Dopo che Diana è rientrata in casa, Shawn attende una decina di minuti prima di fare lo stesso. Sta per entrare nella sua stanza, quando si blocca sui suoi passi e alla fine decide di bussare alla porta di Aaliyah. Nessuna risposta, ma lui entra comunque. La lampada sul comodino è ancora accesa, cosa che fa capire a Shawn che probabilmente Aaliyah non sta ancora dormendo. La stanza si illumina di una luce fioca e lui vede la sagoma di sua sorella sdraiata su un fianco, dandogli le spalle e coperta solo dal lenzuolo.
"Lo so che non stai dormendo".
Ed ha ragione, ma Aaliyah fa del suo meglio per restare immobile e mantenere la recita. In fondo, la classe di teatro che frequenta deve pur rivelarsi utile a qualcosa nella vita di tutti i giorni.
Shawn sospira. "Va bene...", borbotta infilando le mani nelle tasche dei jeans. "So che non lo dimostro abbastanza, ma anche a me mancano mamma e papà".
Al sentir menzionare i suoi genitori, Aaliyah sente una fitta nello stomaco ma resta comunque ferma e rigida come un blocco di marmo.
"E vorrei che fossero ancora qui, perché adesso ho capito che fare il genitore è la cosa più difficile che abbia mai fatto", continua Shawn non aspettandosi di ricevere alcuna risposta. "Lo so che dev'essere stato strano per te trasferirti qui all'improvviso, ma ho firmato il contratto soltanto per te, perché voglio che tu abbia la possibilità di scegliere che lavoro fare".
Sua sorella considera la possibilità di voltarsi e dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, ma è come se i suoi muscoli fossero rimasti paralizzati, incapaci di muoversi. Nel breve periodo di silenzio, sente solo i passi di suo fratello nella stanza mentre si avvicina al letto.
"Spero che un giorno lo capirai", mormora il ragazzo, prima di coprire Aaliyah con la coperta arrotolata ai piedi del letto e di spegnere la luce. "Notte".
E così esce dalla stanza, lasciandola nuovamente sola.
La mattina successiva, a colazione, Shawn restituisce il telefono ad Aaliyah.
"Te l'ho messo in carica stanotte".
Aaliyah abbozza un sorriso, ma prima che possa dire qualcosa Diana irrompe nella stanza con aria frettolosa e afferra un chicco d'uva dal grappolo nel cesto posto sulla tavola. "Sono in ritardo, sono in ritardissimo", farfuglia con fare agitato.
"Mangi solo quello?", domanda Aaliyah quando la ragazza si porta quell'unico chicco d'uva alla bocca.
"Sì... no. Mangerò qualcosa per strada. Adesso vado", farfuglia dopo aver messo una mela avvolta in un tovagliolo nella borsa. "Buona giornata, a entrambi".
Aaliyah sbuffa una risata. "Te l'ho detto, è una comune mortale come noi".
"Sì...", borbotta Shawn, trattenendo un sorriso che minaccia di farsi spazio sul suo volto, quando gli viene in mente la conversazione della sera prima con Diana. "Non fare tardi a scuola", afferma alzandosi dalla sedia, non appena si rende conto di rischiare di far tardi agli allenamenti. "Ci vediamo dopo".
"A dopo".
Una volta giunta a lavoro, Diana viene a conoscenza del fatto che suo padre avesse chiesto di vederla nel suo ufficio. Lei subito pensa che voglia rimproverarla per il ritardo di una ventina di minuti, ma presto scopre che non è affatto così.
"Com'è andata la cena ieri?", domanda infatti Robert non appena sua figlia si accomoda sulla poltrona di fronte alla sua scrivania.
"Non male, ma non credo che ripeterò l'esperienza", borbotta Diana.
"Invece, credo proprio che ti toccherà farlo", replica suo padre ricevendo uno sguardo confuso da parte della ragazza. "Sua madre non ha ancora firmato il contratto. E non vorrei che un tuo rifiuto diventasse il motivo per cui deciderà di non firmare".
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Boxer [S.M]
FanfictionDiana e Shawn provengono da due mondi completamente opposti: Diana ha avuto la fortuna di nascere in una delle famiglie più ricche e prestigiose di Toronto, invece Shawn da sempre abita in uno dei quartieri più poveri della città. Diana rappresenta...