44. La sera prima

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Fra Fabrizio che cresceva, io che avevo iniziato ad insegnare e i preparativi delle nozze, il tempo era scivolato tra le mie dita senza che quasi me ne rendessi conto.

"E quindi ci vediamo domattina quando sarai mio marito?" domandai allacciando le braccia intorno al collo di Giuseppe. Dondolai sul posto emozionata.

"Sì. A meno che tu non decida di scappare..."

"Non credo proprio. Tu invece sei ancora sicuro?"

"Al 100%. Allora... me lo dai un indizio sul vestito?"

"No. Te lo puoi scordare," dissi decisa. Non avevo intenzione di rivelare il benché minimo dettaglio sul mio abito da sposa. Volevo che l'indomani, al vedermi arrivare verso di lui restasse senza parole per la sorpresa.

"E i capelli invece?" domandò mentre accarezzava con dolcezza i miei lunghi capelli castani. Erano cresciuti parecchio, perché in occasione del matrimonio li avevo tagliati solo il minimo indispensabile. "Li terrai sciolti sulle spalle oppure raccolti? Almeno questo puoi dirmelo..." mi sussurrò all'orecchio tentando di farmi perdere la ragione.

"Mmm... smettila non parlerò," dissi facendolo allontanare dal mio collo che stava baciando con passione nel tentativo di farmi capitolare.

"Ok. Ho capito," affermò alzando le mani in aria in segno di resa.

"Sarà meglio che tu vada o finirò per parlare troppo."

"Va bene, vado. Un ultimo bacio alla mia fidanzata prima che diventi mia moglie?"

"Concesso," dissi sorridendogli prima di attirarlo a me in un bacio appassionato.

Era la sera prima del grande giorno. Io e Giuseppe avevamo deciso di rispettare la tradizione e separarci per poi rivederci solo la mattina dopo, nel momento del sì. Il mio futuro marito era andato in hotel insieme alla sua famiglia, mentre in casa, oltre a me e Fabrizio, c'erano anche i miei genitori venuti per assistere alla cerimonia. Durante questi mesi gli avevo visti solo per le festività più importanti e ogni volta, mia madre si era mostrata sempre piuttosto silenziosa. Da quando l'avevo minacciata di non farle più vedere il nipote era diventata quasi irriconoscibile.

Avevo fatto il bagnetto al piccolo e mentre gli stavo mettendo il pigiamino, qualcuno bussò sulla porta aperta. Quando alzai lo sguardo, incrociai quello della mia genitrice.

"Posso parlarti?"

"Se è per dirmi che non è troppo tardi per tirarmi indietro... ti prego di lasciar perdere," risposi mentre terminato di vestire Fabrizio lo poggiavo a terra.

"Niente del genere. Te lo prometto."

"Ok. Allora entra pure."

"Amore, che ne dici di andare un po' dal nonno?" domandai al mio piccolino che ormai camminava sicuro sulle sue gambe.

"Sì," articolò con la sua vocina dolce.

Mia madre venne a sedersi accanto a me sul letto e mi accarezzò una gamba in modo affettuoso. La cosa mi lasciò sorpresa. Da quando le avevo detto di Giuseppe era sempre stata gelida con me. Non che prima fosse in gara come genitore più amorevole del mondo. Avevamo quel tipo di rapporto madre-figlia fatto di battibecchi e tensioni continue, mentre con mio padre era sempre stato l'opposto. Ero la sua bambina che supportava e amava sempre, qualunque cosa accadesse.

"Lo so che ormai vivi qui con lui da diverso tempo e avete anche Fabrizio, però da domani cambierà tutto ufficialmente. Diventerai sua moglie e non sarai più solo mia figlia..." disse quasi commossa. "Non voglio vederti fare questo grande passo mentre mi odi."

The key of my heart - Giuseppe ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora