Tutti noi abbiamo un portafortuna. Un oggettino che ci accompagna da tutte le parti e sfioriamo prima di un esame, del colloquio di lavoro, di incontrare quel ragazzo che per tuto il periodo del liceo e tra qualche ora ce lo ritroveremo davanti, al lato opposto del tavolo, in un ristorante italiano. Un simboletto che ci accompagni nella vita di tutti i giorni, dall'alba a tramonto. C'è chi attribuisce a questo oggettino un valore simbolico, oppure, chi come me lo porta per abitudine e bellezza. Sono Iustitia Fallong, e non credo nella fortuna, ma solo nell'audacia di una persona; non credo nell'amore a prima vista e nell'anima gemella, solo a un rapporto più intenso che si può creare con una persona; sono Iustitia Fallong e non credo nei sogni e nella magia, non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere, era quello che affermò Albus Silente nel primo libro della saga che ha stravolto la vita di mezzo globo. Era quello che credevo, "non serve a niente rifugiarsi nei sogni"... ma se questi sogni, in realtà, fossero realtà? Che succederebbe se una giovane ragazza, costretta a seguire le orme del padre e mandar avanti la tradizione, si innamorasse del principe azzurro che le faceva visita ogni notte quando chiudeva gli occhi? Che succederebbe se questa giovane fanciulla iniziasse a credere nella magia?
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