fare a meno.

"Andiamo o farai tardi." Dissi incamminandomi verso l'entrata, incapace i pensare che l'avrei vista solo per poche ore e risollevandomi il morale pensando che ci saremmo rivisti il pomeriggio. Aspettai le ore successive con ansia, quasi come se un carcerato aspettasse la sua pena di morte. Eh si lei era la mia pena di morte, perché sapevo che se, se ne sarebbe andata, mi avrebbe ucciso. La aspettai allo stesso posto all'uscita:

"Avvisa i tuoi che vai a dormire da una amica"

"È un rapimento? Se è da te vorrei essere rapita più volte"

"Fatto?"

"Si ho fatto"

"Vieni" la feci annicinare per poi prenderla in stile sposa e iniziare a correre sentendo le braccia della ragazza arrivarmi al collo per poi stringersi più forte,  forse per paura di cadere. Mi fermai, la guardai e dissi:

"Puoi aprire gli occhi adesso, bellissima."

"Dove siamo?"

"A casa mia ovvio, solo io e te"

"Solo io e te"

"Per sempre"

"Per sempre"

Non resistetti, ero carente di baci, dei suoi baci e allora feci scontrare i nostri corpi, mi mancava il suo calore, mi mancava sentirla mia, solo MIA. Era bellissimo sentirla impotente almeno quanto mi sentivo io ogni volta che non la baciavo. Iniziò a tirare dolcemente i miei capelli, non riuscivo più a trattenermi, la portai lontana dagli sguardi della domestica. Ormai neanche la domestica esisteva più, eravamo solo io e lei, nel nostro piccolo e infinito sogno.

Mi tolse la maglietta e la buttò sul pavimento dove andò a finire anche la sua. Il mio era un corpo freddo, il suo un corpo caldo.
"Pov. Jade"

Lui, era l'unica cosa che stavo pensando, 17 anni e stai con uno piu vecchio? Sei caduta in basso Jade? No, sono solo fottutamente, perdutamente innamorata di un ragazzo. Amavo quel contatto,  quel corpo a corpo, e sapevo che non sarei più riuscita a farne a meno, il suo sapore sulla mia bocca, il suo odore nella mia pelle. Cazzo quanto mi piaceva il fatto di averlo solo mio. Ci spostammo sul letto, almeno stavamo comodi, si mise sopra di me e continuava a baciarmi, ovunque gli capitasse sempre nei limiti del consentito, ovviamente questo mi piaceva, sia a me che a lui.

"Devi mangiare ora"

Come poteva pensare al mangiare quando volevamo solo stare insieme. Ma improvvisamente sentì una morsa allo stomaco.

"Hai ragione"

"Dai vestiti, andiamo a pranzo fuori"

Presi la maglietta e ovviamente appesi il broncio. Mi bloccò, tra lui e il muro, mi afferrò i polsi e li porto in alto sopra la mia testa. "Non appendere il broncio" disse" ho una sorpresa, dopo".

Mi diede un altro bacio, e quando si staccò mi morse il labbro inferiore, e poi mi sussurrò un ti amo all'orecchio per poi mordermi il lobo, lasciarmi i polsi e uscire dalla stanza. Lo amavo, lui e le sue sorprese.

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