Capitolo 24

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POV MARTINA

Un raggio di sole mi abbaglia svegliandomi dal mio profondo sonno, mi alzo di scatto con la testa notando che non sono in camera mia. Ma c'è qualcosa, un fortissimo mal di testa, che mi costringe a sprofondare nuovamente nel morbido cuscino blu.

E' profumato, odora di menta, ed è blu.

Sebbene sia ancora mezza stordita, capisco subito dove mi trovo, capisco subito che è la camera da letto di Jorge. Ricordo poco, quasi nulla, della serata di ieri, solo che ero a cena con Jorge.. poi ho solo qualche flash, non riesco a ricordare bene.

Anche se, ora che ci penso, mi ricordo pure che siamo andati in discoteca e che ho bevuto qualcosa.. ok non troppo, ma d'altronde si sa, non reggo per niente bene l'alcool, basta poco per sbroccare. Ricordo che ad un tratto io e Jorge abbiamo iniziato a lanciarci.. uhm.. frecciatine.

E lì allora.. allora è successo. Tutte le scene mi ripassano di fronte in pochi secondi, in pochi istante, rivivo come una sorta di film di tutto quello che è successo. Ricordo della mia chiara provocazione ad Jorge.. e di quello che è successo poco dopo. Ero ubriaca, quindi non è colpa mia?

Uhm, la cosa peggiore è che.. ho l'impressione che nemmeno se fossi stata sana mentalmente avrei potuto oppormi a tutto questo.

No.. dai.. me lo sono immaginata vero?

Mi giro dalla parte opposta per verificare se Jorge è al mio fianco, ma non lo trovo. Mi alzo di scatto e vedo che ho addosso una sua camicia, la stessa che aveva ieri sera. Sotto non ho nulla, nulla di nulla.

Sono nuda.

Ok, questo conferma che non sono una visionaria, non mi sono inventata nulla.

Trovo su una sedia le mie mutandine nere e me le infilo rapidamente.

Ho bisogno di vedere Jorge, io non sono così, non vado a letto con chi mi capita davanti. Ok, è anche vero che Jorge non è una persona qualsiasi.

Ma io sono comunque una persona controllata, ho bisogno di parlare con lui. Non posso averlo fatto sul serio.

Indosso i pantaloncini di qualche squadra di calcio che trovo sulla poltroncina e mi dirigo di là, in cucina. Ed è lì che le trovo, a petto nudo e con solo un altro paio di pantaloncini addosso, è bellissimo.

Sta ormeggiando, anche se in modo molto impacciato, ai fornelli.

Mi metto a sedere su una sedia, in silenzio.

Solo poco dopo si gira. E mi sorride.

Merda.

Potrei sciogliermi con quel sorriso.

Ma no, devo rimanere lucida. Devo avere la mente fredda.

"Ben svegliata, bella addormentata" mi dice passandomi una crepes alla nutella. Sarà difficile resistere a tutto questo.

"Ehi" gli dico semplicemente.

"Che c'è? Non ti piace? Che devo farti qualcos'altro?" mi chiede provando ad allungare la mano per ritirare il piatto che mi aveva passato, salvo poi ritirarla rapidamente.

Ovvio, lo schiaffo che gli ho rifilato deve averlo spaventato, direi proprio di si.

"Che hai?" mi chiede, quasi innocentemente. "Ma che credi? Che non abbia sentimenti, brutto stronzo!?" "Ma fino a ieri sera andava tutto bene! Perché ora mi parli così!? Avevamo trovato un buon equilibrio, no?" mi chiede sedendosi di fronte a me.

Una Relazione Stellare (Jortini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora