Storia fantasy non lamentatevi scroti e ringraziate che aggiorno.
Oramai non avevo più fiato, le lacrime dai miei occhi scendevano violentemente e i miei arti sembravano non voler più funzionare. Caddi in una pozzanghera bagnandomi le ali, di conseguenza non potevo più volare.
<Cazzo...>
Mi tolsi il cappello e lo guardai, mentre sentivo i passi delle guardie avvicinarsi sempre di più. Mi strinsi in me stesso, fin quando una voce mi chiamò.
<Lo abbiamo trovato!>
Alzai lo sguardo e spalancai gli occhi, quando avevo iniziato a correre non erano così tanti.
<Vi prego lasciatemi in pace!>
Non ascoltarono le mie parole, e mi costrinsero ad alzarmi e ci riuscii a stento: probabilmente mi si era rotto l'osso della caviglia destra. Mi arrivò una freccia sul fianco destro che estrassi il prima possibile, poi, col sangue che aveva oramai macchiato i miei vestiti, li guardai uno ad uno. Senza accorgermene i miei occhi si colorarono di un rosso acceso e la mia pelle si scurì, arrivando fino ad ottenere un colore grigiastro. Fulminai con lo sguardo colui che mi stava più antipatico.
<E ora cosa credete di fare umani?>
Molti di loro erano spaventati, altri mi guardavano solo con ribrezzo. Mi avvicinai ad uno di loro che subito si mise in posizione di difesa. Schioccai le dita ed in meno di qualche secondo le cellule che componevano il suo docile corpo si disintegrarono.
Tornai a guardare gli altri che ancora mi accerchiarono chiedendogli se avevano ancora intenzione di restare qui. Scapparono.
<Sono tutti uguali, scappano dal pericolo solo dopo che qualcuno prima di loro ha sofferto. Bah, non li capisco.>
Dissi, mentre il colore della mia pelle ed i miei occhi tornarono normali...per mia sfortuna. In meno di pochi secondi mi ricordai da cosa stavo scappando e mi voltai di scatto, correndo esattamente nella direzione dalla quale stavo scappando poco prima, nonostante il dolore alla caviglia e al fianco tornava a farsi sentire.
<E' inutile che corri, sono morti.>
Mi fermai di scatto, guardandomi intorno.
<C'è qualcuno?>
Chiesi con un tono di voce abbastanza alto, per essere sicuro che se ci fosse stato qualcuno mi avrebbe sentito. Per un attimo non ci fu nessuna risposta, poi udii una risata soffocata. Cominciai a spaventarmi, ma finsi di non esserlo: se fosse stato un nemico starei morto.
<Mh~ Non mi riconosci?>
Adesso la voce era dietro di me, ne ero sicuro. Mi girai di scatto, non trovando nessuno.
<Aww, hai paura di me?>
<Mostrati.>
Adesso mi stavo proprio cagando sotto, ma non lo diedi a vedere.
Un dito si posò sulle mie labbra indicandomi di fare silenzio, ma non c'era nessuno davanti a me. Incrociai gli occhi concentrandomi sulle fattezze di quel dito: magari avrei potuto riconoscere qualcosa. L'unghia era lunga e dipinta di blu, non mi suscitava assolutamente nessun ricordo.
<Tuo padre alla fine l'ha uccisa?...>
Fece una pausa che mi mise ansia.
<...Giorgio?>
Sussultai, nessuno mi chiamava più per il mio nome originale, nessuno conosceva più il mio nome originale, oltre una persona, ma era morto. Ne ero sicuro.
<Penso di no, l'unica persona per cui potresti correre in quel modo è per lei. O per lui... Si amano ancora? O tuo padre ha fatto la stessa cosa che hai fatto con me? Giorgio-chan?>
<Perché mi c-chiami così?>
Per mia sfortuna la cosa mi faceva troppa ansia, quindi incominciai a balbettare. Anche perché si era formata una nuvola di fumo intorno a noi, completamente a caso.
<Perché sei ancora un bambino. Un bambino attaccato alla madre. Ma lei è morta Topo, fattene una ragione.>
A quel punto la figura iniziò a prendere forma:
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!OneShots TheBadNauts~Raccolta!
Short StoryHo notato che il mio cervello sforna una TheBadNauts al giorno, allora... Eccomi qui!