Mi sedetti su quella sedia color ocra con i manici di legno scuro. Quel posto puzzava di fumo e tutti quei quadri alle pareti di persone che non conoscevo mi mettevano solo ancora più ansia. Alzai leggermente lo sguardo e vidi un uomo vestito di tutto punto, cravatta blu e gilet nero con camicia bianca. Mi fissava con i suoi occhi di fuoco e sentivo il mio piccolo cuore battere ad una velocità anormale.
<Giorgio dobbiamo parlare del tuo test di aritmetica di ieri.>
Annuii lentamente, anche se avessi voluto rispondere a parole probabilmente non ci sarei riuscito. Abbassai di nuovo lo sguardo, ma lui mi porse lo stesso quel maledetto foglio di carta che mi aveva portato lì.
<Questa verifica è completamente sbagliata e, essendo una verifica a crocette, è impossibile fare tutte le risposte sbagliate....>
A quel punto cominciai a sudare freddo, perché avevo capito dove volesse andare a parare.
<A meno che non conosci tutte le risposte giuste.>
Ero cosciente di quello che avevo fatto, ero stato uno stupido, se proprio dovevo fare una cosa simile avrei dovuto almeno farla bene.
<L-Le giuro che non avevo s-studiato...>
<Smettila di mentire, tu hai tutti voti sopra la media della tua classe quindi ora pretendo di sapere cosa diamine ti ha spinto a sbagliare di proposito la verifica di matematica, oppure di fare scena muta all'interrogazione di fisica e anche cosa ti ha spinto durante l'ora di filosofia a consegnare il compito in bianco.>
Sorrisi, perché il motivo per cui avevo fatto ciò era il ragazzo di cui ero follemente innamorato da anni. Ma quel tipo era senza cuore, quindi dissi semplicemente che non mi andava di studiare ultimamente.
<Allora Giorgio, se è come mi stai dicendo, mi toccherà sospenderti per almeno tre giorni.>
Annuii e mi alzai salutando cordialmente, poi raggiunsi la porta ed uscii. A sinistra, dove si trovavano delle sedie (non so perché erano lì, fatto sta che lo erano.), vidi Alex. Appena anche lui mi notò saltò dalla sedia e si mise davanti a me chiedendomi cosa fosse successo.
<Niente di che, era solo per quella cosa della verifica... Intanto andiamo che il pranzo non si cucina da solo...>
<Andiamo a casa tua?>
No, non potevamo andare da me. La regola a casa era che se portavo brutti voti a scuola, se prendevo una nota dormivo fuori e se fossi stato sospeso non avrei potuto tornare a casa fino a fine punizione, quindi non potevo tornare.
<Non possiamo andare da me Alex... Sono stato sospeso e beh... Conosci le regole...>
<Senti Gio', sta cosa che non studi è partita da quando ti ho detto che avrei potuto bocciare perché non faccio mai i compiti, non è che per rimanere in classe con me stai cercando di farti bocciare a tua volta?>
Alex mi conosceva troppo bene, aveva già capito cosa era successo, ma avrei potuto dirglielo? Alla fine sarebbe stato in disaccordo, no?
<Andiamo a casa e basta ti prego, ne parliamo dopo.>
Per il resto del viaggio nessuno dei due osò aprir bocca. Ero cosciente di cosa avevo fatto e cosa stavo facendo, sapevo che avrei rovinato un anno della mia vita. Ma se Alex sarebbe stato bocciato io sarei stato in classe senza di lui e lo avrei visto poche ore al giorno... no, non potevo sopportarlo, avevo bisogno di bocciare con lui. Non avremmo più potuto prendere in giro la professoressa di fisica per il suo naso storto, non avremmo più potuto lanciarci sguardi dolci quando si parlava d'amore in classe, non avremmo più potuto ridere quando qualche professore diceva un doppio senso mentre spiegava qualche argomento, non lo avrei sopportato. L'unica soluzione era smettere di studiare a meno che non ce ne fosse serio bisogno, visto che convincere Alex a studiare sarebbe stato come compiere una delle fatiche di Ercole. Entrammo in casa sua che oggi era deserta perché i genitori di Alex avevano deciso di portare il fratello in una gita di una settimana, ma Alex non era potuto venire in vista degli esami. Oramai conoscevo casa sua come il palmo della mia mano, quindi mi incamminai verso camera sua e mi sedetti sul letto, lui mi seguì subito dopo.
<Giorgio sei cosciente di ciò che stai facendo? Vuoi veramente sprecare un anno della tua vita per me?>
Avrebbe dovuto formulare la frase in maniera diversa, perché l'ultima frase mi aveva veramente toccato il cuore. Mi avvicinai a lui e lo persi per mano.
<Non so cosa farei senza di te, quindi sì.>
Dopo che pronunciai quelle parole ci fu un lungo silenzio fastidioso, che mi stava facendo impazzire.
<Perché non me lo hai detto subito? Mi sarei messo a studiare se tu mi avessi detto che sono così importante!>
Esclamò lui pochi secondi dopo. Mi alzai dal letto mettendomi davanti a lui, non c'era un motivo logico per quel gesto, semplicemente volevo farlo.
<Alex ma che cazzo stai dicendo? Io ti amo, mi sembrava ovvio che tu fossi così importante per me, hai bisogno che ti ricordi che stiamo insieme oltre che sei importante? Il fatto che tu non ti rendessi conto di ciò mi fa incazzare... E poi, hai pensato ad una vita senza di me?>
<Una vita senza la mia vita?>
Non riuscivo più a parlare, accidenti ad Alex, mi aveva rotto. Avrei voluto dirgliene quattro, parlargli del fatto che se non sarei stato in classe con lui avrei potuto anche impazzire, ma con una semplice frase era riuscito a farmi tacere.
<Baka...>
<Da quando conosci il giapponese Gio'?>
Ridacchiò lui. Io ero ancora su tutte le furie e forse lo avevo fatto notare, perché Alex mi tirò su di lui, misi le braccia intorno al suo collo, in quel momento ero incazzato con lui, ma lo amavo troppo per evitare il suo affetto.
<Scusa, non intendevo quello prima. Intendevo che io non valgo quanto un anno di studi, tu vorresti farti bocciare per stare ancora con me in classe se ho capito bene, ma se me lo avresti detto subito avrei potuto cominciare a studiare di più... Per il lavoro che farò non ho bisogno di chissà quale laurea, invece tu ne hai bisogno Giorgio, quindi ora io comincerò a studiare se per te è così tanto importante, ma non fare queste scelte affrettate, e soprattutto prima parlane con me.... Ok?>
Annuii lentamente mentre riflettevo sulle sue parole.
<Ora non pensiamoci più, dedichiamo un po' di tempo a noi, è da un po' che non stiamo soli...>
<Vero...>
In quel momento avevo le farfalle nello stomaco e probabilmente ero rosso in viso. Mi avvicinò a lui, lasciando sfiorare le nostre labbra. Poi mi baciò e visto che tenevamo le labbra socchiuse decidemmo di passare ad un bacio più passionale, mi mancava questo tipo di affetto. Ci staccammo dopo circa un minuto, io sorridevo, ma tenevo gli occhi ancora chiusi.
<Ti amo tanto tanto tanto...>
Sussurrai.
<Lo so.>
Aprii gli occhi e misi il broncio.
<Non me lo dici che mi ami?>
<Ti amo Giorgio...>
Mi buttai addosso a lui per abbracciarlo ma cademmo sul letto.
<Ma allora sei un coglione!>
<Non è colpa mia pensavo fossi in grado di reggere il mio peso! Sono solo pelle ed ossa!>
Risposi io di conseguenza, Alex sospirò. Restammo per un po' a coccolarci sul letto, poi mi tornarono in mente i compiti, allora gli chiesi cosa avessimo per domani.
<Ti ricordo che tu non andrai a scuola domani.>
<Io no, ma tu sì quindi mettiamoci a studiare!>
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!OneShots TheBadNauts~Raccolta!
Storie breviHo notato che il mio cervello sforna una TheBadNauts al giorno, allora... Eccomi qui!