Capitolo 10

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POV MARTINA

Non appena scendo dalla macchina mi accorgo del posto in cui siamo. Se mi chiedessero esattamente dove ci troviamo e mi dicessero di tornare a casa vi direi che è impossibile. La strada per arrivarci è fatta di continue svolte, curve secche e stradine tortuose per non parlare dell'ultimo tratto: una stradina sterrata tra gli alberi.

Non so come, tra una buca e l'altra e tra le continue lamentele di Jorge sul perché abbia lavato la macchina proprio oggi siamo arrivati in un bellissimo ristorante che si erge su una scogliera e che si affaccia direttamente sul mare di Buenos Aires.

"Wow" dico meravigliata, non so che altro dire, è l'unica cosa che mi viene in mente. "Ti piace?" mi sussurra Jorge e io sono ancora stordita, non so se dal meraviglioso rumore del mare argentino o se dal profumo del ragazzo che mi ha accompagnato, l'ho notato appena sono salita in macchina.

Hugo Boss. Non male, Blanco.

"E' bellissimo" ammetto a bocca aperta. "Dai vieni, entriamo" dice appoggiando la mano in fondo alla mia schiena per invitarmi delicatamente ad avanzare e così iniziamo a salire la scalinata che ci accompagna all'entrata.

"Buonasera" dico gentilmente al signore all'entrata che guarda in modo strano Jorge. "Buonasera, avete prenotato?"

"Si, a nome Dominguez, siamo in sei. Dovrebbero essere già arrivati gli altri" spiega il messicano guardando gli occhi, verde smeraldo, dell'uomo di fronte a lui. "Si, sono arrivati. Il tavolo è il solito: il più esterno e vicino proprio alla vetrata" dice ancora il signore facendo uno strano sorriso a me e un occhiolino ad Jorge.

"Ma che aveva quel signore?" chiedo al messicano che alza le spalle e mi fa strada verso il tavolo. "Non farci caso. Io e Diego veniamo spesso da lui, vedrai quanto si mangia bene, la migliore carne di tutta l'Argentina. E' un tipo bizzarro, ma è una brava persona" mi dice mentre mi sposta la sedia per farmi accomodare ed in quel momento lo sguardo degli altri, già seduti, si sposta su di noi.

"Ehi sono arrivati il re e la regina!" dice scherzosamente Ruggero facendomi arrossire mentre anche Cande sembra appoggiare il suo fidanzato. "Che avete fatto tutto questo tempo? Eh?" dice proprio la rossa con sguardo malizioso.

Io sono diventata un pomodoro mentre quel cretino di Jorge se la ride sguaitamente, oh su Tini, non avete fatto un bel niente. Assolutamente, ti ha solo.. ehm.. detto che se non avessi detto pure a lui la vaccata di essere fidanzata avrebbe voluto farti in macchina.

"Oh, lasciate perdere! Guida come un nonno!" dico cercando di essere convincente, ma a scoppiare a ridere è Diego stavolta.

"Jorge come un nonno? Dai Tini, potevi inventare una scusa più credibile! Quando guida sembra un criminale più che un vecchio" esclama lo spagnolo facendo ridere tutti tranne Jorge, che forse ha percepito il mio imbarazzo.

"Basta, basta. Abbiamo fatto tardi perché la signorina in questione è una lumaca nel guidare, è lei la nonna. Se fosse per me avremmo fatto pure altro, ma si vede che era stanca visto che era da Sebastian prima" dice leggermente divertito.

"Ma tu puoi non fare lo stronzo almeno una volta Blanco?" chiedo retorica e lui fa quel sorrisino da bastardo, lo odio quando lo fa.

"Quindi stai confermando la mia ipotesi o mi sbaglio?" dice procurandosi un sonoro schiaffo sul braccio, ben ti sta Blanco.

"Ero lì solo per lavoro, piantala troglodita" gli intimo a denti stretti. "Ah, ora lo fai pure di professione? Ti devo pagare pure io oppure mi fai uno sconto Tinita?" mi sussurra il re degli stronzi e in tutta risposta gli tiro un calcio micidiale nello stinco che lo fa mugolare dal dolore.

Una Relazione Stellare (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora