Capitolo Dodici

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Hermione aveva riflettuto parecchio dopo la sua conversazione con Ginny.

Era sempre stata una persona molto orgogliosa - forse per cercare di difendersi da chi le diceva di essere inferiore - e non aveva mai permesso a nessuno di ferire il suo orgoglio, tanto meno di calpestarlo.

Non credeva lo avrebbe mai permesso nemmeno a Draco Malfoy. Anzi, lui era proprio l'ultimo della lista a cui avrebbe mai pensato di permettere una cosa simile.

Per quanto cosciente dei suoi errori, non avrebbe mai creduto di poterci passare sopra e di accantonare il proprio orgoglio per lui.

E invece si era sbagliata.

Si era sbagliata così tanto che ora se ne stava in piedi davanti alla porta della camera di Draco, cercando il coraggio di bussare.

Non aveva nemmeno idea di cosa dirgli.

Non aveva intenzione di scusarsi - credeva che, nonostante avesse sbagliato ad avere dei pregiudizi verso Tyler solo perché era un Serpeverde, avesse tutte le ragioni di avere qualche dubbio sulle azioni di quella casa - e in realtà non voleva nemmeno che si scusasse Draco. Non ne avrebbe avuto motivo, in fondo le aveva semplicemente fatto capire che il suo comportamento lo aveva deluso, ma non aveva fatto niente di sbagliato.

Quindi, se non era lì per delle scuse, in realtà non aveva idea del perché si trovasse lì.

Sentiva solo il bisogno di parlare di nuovo con Draco, di recuperare il loro rapporto - ammesso che fosse possibile - e di buttarsi quella storia alle spalle.

Sospirò e sollevò il pugno, pronta a bussare. Quando lo avrebbe visto, sicuramente le sarebbe venuto in mente cosa dire.

Ma non ebbe il tempo di far scontrare le nocche con la superficie di legno. Prima che potesse avvicinare la mano, Draco aveva già aperto la porta e la fissava sorpreso.

"Stai uscendo?" chiese Hermione con un filo di voce.

Erano le prima parole che gli rivolgeva da settimane.

Draco la guardò per qualche secondo, cercando di nascondere la sua felicità nel vederla di fronte a lui.

Aveva sentito la sua mancanza. Nonostante fosse ancora arrabbiato con lei, nonostante volesse disperatamente inveirle contro.

Gli era mancata così tanto che rivederla di fronte a sé sembrava quasi aver cancellato ogni traccia del loro litigio.

"In realtà, stavo venendo da te" ammise Draco.

La mancanza era stata tale da convincerlo ad andare da lei e cercare di chiarire qualsiasi cosa non andasse tra loro. Anche se era convinto di avere ragione, anche se era convinto che lei si fosse comportata male.

Non gli importava più chi avesse ragione e chi torto. Voleva solo chiarire.

Hermione sorrise, felice di non essere l'unica ad aver ceduto alla mancanza dell'altro.

"Posso entrare?" chiese timidamente.

Draco si spostò di lato per farla passare e poi richiuse la porta.

Il silenzio attorno a loro era assordante. Nessuno dei due aveva idea di cosa dire, pur sapendo che avrebbero dovuto dire qualcosa.

Alla fine la prima a parlare fu Hermione.

"Lo credevo anch'io, sai? Credevo anch'io di essere migliore" disse riferendosi all'ultima cosa che Draco le aveva detto quando avevano litigato.

Draco rimase in silenzio, sapeva che aveva altro da dire.

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