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*fu il tuo bacio a rendermi immortale *

Margaret Fuller.

Nonostante il camino fosse acceso, faceva un freddo glaciale dentro la stanza; l'ambiente rispecchiava il ruolo e la carica di re; nel centro della stanza un letto a baldacchino con delle decorazioni barocche fatte ad arte, il tutto mi metteva fortemente a disagio, eppure fui nelle sue stanze diverse volte, per le pulizie giornaliere; la forza come sempre mi circondava, tornò sempre vivida,nonostante fosse debole, ma era lì come a tenermi la mano,con un fare protettivo .

'Charles caro, mi devi dire qualcosa?'

'si madre, è la colei di cui vi parlavo d'innanzi.'

'non mi dire che...' l'anziana donna portò la mano sulla bocca scioccata.

Charles chinò la testa in segno di affermazione.

era lei, che per anni interi Evan aveva sempre cercato e rifiutato la sua figura, il suo essere, la sua compagnia lo mandavano in collera, persino pensò se qualcun'altro avesse preso la sua purezza ; lo faceva impazzire dannatamente, e si odiava ad essere geloso di chi non è mai riuscito a dare volto; eppure quel giorno quando sentì il suo odore non aveva dubbi,e non rimase nemmeno sorpreso della sua personalità quando la vide con un arco puntato davanti al suo miglior soldato,con lo sguardo fiero e senza paura.

Lia si guardava i piedi per via dell'imbarazzo per via della presenza della madre e Charles, non sapeva che lì a poco sarebbe successo un qualcosa che le avrebbe segnato la vita, inevitabilmente.

'vieni, ora ti spiego cosa fare.' Charles la spinse con la mano dietro la schiena per farla avviare verso il letto.

Lia mentre si incamminava con le punte dei piedi, incominciava a vedere i suoi tratti, era più morto che vivo, le labbra erano violacee, il viso era molto scavato, Lia si sentì spezzare dentro come una nota sorda che si propagava senza far rumore.

'devi tagliarti il polso e far scorrere delle gocce sulle labbra di Evan, e vedremo come reagirà' Charles passò a Lia il pugnale che era sospeso a mezz'aria, era cosi liscio e bianco luccicante, che non aveva il coraggio di sporcarlo con il suo sangue.

Lo prese e se lo strinse al petto, non sapeva come muoversi era confusa, ma una cosa che voleva: era aiutare Evan.

'Rose?' disse, senza guardarlo.

' L'hanno presa dalla sua famiglia adottiva, verrà portata al castello e verrà educata con le altre ancelle,state tranquilla,miss' . Sorrise debolmente.

Fece un semplice cenno con il capo.

Charles prima di spingere la madre che era lì immobile come una statua, verso la porta per lasciarli soli, perché lui sapeva cosa sarebbe accaduto e sperava che Evan non venisse accecato dalla fame di sangue e le facesse del male come tutte le altre.

Quando si assicurò di aver chiuso la porta.

'povera bambina è cosi giovane' esclamò la madre.

'lo so bene madre, ma non abbiamo scelta, lui deve vivere' serrò Charles.

************

Prima di compiere qualsiasi cosa, ravvivò il fuoco perchè la stanza stava diventando gelida, poi si avviò e si sedette ai piedi del letto accanto ad un Evan che sta su un filo tra la vita e la morte.

' sono qui perchè vorrei che rose tornasse,e poi mia nonna mi ha insegnato di essere magnanimi nella vita sempre e comunque ,e di aiutare il prossimo.'

"ecco perchè ti sto aiutando " sospirò.

Il silenzio cadde sovrano e creò un ambiente difficile da sbarazzarsene.

Lia si tagliò il polso e vece sgocciolare delle gocce sulle labbra di evan.

Lia socchiuse gli occhi per il dolore, aspettò per un lunghissimo interminabile tempo su una seggiola accanto al letto ,ma nessun reazione.

S'alzò di scatto,

uno schiaffo.

'dannazione, ho bisogno che ti svegli razza di pulce'.

lo scosse violentemente, dando pugni, ma nulla.

era lì inerme.

Lo abbracciò come se ne dipendesse la sua vita.

'quando non sarai più parte di me ,ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelline,allora il cielo sarà cosi bello che tutte le sere m'innamorerò della notte'.

Lo rimise nel letto rimboccandogli le coperte per tenerlo caldo.

Lacrime salate scendevano a cascate.

Sorrise.

Si appoggiò sulle labbra il pulso, lo morse.

Si chinò sulle labbra di evan, e lasciò scorrere il sangue, come un ultimo diseperato tentativo.

Mentre si alzò,un pressione sulla nuca,le fece strabuzzare gli occhi.

due rubini rossi la guardavano, vivaci.

cercò di approfondire il bacio,ma i canini era sporgenti.

Lia voleva allontanarsi, non era pronta a far fronte con i propri sentimenti; corse verso la porta.

una mano le fasciò il busto.

'ora ci divertiremo, sirio'

le abbassò le spalline, e leccò la base del collo.











LA SCHIAVA DELL'ALPHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora