Bucky non era stato mai così iperprotettivo con me. Beh, lo era quando eravamo piccoli ed era il mio eroe. Ma ora, dopo quello che mi era successo, era quasi troppo! Ok essere preoccupati ma stava esagerando. Forse sono anch'io preoccupata di quello che potrebbe accadermi dopo l'esperienza di essere tornata Lei.
Ero stata esentata dal campo e dalle missione anche se avevo insistito per esserci. Inamovibili. Ne approfittai per leggere e mettermi in pari con le notizie quant'altro però, mi annoiavo. Una volta facevo molte più cose, stare ferma non era nella mia natura, così decisi di uscire. Magari un po' d'aria fresca mi avrebbe giovato all'umore.
New York è cambiata molto da come me la ricordavo, però, ci sono cose che non cambiano. Andai a Little Italy e per un attimo mi sembrava di essere a casa. Sono nata in Italia ma sono cresciuta in America ed era da un po' che pensavo di tornare nella mia terra natia, di tornare alle origini. Sì. Avrei fatto anche questo viaggio, magari con lui e lo avrei messo alla prova con l'italiano.
Sorrisi tra me e me mentre entro in una gelateria a conduzione familiare. Erano siciliani e facevano un ottimo gelato al pistacchio di Bronte. Li sentivo parlare in dialetto tra una parola e un'altra di inglese. Essere potenziati anche cerebralmente ti permetteva di comprendere altre lingue anche s ei dialetti erano più difficile. Mia madre diceva che la lingua vera erano i dialetti e che l'italiano era il dialetto di tutti. Quando arrivò la mia coppa al pistacchio, stracciatella con top di mandorle di Avola e sciroppo al cioccolato risposi con un "Grazie mille" avevo una pronuncia perfetta, beh quella forse non se ne è mai andata, nemmeno dopo un secolo di vita.
Il gelato era ottimo, un orgasmo culinario incredibile. Continuo il mio giro e ricevo un messaggio da parte di Bucky, sorrisi e gli risposi che ero a Little Italy e che sarei tornata presto. Di ritorno dalla mia passeggiata, squilla il cellulare. Non guardo il display pensando che fosse lui e rispondo. Un fruscio, come una nota continua e senza sosta. "Ledyanaya smert'", una voce atona che dice il mio nome in codice. Atona ma ferma e sicura. "Chi sei?" nessuna risposta, un fruscio e poi una sola frase che ha il potere di gelarmi il sangue nelle vene.
"Tu non sei difettosa. Tu sei perfetta." E poi il suono di una linea che si chiude. Sbarro gli occhi, il cuore che batte talmente forte che ho paura che possa scoppiare. L'Hydra. Non ha mai rinunciato a me. L'Hydra stringe i suoi tentacoli su di me! Arrivata al nostro appartamento, trovo Bucky in cucina, mollo il cellulare sul bancone e non mi accorgo di tremare. Sollevo lo sguardo e incrocio il suo preoccupato. "Cosa succede?"
***
Era tranquilla e serena poco fa e ora trema, è pallida e non sta bene. "Che cosa succede Lil'?" ti stringi nelle braccia continuando a guardarti attorno. Sei sotto shock! "L'Hydra" mi basta solo quella parola per mettermi in allarme e ti stringo a me "Parlami. Non ho il dono della telepatia Lil'..." sembra tranquillizzarsi un po' e mi racconti quello che è successo. "Vedi che avevo razione ad essere un pelino paranoico? Dovrai portare il cellulare al quartier generale e lo cambierai con uno che potremo tracciare" "Buck io..." "Fallo per me, ne va della mia salute mentale... non voglio perderti e lo sai" ero preoccupato. L'Hydra la voleva, non aveva alcuna intenzione di mollarla, non può avere me e così...
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Hearts of Steel - Love through the centuries Bucky & Amber Lily
FanfictionSiberia 2016 Quinjet, post scontro contro Iron Man "Come va?" "Il sedativo ha funzionato, per ora... Steve, c'è bisogno di un posto sicuro..." "Ci penso io, tu tienilo d'occhio." Ah, lo avrei fatto da qui all'eternità. Non gli avrei tolto gli occhi...