Capitolo Tredici

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Hermione sbuffò scocciata. Di nuovo.

Era assurdo che Draco continuasse a non dare peso a ciò che gli aveva raccontato - che poi era ciò che aveva raccontato Gwendolyn - e che continuasse a sostenere che Gregory non potesse essere il colpevole.

"Smettila di sbuffare. Sei irritante quando lo fai" disse Draco entrando nella propria stanza.

Hermione lo seguì e chiuse la porta dicendo: "Tu invece sei irritante quando non mi ascolti."

"Io ti ascolto sempre, Granger."

"Però te ne freghi di quello che dico."

"Non è vero. Semplicemente mi sento libero di contraddirti se non sono d'accordo. L'ho fatto quando sospettavi di Tyler, e quando gli ho parlato è venuto fuori che avevo ragione. Con Altman non spreco nemmeno fiato" disse Draco sfilandosi la giaccia elegante fatta su misura e appoggiandola sullo schienale della sedia.

"Ma perché?" chiese Hermione.

"Sono sicuro che non è stato lui."

Hermione sbuffò per l'ennesima volta e si sedette sul letto di Draco, calciando via le scarpe - con lo stesso atteggiamento di una bambina che fa i capricci - in modo da potersi accomodare meglio sul letto del ragazzo.

Se non fossero stati nel pieno di una discussione, Draco l'avrebbe trovata divertente.

"Senti, Granger, io nemmeno ricordavo chi fosse Gregory Altman fino a un'ora fa. È un allievo anonimo, non si distingue dalla massa. È al limite della sufficienza praticamente in ogni materia per quel che so e nemmeno si sforza di fare di più. Non ha le capacità per produrre la pozione che è stata messa nel succo di Gwendolyn" spiegò Draco.

Hermione sbuffò gettando la testa all'indietro e affondandola nel cuscino.

Era esausta. Voleva scoprire chi ci fosse dietro quella storia, ma stava diventando un'impresa impossibile e ogni volta che sembravano aver trovato una soluzione finivano per ritrovarsi al punto di partenza.

"Non demoralizzarti" le disse Draco, sedendosi sul letto accanto a lei.

Hermione si allungò verso di lui prendendogli la mano e cercando di trascinarlo più vicino a sé. Draco non si fece ripetere l'invito.

Scivolò sulle coperte, fino a sdraiarsi accanto alla ragazza, e la strinse a sé facendole appoggiare la testa sul suo petto.

"Non stiamo facendo progressi. E nemmeno il Ministero, da quanto dice Harry. E se non riuscissimo mai a capire chi c'è dietro?"

Draco si fece sfuggire una risata, attirando l'attenzione della ragazza, e disse: "Non avrei mai pensato di vedere Hermione Granger arrendersi."

"Non mi sto arrendendo!" rispose lei piccata, mettendosi a sedere e guardandolo in faccia.

"A me sembra di sì."

"Va bene, allora cosa proponi? Abbiamo già indagato sui più sospettabili."

"Passiamo agli altri. E se non basta allarghiamo il cerchio."

Hermione sospirò. Le costava ammetterlo, ma Draco aveva ragione.

Non poteva arrendersi.




Nei giorni seguenti Hermione aveva cercato di sgomberare la mente il più possibile. Era convinta che prendersi una pausa dalle sue indagini sarebbe stato il modo migliore per riuscire di nuovo a concentrarsi.

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