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'se inizierò a parlare di amore e stelle ,vi prego:abbattetemi'....

charles bukowski 

tu,o amor, sei fatto di fango e spirito; per amor non ci si muore, ci si uccide per amore ,qualunque esso sia,perchè ci rivela nella nostra intimità,la nostra debolezza,nullità,esistenza;

amore che è,e sarà disillusione e apparenza; condanna di venere che adone insegue nei suoi lontani desideri; e costui,vagabondo,morte attende.

tu,o amor, che dolora e tace;

tu che in anemone affisso ti trasformasti tra le bianche membra del delicato petto.

ora in tronco vorresti,tenace sei,pietra cedesti a me;

perchè tu essere, generato da un sol uomo,non abbi pietà di me?

io che ho patito;le mie vene han reciso, il velen del tuo amor.

la pose nel soffice letto;

a terra gli occhi e il pensiero in alto, sopraffatta e inquieta, l'inquietudine cessò, così gli parve;ma non era un sentimento stabile ,lo vede trasformarsi in una completa indifferenza;

e lui si odiò,ennesimo rifiuto;

sospirò....

'io non sono mai stato bravo con le parole, la mia famiglia mi è quasi indifferente,siam legati con il sangue,ma non con il cuore; ho patito l'assenza di mio padre; io non voglio cancellare il mio passato perchè è quello che mi ha reso oggi; nel bene e nel male,insieme a chi mi ha usato per i suoi sporchi comodi,insieme a chi mi ha mostrato l'amore-l'accarezzò,un gesto automatico,ingenuo- e dolore.

non son perfetto.

odiami,odia follemente,odiami più che puoi e se ti dicono odiare non è peccato,sarai colpevole del tuo peccato.'

si alzò dal letto,agonizzato,lacerato nel profondo;

non l'aveva sfiorata,joshua ha saputo fiutare il suo odore,nonostante l'atmosfera fosse intrisa del suo sangue e eccitazione,ma non la toccò.

una brama innata lo aveva smosso,come una nave nel cuor della tempesta,ma la sua voce sofferente lo aveva risvegliato come un campanello d'allarme.

leccò le sue ferite,ma si chiese chi avrebbe leccato le sue?

si vestì e uscì.

nell'abisso della notte;

lia era in dormiveglia,dopo che l'aveva presa,senza forze,svenne.

non del tutto;

eppure l'uomo dagli occhi rubino non aveva capito che la donna non è mai distratta;vede e sente di più di quello che si crede.



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spazio me:

allora come temevo, 

sapevo che non avreste compreso il capitolo e quindi mi è doveroso, spiegarlo, sennò sembra del tutto fuori binario;

l'inizio come vedete è una lamento amoroso di evan verso lia, ho evitato di scrivere esplicitamente 'lamento o pov'; 

c'è un adone e un venere, non è del tutto casuale, ma è un riferimento all'opera di shakespeare, che tratta, la dea venere, la dea dell'amore perdutamente innamorata di questo fanciullo, adone che è del tutto disinteressato in lei; qui ho fatto un rovescio di ruolo,evan=venere,e adone =lia.

alla fine dell'opera di shakespeare sfoscia in tragedia,perchè adone muore.

questo punto lo lascio in sospeso perchè non è finita qui.

lia è in dormiveglia, non del tutto, il suo(probabile) atteggiamente indifferente verso evan, ha provocato un enorme dolore in lui; nel mentre parla e cerca di aprirsi ,lei era in un profondo sonno,evan, non è consapevole dell'accaduto , l'accarezzò il viso finalmente accorto che stesse dormendo,finito il monologo, esce, lei  si risveglia da questo stato di dormiveglia,ovviamente ha ascoltato la confessione di evan

il seguito si vedrà più in là..


LA SCHIAVA DELL'ALPHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora