Impuntarsi non serviva a nulla specie se si aveva a che fare con Eleonora.
"Metti questa gonna, starai più comoda."
"Ma non ci penso neanche lontanamente. Un jeans andrà più che bene."
"Oh andiamo lady Marian. Devi vestire in modo femminile e sexy se vuoi ammaliare Luis."
"Cosa? Che stupidaggine. Io metterò il jeans che ti piaccia o no e se il tuo prezioso Luis dovesse offendermi come ieri sera dovrai convincere qualcuno della tua compagnia a venire con te. Vengo a queste stupide lezioni solo perché mi hai fregato, non certo per attirare l'attenzione del tuo prezioso maestro!"
Eleonora alzò gli occhi al cielo e lasciò la stanza borbottando.
Finì di vestirsi alla meglio e poco dopo le otto uscì di casa diretta verso la Royal.
Subito dopo pranzo si era sentita con i suoi, sua madre le aveva raccontato che la signora Imma al quale andava a fare le iniezioni aveva preso la polmonite e ovviamente le aveva raccomandato di coprirsi bene.
Effettivamente faceva freddo ma ormai era uscita senza sciarpa e non valeva la pena tornare indietro.
Quando arrivò alla Royal si fermò indecisa davanti alla porta, non aveva molta voglia di entrare ma il pensiero di rivedere l'argentino le solleticava i sensi, ma questo non lo avrebbe mai ammesso con Eleonora.
Spinse la porta ed entrò nell'atrio poi con le mani in tasca raggiunse la sala dove era entrata la sera prima.
Luis se ne stava appoggiato con il bacino al ripiano dove si trovava lo stereo, aveva le braccia conserte e la consapevolezza che sicuramente Marianna non si sarebbe fatta vedere.
Quando la vide affacciarsi nella sala ne restò ammaliato, le guance erano arrossate dal freddo e le conferivano un aria sensuale.
Indossava un semplice jeans e un cappottino nero con i risvolti di pelliccia.
Quando tolse il cappotto decise di manifestare la sua presenza.
Si schiarì la gola e sistemò i CD.
"Buonasera Señorita."
Marianna si tirò le maniche a coprire le mani fredde e si voltò verso di lui.
"Buonasera maestro."
"Vieni al centro della sala señorita e ricorda che il mio nome è Luis."
Marianna fece una smorfia di disappunto e si avviò al centro della sala.
Luis si avvicinò e prese a spiegarle gli stessi passi della sera precedente, era più sciolta nel farli ma rispetto alla sera precedente aveva un problema con le scarpe, sembrava si incollassero al pavimento della sala facendo attrito.
"Señorita, madre de dios! Tu es desgarbada. Il piede deve scivolare per raggiungere l'altro. Tu non lo fai scivolare!"
"Si che lo faccio, il problema è che non capisco cosa succede con le scarpe."
Iniziava ad innervosirsi, era da più di un ora che continuavano a fare sempre la stessa sequenza di passi e lui la riprendeva sempre sul medesimo pezzo.
Con sua grande sorpresa lo vide accovacciarsi fino ai suoi piedi.
"Su il piede señorita."
Marianna odiava il tono perentorio di comando che usava, storse gli occhi e alzò un piede.
Luis controllò le suole degli stivaletti e poi fece una cosa che la lasciò senza parole, le sfilò lo stivaletto e il calzino.
Poi sollevò gli occhi su di lei in una muta richiesta e come se avesse proprietà telepatiche con la sua persona alzò il piede e lasciò che le togliesse l'altro stivaletto e il calzino.
Luis si alzò e portò via gli stivaletti mettendo molto spazio tra il suo corpo e lei.
Non era un feticista e non aveva una passione smisurata per i piedi, ma quelli di Marianna per uno strano caso gli sembravano qualcosa di altamente erotico, il colore rosato che portava sulle unghie era un chiaro segno di quanto lei tenesse al suo essere femminile.
Tolse le scarpe e le calze per non schiacciare inavvertitamente i piedi di Marianna e tornò da lei senza guardarla in viso altrimenti avrebbe commesso una sciocchezza.
"Ricominciamo, a uno, dos, tres, ruota il bacino, mano sul fianco e striscia."
Marianna sorrise contenta, finalmente non lo sentiva sbraitare.
Ma era felice anche di potersi lasciare andare alle note del tango che risuonava nella sala.
"Bene señorita per stasera abbiamo finito. Domani sera ti aspetto alla stessa ora, imparerai gli altri passi e poi vedremo di trovare un partner. E mi raccomando non tornare con questi!"
Le passò gli stivaletti cercando di non toccarla, ma nel prenderli Marianna lo sfiorò inavvertitamente.
Una scarica elettrica sembrò trapassarle il corpo facendola sentire strana.
Si chinò ad infilare gli stivaletti per non mostrare che di sicuro le sue guance erano arrossate, poi ripensò alle parole di Luis.
"Ma spiace ma domani non è possibile. Di solito il giovedì vado in palestra e quando finisco torno a casa perché sono stanca."
Luis le rivolse un occhiata di scherno.
"Señorita, quanti anni hai? Ottanta? Ti posso assicurare che neanche le arzille signore che vengono alle cinque il venerdì pomeriggio si lamentano di essere stanche e la più giovane credo abbia ottantadue anni. Domani sera qui alle otto e mezza e abbi la decenza di rispondere al telefono quando ti chiamo. Non esisti solo tu señorita!"
Marianna rimase a bocca aperta, no sul serio, ma quanto era stronzo questo tipo.
"Non rispondo mai agli sconosciuti e non sapevo di certo che lei, maestro, avesse il mio numero. Resta il fatto che comunque domani sera non verrò punto."
Gli voltò le spalle stizzita e raggiunse gli attaccapanni per recuperare il cappottino e la borsa.
"Ma tu guarda che tipo, insopportabile, arrogante e spocchioso!"
Luis la osservava da lontano mentre con stizza infilava il cappotto borbottando qualcosa ai suoi danni di sicuro.
Nonostante cercasse in tutti i modi di tenerla lontana non gli riusciva, era come un polo positivo, si sentiva attratto da lei. Inoltre la trovava divertente, era inusuale per lui vedere come i suoi occhi cambiavano colore dal grigio verde al miele caramello quando si arrabbiava.
"Buona serata!"
Lo aveva salutato solo perché era educata altrimenti lo avrebbe volentieri mandato al diavolo.
Si voltò per uscire dalla sala e si stupì quando lo vide raggiungerla con il giubbotto in mano.
"Sei stupita señorita? Questa sera non ci sono lezioni, sono venuto qui solo per te."
Marianna lo guardò con diffidenza, cosa si aspettava, che lo ringraziasse? In fondo lei non aveva chiesto nulla.
All'uscita il suo umore peggiorò quando vide che pioveva.
"Oh no, anche la pioggia!"
"Non hai ombrello señorita?"
Quel señorita iniziava a darle sui nervi.
"Perché lei è sempre preparato per la pioggia? Cos'è un meteorologo?"
Luis scosse la testa divertito.
"Vieni, ho la macchina qui dietro, ti do un passaggio."
Che?
Un passaggio?
Con lui in auto?
Ma neanche morta.
"No grazie. Abito qui vicino, raggiungere casa mia a piedi è molto più veloce che con la macchina. Buona serata."
Si alzò il collo del cappottino e si avviò a passo veloce sotto l'acqua che ancora non cadeva forte.
Sperò e pregò che continuasse così perché contrariamente a quanto aveva detto a Luis casa distava parecchio e si sarebbe bagnata.
Luis rimase di stucco, seriamente aveva rifiutato un passaggio e si era avviata sotto la pioggia?
Questa ragazza iniziava a stupirlo ogni volta di più, forse avrebbe potuto imparare a conoscerla dato che comunque lo attraeva così. Ed era da Consuelo che non si sentiva così con qualcuna.
Contrariamente a quanto aveva sperato, pregato e agognato, la pioggia aveva iniziato a scendere copiosa e già dopo un centinaio di metri era zuppa fino ai piedi.
Quando arrivò a casa sentiva freddo e batteva i denti, si spogliò velocemente e si fece una doccia bollente per scaldarsi.
Poi con una tisana calda e un paio di biscotti andò a letto e si infilò sotto le coperte.
Tina aveva il turno e Ele chissà dove era e con chi, chiuse gli occhi presa da un improvviso bruciore.
Si addormentò quasi subito sognando Luis che la stringeva forte e la portava a cavallo.
Quando si svegliò si sentiva intontita e stanca, aveva la gola secca che le doleva e le bruciava.
Lanciò uno sguardo alla sveglia, non si sentiva molto in forze, sul comodino c'erano una tazza vuota e un bicchiere di succo d'arancia oltre al termometro.
Le sembrò alquanto strano, spostò le coperte che pesavano come un macigno e infilò le pantofole.
Appena si mise in piedi un capogiro la prese alla sprovvista e dovette tenersi al muro.
Poi piano piano la testa smise di girare, indossò la vestaglia prese la tazza e il bicchiere e uscì dalla stanza.
"Marianna!"
Eleonora le corse incontro togliendole le cose che aveva tra le mani e la accompagnò piano in cucina.
Tina era seduta al tavolo e consumava un pasto veloce.
"Ciao Marianna come ti senti?"
Erano entrambe strane e come dubbiose.
"Ho la gola che sembra carta vetrata ma niente che un po' di miele o gargarismi con acqua e limone non possano risolvere. Credo però che per oggi non andrò a lavoro, devo recuperare il cellulare e chiamare il direttore. Prima però una tisana calda."
Si schiarì la gola, parlare la faceva irritare.
Eleonora e Tina si scambiarono uno sguardo eloquente.
"Lady Marian non ricordi niente?"
Mise il bollitore sul fornello e si girò a guardare Eleonora ma lo fece troppo in fretta e un nuovo capogiro la costrinse ad aggrapparsi al ripiano della cucina.
Tina si alzò subito e la aiutò a sedere.
"Scusate ragazze ma non sono molto ricettiva stamattina, di cosa dovrei ricordarmi?"
Chiese con la testa tra le mani, aveva iniziato a farle male.
"Hai avuto la febbre Marianna."
"Esatto, febbre a quaranta, deliri, frasi sconnesse. Ci hai messo paura."
Guardò Tina e Eleonora.
Si era ammalata?
Erano anni che non le succedeva.
Si era raffreddata ma mai con febbre alta.
"Febbre? Deliri? Oh santo cielo, dovrò chiamare il direttore prima che mi dia per dispersa."
Eleonora le porse una tazza di tisana con miele e limone e si strinse nelle spalle.
"In realtà lo hai fatto tu stessa. Giovedì mattina hai chiamato il direttore e gli hai detto che eri influenzata e avevi bisogno di qualche giorno per riprenderti."
La guardò sbalordita.
Non si ricordava assolutamente niente.
Si mise la mano sulla fronte e sospirò stanca.
"La febbre. Erano anni che non mi succedeva."
Tina sorrise mentre Ele si alzò borbottando.
"Bhe ci credo, non sei mai stata così stupida da camminare sotto la pioggia solo per evitare un passaggio."
In quel momento le tornò in mente che mercoledì era stata alle lezioni di tango e poi era tornata a casa sotto la pioggia.
Fece una smorfia di disappunto e guardò male Ele.
"Perché secondo te che avrei dovuto fare, accettare la sua improvvisa gentilezza? Ha dimostrato in tutti i modi che non mi sopporta, perché mai avrei dovuto accettare?"
Eleonora alzò gli occhi al cielo.
"Bhe intanto forse per non bagnarti e poi magari per cercare di instaurare un rapporto con lui."
"Un rapporto? Di che cosa stiamo parlando Ele? Quel tipo mi odia, non gli ho fatto niente ma mi odia. La prima sera mi ha dato della torpe, sai che vuol dire?"
Dovette fermarsi per un colpo di tosse che le sconquassò il petto.
"Piano Marianna, non stai ancora bene e tu potresti lasciarla in pace? Smettila di voler fare il cupido della situazione."
"Non sto giocando a fare cupido, molto semplicemente credo che Luis sia la persona adatta a dare una sferzata di positività ed energia a Marianna."
Marianna la fissò a bocca aperta.
"Positività? E dimmi dove avresti trovato positività in quel... quel..."
Nuovamente la tosse le impose di non parlare.
"Marianna io ti voglio bene e ti sento come una sorella e non voglio che tu rinunci a vivere. Devi scioglierti, lasciarti andare. Sul serio non ti piace Luis? Dimmi che non lo trovi almeno carino e me ne starò al mio posto senza farti mai più pressioni."
Dovette ammettere con se stessa che lo trovava molto più che carino e che non le dispiaceva affatto che Eleonora o Tina si preoccupassero per lei e che farlo presente alle amiche non avrebbe significato certo convolare a nozze con lui.
Anche perché lo trovava antipatico e insopportabile nonostante fosse bello, sexy e con un aurea di dannato che ti faceva drizzare i peli sulla schiena.
"Non è carino. È fin troppo consapevole di essere un figo della Madonna. Ha quegli occhi profondi in cui affonderesti tranquillamente senza alcun timore, per non parlare del suo aspetto. Deve essere sicuro uno che ci tiene al suo corpo e al fare bella figura. Quindi si Ele, lo trovo fin troppo bello. Ma perché è bello non gli faccio di certo passare le offese. Andiamo mi ha dato della torpe e della tarde. Io non sono né goffa né ritardataria. Succede a tutti un imprevisto. Come se non bastasse l'atra sera mi ha dato della vecchia noiosa e della desgarbada che non so che diavolo significhi!"
Eleonora la guardava divertita.
Poi si alzò e fece uno strano balletto.
"È impazzita?"
Lo chiese a Tina che come lei osservava la scena sbigottita.
"Non ne ho idea, ma è da cinque giorni che è strana, esattamente da quando tu ti sei svegliata con la febbre."
"Cosa?"
Cinque giorni?
Era a letto da cinque giorni!
"Ti stupisci? Marianna hai avuto la febbre alta fino alle tre di stanotte. Io e Ele abbiamo fatto i turni al tuo capezzale."
Ele era sparita in camera e ritornò poco dopo con il telefono tra le mani. Stava smanettando in modo veloce e concentrato.
"Ele, Tina, non so come ringraziarvi. Mi dispiace non sapevo di essere rimasta a letto così tanto. Quindi oggi che giorno è?"
Eleonora aveva smesso di smanettare con il telefono e lo posò sul tavolo.
"Oggi è lunedì gioia. Saresti dovuta andare in palestra, temo però che non saresti stata in forma. Inoltre hai perso liquidi che devi reintegrare, sei smunta e grigia."
Eleonora sapeva sempre tirare su il morale alle persone.
"Bhe grazie, sei molto gentile a farmelo notare."
Tina si mise a ridere mentre Ele le fece un cenno con la mano.
"Tranquilla, niente che una buona maschera, un bagno caldo e una bistecca fiorentina non possano risolvere."
In quel momento il cellulare si illuminò sul tavolo e Ele si affrettò a prenderlo per leggere il messaggio ricevuto.
Dopo un attimo riprese a danzare sotto gli sguardi straniti di Marianna e Tina.
"Si può sapere che ti piglia? L' eu mat cucalè!"*
"Tina tu non puoi capire. La nostra lady Marian ha fatto centro."
Marianna guardò Eleonora con occhi spalancati, non capiva.
Quando le mise il telefono davanti le guance si imporporarono.
Luis aveva risposto al messaggio che gli aveva mandato Eleonora.
"Sono felice che la bella Marianna si sia svegliata e stia bene. Salutamela e dille che spero torni presto."
"Ele che hai combinato?"
Eleonora smise di ballare e la guardò euforica.
"Io non ho fatto niente tesoro. Luis ha il tuo numero e dopo averti chiamato innumerevoli volte senza avere risposta ha chiamato me. Quando gli ho detto che avevi la febbre alta si è dispiaciuto e ha mandato un messaggio ogni giorno per sapere come stavi."
Marianna ne rimase piacevolmente stupita.
Il maestro si era preoccupato per lei?
Forse allora non era così stronzo come voleva dimostrare.
Un senso di gioia la pervase e si sentì rinata nonostante i postumi dell'influenza.*Questa è matta. (Dialetto Comacchiese)
Nota
Gemme preziose, ciao a tutte. Spero di non mandarvi in confusione con le frasi in dialetto sardo o comacchiese.
Se avete dubbi o domande non aspettate, chiedete.
Per quanto riguarda le frasi in toscano non le traduco poiché sono intuibili. Ma anche qui per qualsiasi delucidazione fatevi sentire.
Spero che via stia piacendo perché io mi sto divertendo un sacco.
Ovviamente c'è chi mi aiuta ma devo anche fare tante ricerche.
Quindi mi auguro che non mi abbandonerete se ci metto molto a pubblicare.
Un bacione e un abbraccio a tutte siete preziose come gemme vi voglio bene 😘♥️
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Tu es caliente
ChickLitPer uno strano scherzo del destino Marianna si trova a prendere lezioni di tango per una scommessa persa. Non è che non le piaccia il tango, il problema è che lei non dovrebbe mai scommettere . Lei è una persona placida e tranquilla non da fastidio...