Passa un'altra settimana tra il lavoro per Diana e gli allenamenti per Shawn, per cui si vedono poco e niente. Una parte di Diana è ancora sommersa dalle paranoie, stesse paranoie che l'altra parte di sè cerca di mettere via in un angolino buio della sua mente.
Quando finalmente giunge il venerdì sera, i due hanno l'occasione di stare un po' da soli.
"Dove stiamo andando?", chiede Shawn mentre segue Diana attraverso l'immenso giardino che circonda la villa.
La ragazza continua a camminare a passo spedito sotto il cielo ormai scuro, tenendo per mano Shawn più che altro per trascinarlo con sé. "Ora vedi".
Dopo una decina buona di minuti, giungono di fronte ad una sorta di baita molto più piccola della casa principale. Diana tira fuori le chiavi dalla tasca dei jeans, per poi aprire la porta mentre Shawn si chiede come abbia fatto a non notare che ci fosse un'altra casa, seppur di dimensioni abbastanza modeste.
La ragazza gli fa cenno di entrare e così lui fa. Dietro di lui, Diana chiude la porta per poi infilare le chiavi nella serratura e lasciarle lì appese, con il portachiavi a forma di margherita ricamato all'uncinetto che penzola insieme alle altre chiavi nel mazzo. Intanto Shawn si guarda intorno, nel piccolo e accogliente salotto con tanto di caminetto.
"Qui una volta c'erano le stalle", spiega la ragazza. "Molto tempo fa".
A quanto pare, i suoi nonni paterni erano grandi appassionati di equitazione.
"Ma che siamo venuti a fare?"
"Allora... all'inizio ho provato a cucinare io, ma diciamo che non è finita bene", risponde Diana ripensando alla povera padella antica di sua nonna che ha dovuto buttare dopo averla bruciata insieme alla cena. Era semplicemente irrecuperabile, purtroppo. "Quindi poi ho ordinato la pizza".
Sul volto di Shawn si forma un sorriso malizioso. "Quindi questo è... un appuntamento?"
"Sì, credo... cioè, se ti va", farfuglia lei sentendo le guance andarle a fuoco.
Il ragazzo trattiene una risata. "Sì, che mi va".
Quindi, non molto più tardi, sono seduti sul divano coperti da un plaid enorme a mangiare la pizza e a guardare un film. Presto, però, del film se ne dimenticano totalmente ed iniziano a parlare fra di loro.
"Non ho mai letto un libro di mia spontanea volontà in vita mia", afferma Shawn con non chalance mentre Diana lo guarda a dir poco sconvolta.
"Come no?"
Il ragazzo scrolla le spalle, prendendo l'ultima fetta di pizza dal cartone. "Come fai a stare lì seduto a leggere trecento pagine di un libro e restare concentrato?"
"Potrei dire la stessa cosa dei film, allora", ribatte la ragazza. "Come fai a startene seduto a guardare un'ora e mezza di film?"
"Va be', a guardare i film non devi sforzare il cervello".
Diana si porta una mano alla fronte esasperata. "Come fai ad essere così diverso da tua sorella?", chiede ricordandosi di come Aaliyah amasse i libri, il teatro, i film. Quelli fatti bene, che per capirli a fondo il cervello lo devi sforzare.
"Uno dei due sarà stato adottato", scherza Shawn strappandole una risata.
"Comunque, è impossibile che tu non abbia letto nemmeno Harry Potter da piccolo", continua Diana. "O che ne so, un fumetto su Spiderman".
"Di entrambe le cose ci sono i film".
"Okay...", borbotta Diana. "Mettiamola così: se tu leggi un libro qualsiasi, allora io cercherò di imparare il pugilato o qualsiasi altro sport a tua scelta".
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Boxer [S.M]
FanfictionDiana e Shawn provengono da due mondi completamente opposti: Diana ha avuto la fortuna di nascere in una delle famiglie più ricche e prestigiose di Toronto, invece Shawn da sempre abita in uno dei quartieri più poveri della città. Diana rappresenta...