Da quasi un mese la sua frequentazione, se così la si voleva chiamare, con Luis procedeva a gonfie vele.
Lui andava a prenderla a lavoro ogni giorno, ormai di lei sapeva anche che portava il trentotto di numero di scarpe, che dimenticava spesso le cose, che adorava i film romantici e che leggeva prima di mettersi a dormire.
Al contrario lei sapeva solo che preferiva solo un caffè a colazione, che viveva in un piccolo appartamento che ancora non aveva visto e che forse presto sarebbe andato in Argentina a trovare i suoi.
Avevano passato intere serate a chiacchierare ma mai una volta Luis si era sbottonato raccontandole della sua vita privata.
Era quasi come se si nascondesse o ancora peggio come se non si fidasse di lei.
Ne aveva parlato con le ragazze e secondo loro doveva solo dargli tempo.
Non è che lei non volesse darglielo o fosse pervenuta nei suoi confronti, aveva solo bisogno che il loro rapporto si evolvesse in qualche modo.
La ricopriva di attenzioni, la baciava a volte in modo dolce e delicato e a volte era irruento e le faceva perdere il controllo.
Ma mai si era spinto oltre, spesso arrivava a sentirsi sbagliata e sporca perché lo desiderava al punto da stare male.
Ripiegò lo scampolo verde e sbuffò.
Aveva disegnato una linea che le piaceva un sacco ma non aveva a disposizione la stoffa adatta.
Quello che le serviva era della stoffa che ricordasse il lino ma che fosse più leggera e soprattutto di colori aranciati, ramati e caldi.
In merceria non aveva trovato niente che la soddisfacesse, Caterina era andata a Milano per il battesimo della cugina ma neanche lei aveva trovato nulla.
Si sentiva infruttuosa e svilita, sia per il rapporto con Luis sia per il lavoro di cucito.
Era da sola a casa, Tina aveva il turno e Eleonora era a casa di Ernesto, aspettava Luis ma non aveva idea per che ora sarebbe arrivato così andò a fare una doccia.
Quando uscì dal bagno con un asciugamano a turbante in testa e l'accappatoio andò in cucina a mettere il bollitore per la tisana.
Il colpo secco alla porta le annunciò l'arrivo improvviso di Luis.
Gli aprì la porta per farlo entrare e stringendosi nell'accappatoio gli sorrise imbarazzata.
"Ciao mi angelito."
"Ciao Luis, non ti aspettavo per adesso e sono andata a fare una doccia. Se mi aspetti di la in cucina vado a vestirmi."
Luis la mangiò con lo sguardo.
La tirò al suo petto e la baciò profondamente e a lungo finché non la sentì gemere di piacere.
"Sarà meglio che tu vada querida."
Marianna si sentiva ardere dalla passione ma ricacciò indietro la voglia di lui e annuì.
Si diresse in camera quasi di corsa e si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi contro.
Era innegabile, voleva Luis con tutte le sue forze e questo la mandava in crisi.
Indossò l'intimo e un pantalone, stava per infilare la felpa quando Luis entrò in camera.
Le si avvicinò lentamente per darle forse il tempo di battere in ritirata ma non voleva farlo, voleva anzi vedere fin dove si sarebbe spinto.
"Querida..."
La baciò prima lentamente e poi in modo irruento, le tolse la felpa dalle mani e la spinse inesorabilmente verso il letto.
La fece stendere e la accarezzò con lo sguardo che la bramava.
Si stese sul letto accanto a lei e la accarezzò piano quasi avesse timore che potesse rompersi.
"Mi amor me vuelves loco, no puedo alejarme de ti."
Marianna aveva il cuore in tumulto e milioni di emozioni diverse le pungolavano il corpo e di certo non aveva capito un tubo di quello che Luis aveva appena detto.
Quando iniziò a baciare la pelle esposta del suo corpo emise un flebile gemito e chiuse gli occhi lasciandosi andare pregando Dio che non si fermasse.
Luis la spogliò dei pochi indumenti che indossava e di quelle poche certezze che aveva fino a quel momento.
La coprì con il suo corpo e la guardò intensamente negli occhi mentre la travolgeva con la sua foga .
Sentire finalmente Luis dentro di lei fu come se fino a quel momento era stata vuota, come se Luis fosse il suo pezzo mancante, quel pezzo che ti fa sentire padrona del mondo senza esserlo minimamente.
Le sussurrava parole in argentino che non capiva perché la sua mente era troppo annebbiata dal desiderio.
Lo stomaco era un vortice di sensazioni, contrazioni, sfarfallii, neanche la sua prima volta se la ricordava così.
Luis ansimava e sembrava quasi si stesse trattenendo.
Quando insieme raggiunsero l'apice del piacere e dell'appagamento Luis emise un grugnito di soddisfazione mentre Marianna si lasciò sfuggire una lacrima.
Lacrima che preoccupò Luis.
"Mi angel perché piangi? Ti ho fatto male?"
Marianna scosse la testa.
Il cuore non cessava di battere furioso nel suo petto e sentiva quello di Luis rimbombare di rimando, quasi fossero in sintonia.
"Parlami querida, che succede?"
Marianna tirò su con il naso.
Prima di parlare un singulto le fece sobbalzare il petto.
Luis la prese tra le braccia e la cullò dolcemente.
"Perdonami."
Marianna alzò gli occhi e lo guardò.
"Non hai fatto nulla di sbagliato ne mi hai fatto male."
"Allora perché piangi?"
Sembrava seriamente preoccupato e lei si sentiva sciocca e in difficoltà a raccontargli il perché delle sue lacrime.
Divenne rossa per la vergogna.
"Il fatto è che..."
Si vergognava troppo, nascose la faccia nell'incavo del collo di Luis e sospirò forte.
"Señorita quando arrossisci in quel modo el mi corazón tiembla."
Marianna alzò gli occhi in una muta domanda.
"Che vuoi dire?"
Luis sorrise e se la tirò addosso.
"Perché piangevi?"
"Luis la mia prima volta non me la ricordo così intensa. Il fatto è che tu mi hai scombussolato così tanto che le lacrime sono uscite da sole. Non so se è stata l'emozione o la potenza del rapporto. Mi scuso se ti ho in qualche modo-"
Due dita di Luis le chiusero la bocca.
"Non devi scusarti di nulla mi angelito. Sono contento che fare l'amore con me ti abbia scatenato quella reazione."
E per dimostrarle che le era piaciuto fin troppo stare dentro di lei ricominciò da dove aveva finito.
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Tu es caliente
ChickLitPer uno strano scherzo del destino Marianna si trova a prendere lezioni di tango per una scommessa persa. Non è che non le piaccia il tango, il problema è che lei non dovrebbe mai scommettere . Lei è una persona placida e tranquilla non da fastidio...