3. "Un progetto che potrebbe cambiarti la vita"

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Co-scritto con strawberryila

Non riesco a reggermi in piedi. E' stato difficilissimo nascondere il mio entusiasmo alla mamma ma soprattutto a Edo visto che abbiamo passato buona parte della giornata insieme.

Non riesco più a reprimere tutte le emozioni che inondano la mia testa da quando mio papà mi ha rivelato questo segreto.

Per quanto possa essere elettrizzata al pensiero di incontrare una persona che credevo morta fino al giorno prima, c'è una parte di me, una piccola parte, che non riesce a capire il motivo della visita. Dopo tutti questi anni perché proprio adesso? Nonostante tutte le spiegazioni che mi erano state date precedentemente, nonostante tutta la fiducia che ripongo nella figura paterna che mi ha fatto da guida e da esempio sin dal mio primissimo istante su questa terra, non riesco a non pensare ad un fine sospetto di questa visita completamente inaspettata.

Forse aveva bisogno di un favore, magari aveva bisogno di soldi... impossibile, era un produttore discografico!

Basta, l'unico modo per scoprire la verità era presentarsi all'incontro e vedere cosa aveva quell'uomo da dirmi di così importante da spuntare nella mia vita totalmente a caso.

E' arrivato il momento. Il sole è ormai tramontato da un'oretta circa e avevo già cenato con la mia famiglia, sempre se quella poteva essere chiamata cena. Ero così in ansia da non essere riuscita a mangiare un granchè, era comunque un progresso rispetto alla sera prima passata completamente a digiuno.

Sono accompagnata nella mia camminata diretta al bar della spiaggia da mio padre. Mi avrebbe portato al posto prefissato e in caso sarebbe anche rimasto con me per assicurarsi che il nonno non mandasse tutto a farsi benedire.

Comincio ad intravedere il chiosco bianco che si affaccia sul mare... Dio, da lì si che si poteva vedere un tramonto mozzafiato.

Il posto è semideserto: vuoto abbastanza da poter rimanere tranquilli ma anche pieno a tal punto da passare inosservati.

C'è un tavolo, rotondo con quattro sedie, dove c'è seduto solo un uomo di cui non è facile scorgere l'età né i lineamenti. Ha una camicia a maniche corte di un colore non definito a causa della poca luce ed un paio di pantaloni molto semplici. Tiene in mano un cellulare di ultima generazione e credo di distinguere un airpod nel suo orecchio sinistro: deve essere lui il nonno.

Mando un'occhiata verso mio padre che annuisce leggermente. Bingo! Accelero notevolmente il passo fino a ritrovarmi davanti all'uomo. Questo si alza istantaneamente e comincia a guardarmi negli occhi. Quei grandi occhi azzurro oceano distinguibili anche nel buio più pesto. Gli occhi che dopo pochi istanti si inumidiscono. Occhi così simili ai miei.

Vedo il nonno avvicinarsi a me e senza aspettare la mia reazione mi stringe così forte a sé da sentire i nostri cuori a contatto. Battevano fortissimo. Avremmo potuto collassare da un momento all'altro.

Non so come comportarmi. Vedo il papà con la coda dell'occhio che ci squadra con un'espressione soddisfatta, cosa poteva stare a significare? Era indecifrabile persino da me...

Dopo un paio di minuti l'uomo si stacca dall'abbraccio e, ancora con gli occhi lucidi e il cuore imbizzarrito mi dice: "Sophia! Non ci posso credere... "

Rimango muta. Non so come comportarmi. Non ho mai nemmeno letto in uno dei miei strani libri di una situazione del genere, non penso quindi esista un manuale su come ci si debba comportare in queste situazioni.

La tensione è percepibile a vista d'occhio. Mio padre invita entrambi a sederci al tavolo rotondo. Aveva ancora quell'espressione strana impressa sul suo volto. Mi siedo ma è come se non sia io a svolgere quella semplice azione.

Just Music || One Direction Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora