Il pomeriggio successivo, Diana e Shawn si trovano in giardino abbastanza lontani da far sì che nessuno potesse vederli dalle finestre della villa. Le suole delle loro scarpe sportive poggiano sul prato umido, irrigato soltanto quella mattina.
I patti erano chiari: se Shawn avesse iniziato a leggere il libro, Diana avrebbe provato a farsi insegnare il pugilato. Quindi, Shawn ha preso in prestito due paia di guanti dalla palestra e ora ci stanno provando nel giardino di casa. Non ha preso quelli imbottiti però, perché farebbero solo più male, ma soltanto quelli normali per proteggere le mani.
"Stai facendo piano di proposito", afferma Diana, una ventina di minuti più tardi rispetto a quando hanno iniziato. "Trattami come un qualunque avversario".
Shawn sbuffa una risata. "I miei avversari si allenano da anni. Tu ti alleni da venti minuti", le fa notare.
"Giusto", acconsente la ragazza. Non ha tutti i torti, dopotutto. "Quindi provo a colpirti io allora?"
Il ragazzo annuisce. "Okay, vai".
Diana si mette in quella che crede sia la posizione corretta e inizia a tentare di colpire coi pugni chiusi. Prevedibilmente, Shawn li para tutti con i palmi delle sue mani.
"Ferma, ferma", la interrompe lui.
La ragazza si blocca sul posto, mentre lui si piazza dietro di lei. Le posa le mani sulle braccia, alzandogliele all'altezza corretta. "Piega un po' la gamba destra in avanti".
"Così?", chiede Diana dopo aver fatto come le ha detto.
Shawn rivolge uno sguardo veloce alle sue gambe e annuisce, anche se stando alle sue spalle lei non può vederlo. "Sì, va bene", le risponde allora. "Lo sguardo deve restare sempre sull'avversario".
"Okay, ma se qualcuno arriva alle tue spalle che fai?"
"In un incontro lo sapresti se avessi qualcuno alle spalle", replica Shawn. "Se non ce l'hai avanti, ce l'hai dietro".
Diana si lascia sfuggire una risata. "Ovviamente", borbotta. "Ma ipotizziamo che tu sia in mezzo alla strada. Allora cosa fai?"
Shawn si avvicina di qualche passo, facendo per posarle le mani sui fianchi con un po' di titubanza, finché non vede la ragazza annuire dandogli il permesso. Allora le mette le mani sui fianchi, coperti dal tessuto dei leggins.
"Se qualcuno ti afferrasse così, che faresti?"
Diana vorrebbe concentrarsi, ma sentire Shawn così vicino le rende la cosa abbastanza complicata. "Non lo so... mi dimeno?"
"No", replica lui. Le sposta la mano sinistra dal fianco per afferrarle il braccio. Glielo fa piegare, in modo da farle avere il gomito che sporge verso di lui. "Finché hai le braccia libere è facile. Gli dai una gomitata", spiega Shawn muovendole il braccio in modo da farle premere il gomito nella parte superiore del suo addome. Lo fa con delicatezza adesso, ma chiaramente in una situazione di pericolo reale avrebbe dovuto usare più forza. "Preferibilmente nell'addome".
I due continuano ad esercitarsi per un'altra mezz'ora circa. Poi, Diana si lascia andare praticamente a peso morto sul prato, tentando di respirare col fiato corto.
"Già stanca?", la schernisce Shawn sorridendo, prima di sdraiarsi di fianco a lei con molta più grazia però.
Allora Diana si volta stendendosi su un fianco, così da poter guardare il ragazzo, che poi fa lo stesso voltandosi verso di lei.
"Secondo te siamo sdraiati su miliardi di minuscoli insetti adesso?", chiede Diana sentendo i fili d'erba accarezzarle il fianco su cui è appoggiata, visto che nel muoversi le si è alzato un po' l'orlo della maglietta sportiva. Con una mano afferra l'orlo e lo tira verso il baso, così da essere nuovamente coperta.
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Boxer [S.M]
ФанфикDiana e Shawn provengono da due mondi completamente opposti: Diana ha avuto la fortuna di nascere in una delle famiglie più ricche e prestigiose di Toronto, invece Shawn da sempre abita in uno dei quartieri più poveri della città. Diana rappresenta...