LA SCHIAVA DELL'ALPHA

Twelve ( first part)

' che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di correre dei rischi  ? '

Vincent vanGogh.

   tutto rimaneva ferma, il rumore era sempre con lei, una povera disgraziata con attacchi emotivi che voleva andare incontro alla morte più di quanto non le avesse bussato alle porte, lei un anima che perdona, fragile e delicata come un fiore del vento, vive con la consapevolezza di avere breve vita, perché lei sapeva, sua nonna lo diceva, le  sue azioni  erano lo scrigno perfetto del suo animo gentile. la notte sentiva una voce che la chiamava e che le sussurrava di andare da lui, era una melodia piena di sofferenza e smarrimento;i graffi sono artigli che infettano il buon senso,  fanno nutrire atomo del male e 

il suo animo non ammetteva tempo o spazio, sapeva ascoltare il silenzio fra le numerose pieghe della sofferenza, e lo sentiva, più avanzava più le gravava sullo stomaco, come un macigno che con delicatezza di una piuma si gravò nelle sue viscere. una mantello di sofferenza e di tristezza, era la prova delle sue preoccupazioni, perché in maniera inconscia si sentiva ancorata a quell'anima con un filo rosso che  tira e aggroviglia la sua tenerezza e amore. era davanti alla porta, la brezza aveva dato ad uno spettacolo senza termini, il freddo pungente e le melodie provenienti dalla foresta davano un tocco fatato.

le gambe nude facevano da contrasto dalle tenebre e la luce lunare, piccole ombre che sembravano fiammelle seguivano un ritmo costante , danzavano sulla sua pelle colore latte,come le stelle gravitano intorno al suo cuore che ora soffre patisce, colpito da un tumulto di emozioni, mai provati prima d'ora; eccitazione, paura ma sopratutto tristezza. 

la maniglia color ora splendeva nelle tenebre, aveva delle venature color fuoco, spiccava un punto illuminato più di tutti. 

tutto il coraggio di scoprire la verità svanì come una colata di lava color cenere, si stava dando della stupida, aveva messo piede nella tana del lupo, la mente urlava con un suono sordo di correre, di fuggire, ma la sua anima rimaneva ferma determinata, guardò quel fuoco per secondi infiniti.

poggiò le sue delicate mani su quel fuoco freddo, un brivido salì svogliato infondendo calore; il cigolio della porta creò un rumore amplificato, fece un profondo respiro, mise pressione sulla maniglia.

' o ora o mai più', spinse completamente la porta, i piedi nudi toccarono il marmo lucente, il freddo si penetrò fin dentro le ossa, un vento gelido muoveva le ampie tende.

lia girò il capo pensando che qualcuno della servitù abbia dimenticato di chiuderle, si avviòcon maestria e tranquillità. la stanza era intatta,sembrava che nessuno la adoperasse da secoli.

si alzò con le punte di piedi per chiuderla. la forza del vento mosse i riccioli della fanciulla, con aggressività e dovette chiudere gli occhi, fece fatica ma con pazienza riusci a chiuderla. rimase incantata del panorama , una lunga distesa di verde-blu splendeva sotto i timidi raggi lunari.

vedo che ti piace?

 guardò il riflesso del peso virile alle sue spalle, due gemme color rubino la stavano già guardando.

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eccomiiiiii, lo so, sono sparita.

la mia vita caotica mi ha inferto brutti colpi, quindi scusatemi se non ho aggiornato per tempo, ma ora ho dedicato del mio tempo a questo progetto.

sono una persona che finisce sempre ciò che inizia, perciò care miei finirò questa storia.

volevo ringraziarvi davvero di cuore che state leggendo la mia storia, significa tanto per me. siamo a oltre 1000 visualizzazione, sembrano pochi, ma per me hanno un valore inestimabile.

ho dovuto dividere il capitolo, per un motivo specifico, perché non voglio scriverlo di fretta , ma prendere il mio tempo, lo pubblicherò appena posso, in questo periodo sono abbastanza libera. quindi non ci saranno intoppi. 

non mi dileguerò molto.

è tardi, buona notte a tutti.

stellinate e commentate, leggo ogni commento, mi fa piacere leggerli.

see u soon 

sal ;]