Se in un primo momento si era sentita euforica perché Luis si era informato circa il suo stato di salute tramite Eleonora, appena il telefono si fu caricato iniziò a inveire contro di lui.
Aveva trovato messaggi del giovedì precedente in cui la rimproverava di essere una bambina capricciosa.
Di non essere la sua unica allieva.
Di essere superficiale e di non avere rispetto degli altri.
Non ci vide più.
Se il caro maestro credeva che se ne sarebbe stata a casa a tenersi tutte le offese che le aveva gratuitamente offerto si sbagliava di grosso.
Prese un maglione caldo e dei pantaloni dall'armadio, si vestì e si mise giusto della crema idratante sul viso per smorzare i danni dell'influenza.
Infilò il cappotto e prese la borsa.
Fuori dalla sua camera la vide Eleonora e strabuzzò gli occhi.
"Lady Marian dove vai? Sei in fase di guarigione non dovresti uscire."
"Vado a risolvere una questione!"
Uscì di casa e rabbrividì ma non aveva intenzione di mollare.
Dopo due tram finalmente arrivò in prossimità della Royal, il freddo che sentiva le faceva battere i denti.
Gettò lo sguardo all'orologio che aveva al polso e ebbe un attimo di esitazione.
Erano quasi le otto, forse non c'era neanche nessuno.
Aprì piano la porta e si avventurò all'interno.
Nella sala risuonava musica classica, non sapeva di certo dire se fosse Bach o Beethoven.
Quando si affacciò vide una decina di ragazze in body nero e scarpette con la punta.
Aveva sempre invidiato la grazia delle ballerine sulle punte, lei non ne sarebbe mai stata in grado.
"Ciao, cerchi qualcuno?"
Una ragazza sui venticinque anni con body e scaldamuscoli si avvicinò sorridendo.
"Ehmm salve, sto cercando il maestro di tango, ho ..."
Un colpo di tosse la costrinse a interrompersi.
"Ah Luis, deve essere di la negli uffici. Se vuoi vado a chiamarlo."
Annuì ringraziando con voce rauca.
Si girò a guardare le ragazze che danzavano e un capogiro la prese alla sprovvista, iniziavano nuovamente a bruciarle gli occhi.
Sperava solo che la febbre non salisse nuovamente.
"Scusa."
La ragazza di prima era tornata.
"Luis al momento è al telefono e non può venire. Ha detto che puoi raggiungerlo di la. Vai per questo corridoio, sul lato destro troverai tre porte. Luis è dietro la seconda. Non puoi sbagliare."
"Ti ringrazio."
"Ma di che, figurati."
Seguì le istruzioni della ragazza e raggiunse la porta che le aveva indicato.
Bussò leggermente e attese che qualcuno le dicesse avanti.
Ma dovette attendere a lungo.
Quando finalmente Luis aprì la porta lei era funesta.
Aveva atteso qualcosa come dieci minuti buoni dietro una porta chiusa che sua maestà si degnasse di rispondere, la testa aveva preso a pulsare sulle tempie e si sentiva uno straccio.
"Señorita, a cosa devo questa visita? Non dovresti essere a letto al caldo?"
Lo trucidò con lo sguardo e su piede di guerra entrò in quello che sembrava un ufficio solo per la scrivania che c'era. Per il resto sembrava un comune deposito da palestra con palloni, clavette e altri attrezzi piccoli.
Dietro la porta era addossato un biposto blu che aveva visto tempi migliori.
"Come al solito sei sempre molto gentile con la mia persona maestro! Sono venuta qui per...."
Ovviamente la tosse non le lasciava modo di spiegarsi.
"Señorita quando capirai che il mio nome è Luis credo nevicherà. Comunque da quanto posso vedere non avresti dovuto uscire di casa. Sei un incosciente! Tieni."
Le porse una bottiglietta d'acqua e la osservò mentre beveva piccoli sorsi per calmare la tosse.
"Io ti chiamerò Luis quando inizierai a trattarmi con garbo e gentilezza e soprattutto..."
La frase restò incompleta perché le si storsero gli occhi e se non fosse stato per Luis che la prese tra le braccia sarebbe caduta a terra.
La mise sul biposto e andò a cercare Ilenya, la nipote di Roberto.
"Ile, por favor, manda un messaggio con il telefono della Royal nel gruppo delle signore e avvisa che per stasera la lezione è rimandata. La ragazza è svenuta e devo accompagnarla a casa sua."
"Tranquillo Luis me la sbrigo io. Si vedeva però che non stava bene."
Tornò da Marianna e la osservò mentre cercava di darsi una spiegazione del perché si preoccupava di riportarla a casa.
Scosse la testa, prese il suo cellulare e mandò un messaggio a Eleonora chiedendo l'indirizzo per riportare la sua amica a casa.
Eleonora gli diede l'indirizzo e si premurò di avvisarlo che in casa non c'era nessuno e che per aprire doveva cercare le chiavi in tasca a Marianna.
Alzò gli occhi al cielo e sbuffò contrariato.
Troppo coinvolgimento con questa ragazza, doveva riportare tutto su un piano strettamente professionale.
La prese in braccio e per un attimo il profumo delicato della sua pelle lo destabilizzò, ma fu questione di pochi secondi.
Raggiunse il parcheggio e mise Marianna sul sedile, prima di chiudere la portiera vide che aveva aperto gli occhi e si guardava intorno spaesata.
Poi li richiuse tirandosi il bavero del cappotto come fosse una coperta.
Salì in auto e lungo il tragitto dovette trattenersi dallo svegliarla per sgridarla, casa sua era piuttosto lontana.
Quando arrivarono davanti al vecchio palazzo cercò le chiavi nelle tasche del cappotto e la riprese in braccio.
Terzo piano, solo sette rampe di scale.
Davanti alla porta dell'appartamento lasciò scivolare le gambe di Marianna dalle sue braccia per aprire la porta ma la tenne ben stretta a se per non farla cadere.
Marianna poggiò la fronte nell'incavo del suo collo e mugugnò qualcosa.
"Madre de dios, scotta."
La riprese in braccio e varcò la soglia dell'appartamento, alla luce fioca di una lampada su un tavolino in un angolo la mise delicatamente sul divano che sembrava vecchio quanto sua nonna Mercedes.
Richiuse la porta e si domandò se non dovesse portarla su un letto.
Poi optò per svegliarla.
"Marianna, Marianna svegliati."
"Mmhh."
"Marianna, vamos mi ángelito despierta. Marianna."
Le vide aprire gli occhi e stropicciarli.
"Non è possibile, neanche nel sonno mi lasci in pace? Sarai anche carino ma sei insopportabile!"
Lo trovava carino?
Sorrise compiaciuto.
Poi la vide alzarsi e dirigersi verso una porta ad arco che non aveva idea di dove conducesse.
Di certo non poteva seguirla.
Lasciò le chiavi sul tavolino vicino alla porta e dopo una breve occhiata all'ambiente uscì dall'appartamento.
Lo trovava carino, certo non poteva esserne sicuro dato che aveva la febbre ma forse era il caso di approfondire la conoscenza di questa ragazza che faceva di tutto per non dargli soddisfazione e continuava a dimostrargli quanto poco lo sopportasse.
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Tu es caliente
ChickLitPer uno strano scherzo del destino Marianna si trova a prendere lezioni di tango per una scommessa persa. Non è che non le piaccia il tango, il problema è che lei non dovrebbe mai scommettere . Lei è una persona placida e tranquilla non da fastidio...