Capitolo XII

448 37 11
                                    

Byron aveva promesso al suo migliore amico che non avrebbe fatto parola ad Astrid del suo interesse per lady Joyce.

Ma quella sera stessa aveva già cambiato idea. Non solo perché, come aveva detto ad Heath, non aveva più segreti con sua moglie, ma anche perché era consapevole che ad Astrid avrebbe piacere sapere tutto.

Era in pensiero per Heath proprio come lui e di sicuro ne sarebbe stata contenta.

«Lo sai perché Heath mi hai invitato, questo pomeriggio?», esordì una volta rimasti soli, nella loro camera da letto.

Il fratello e il capitano erano sicuramente in libreria a giocare a scacchi, mentre i gemelli dormivano da un po'.

La tenuta non era ancora del tutto in silenzio, infatti dalla loro stanza potevano sentire le domestiche che finivano di pulire prima di andare a letto.

Ma per il resto, erano soli. E come ogni volta, Byron e Astrid usavano quel tempo per confrontarsi, parlare e condividere la loro giornata.

«No, ma ne sono stata contenta», affermò lei, con un tono incuriosito. Non aveva smesso d'interessarsi e di cercare di capire cosa succedesse intorno a lei. 

«Speravo che volesse passare solo un po' di tempo con me», continuò lui, interrotto dalla moglie che si avvicinò e si voltò, chiedendogli: «Mi aiuti a slacciare il corsetto?».

«E invece voleva chiedermi un favore», il tono di voce deluso uscì fuori quasi senza controllo, tanto che fu costretto ad aggiungere: «Ma non importa, è già qualcosa».

Astrid si voltò e lo guardò da oltre la sua spalle, mentre lui era intento a spogliarla. Non sembrava sorpresa dalle sue parole: «Immaginavo! Comunque sono felice lo stesso, almeno avete parlato un po'».

Byron si limitò ad annuire per poi chinarsi e lasciarle un delicato bacio sul collo, facendola sussultare per il contatto con la pelle fredda. 

Poi iniziò a togliersi la camicia, mentre Astrid si liberava finalmente del corsetto e tirava un leggero respiro sollevato.

«Quindi perché voleva parlarti?», gli chiese qualche istante dopo, non ottenendo una risposta dal marito che, distratto, se ne era quasi dimenticato.

La mente aveva iniziato a vagare, tornando a quei bei tempi in cui tra lui e Heath c'era una vera amicizia. Complicità, affetto e sostegno. 

Da quando l'amico era tornato, si era reso conto che tutto ciò gli mancava. E la voce sempre più curiosa di Astrid lo ridestò dai suoi pensieri.

«Come?».

«Che tipo di favore ti ha chiesto?», chiese ancora lei, alzando gli occhi al cielo e fingendosi un po' risentita per la mancanza di attenzione. In realtà sapevano entrambi che non ci badava molto.

«Ah, certo... questo è strano, ma probabilmente tu lo troverai interessante», esordì lui, lasciandola ancora tra le spine mentre dallo specchio la osservava indossare la sua veste da notte. 

«E allora? Non lasciarmi così», insistette lei, puntando i piedi come una bambina un po' capricciosa e facendolo sorridere divertito. Certe cose non cambiavano mai, neanche con il passare del tempo.

«Mi ha chiesto informazioni su lady Joyce», annunciò quasi in modo plateale, voltandosi infine per guardarla di nuovo, in tutto il suo splendore. 

«Lui ha detto che è interessato a lei, anche se all'inizio ha negato tutto...», stava ripensando alla loro conversazione e più ci rimuginava più c'era qualcosa che non lo convinceva. 

«Non gli credi?», azzardò Astrid, dando prova di riuscire a comprendere a pieno i suoi pensieri e i suoi sentimenti. 

Quando si erano conosciuto Byron era indecifrabile, ma negli ultimi anni ormai era diventato un libro aperto per lei. E stranamente a lui no dava affatto fastidio. Anzi, gli piaceva sapeva che la moglie lo capiva, e che non c'era bisogno di troppe parole.

The sad gentlemanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora