16. Dinner

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15 dicembre

Margareth's Evans

Okay, ero in ritardo.
Come sempre, aggiungerei.
Sempre troppo simpatica tu e chissà come mai, appari sempre nei momento meno opportuni.
So quando far notare la mia presenza!
Sei completamente irritante!
Ti sei appena offesa da sola.
Come stavo dicendo prima che quell'odiosa della mia coscienza mi interrompesse, sono fottutamente in ritardo.

Ieri, quando Matthew aveva esclamato quelle parole, ero completamente rimasta a bocca aperta ed ero diventata del colore dei miei tacchi.
Ovviamente stavo per declinare gentilmente l'offerta, o per meglio dire l'obbligo, inventandomi qualche scusa su due piedi, poi avevo visto mia madre dietro di lui sorridere felice ed entusiasta, allora avevo cambiato idea.
Questa mattina ne avevo parlato con Allison, la quale aveva saltato letteralmente dalla gioia e si era autoinvitata a casa mia per aiutare a prepararmi.
Lei lo aveva definito appuntamento, ma io ero sicura che non lo fosse, visto che l'invito era dettato da qualcosa di completamente differente dal piacersi e volersi conoscere.
Nonostante ciò era comunque la prima volta che uscivo con un ragazzo, anche come amico, per questo decisi di prepararmi al meglio.

Io, Allison e mamma, che era quasi più emozionata della mia amica, abbiamo passato buona parte del pomeriggio a scegliere il vestito più adatto.
Alla fine decidemmo di optare per un vestito rosso semplice, né troppo corto né troppo lungo, che arrivava quasi fino al ginocchio e che non aderiva in modo eccessivo alla mie forme.
Ai piedi decisi di mettere i tacchi rossi di ieri, nonostante le altre due ne proponessero alcuni neri.
Oramai consideravo quelle scarpe come il simbolo del trionfo della prima udienza e non potevo non metterli questa sera per andare a festeggiare.

Al trucco e ai capelli ci pensò esclusivamente Allison, poiché mamma dovette andare a lavoro per il turno serale.
Mi augurò buona fortuna e mi disse che non dovevo tornare troppo tardi, il tutto accompagnato da un occhiolino, che fece ridacchiare la mia amica e morire dalla vergogna la sottoscritta.
Mi arricciò leggermente le punte e, sotto mia esplicita richiesta, andò molto leggera anche con il trucco: solo un po' di correttore, mascara, fard e rossetto rosso.
Pensai che con tutto questo rossetto sembrassi esagerata, invece il risultato finale mi piaceva moltissimo.

Avevo scritto a Matthew che avrei tardato di un quarto d'ora e lui mi rispose che non vi era nessun problema e che pure lui avrebbe fatto tardi, visto che aveva avuto un impegno improvviso qualche ora fa.
Erano le otto e trequarti, quandò sentì la suoneria del mio cellulare, che mi avvertiva dell'arrivo di un messaggio.
Era del mio avvocato. "Sono sotto. Scendi!" Il tutto accompagnato dalla faccina che faceva l'occhiolino.
Sorrisi spontaneamente, immaginando lui fare lo stesso mentre cliccava su quel puntino giallo.
《Ahh l'amour!》 Disse Allison, facendomi rinvenire dai film mentali che mi stavo facendo e togliendomi il sorrido dalla faccia.
Le rivolsi un'occhiataccia divertita.
Era da tutto  giorno che cercavo di farla ragionare sul vero motivo di quella cena, ma lei non ne voleva saper niente e continuava ad insistere, spalleggiata da quella traditrice di mia madre.

Appena aprì il portone di sotto, un vento gelido mi colpì in pieno, facendomi rabbrividire. Avevo anche messo il giaccone più caldo, ma al tempo stesso elegante, che avessi, ma sentivo comunque il freddo penetrare i vari tessuti, fino ad arrivare alla mia pelle.
Cercai con lo sguardo la macchina di Matthew e appena la intercettai, rimasi senza fiato.
Il mio avvocato era in piedi, vicino alla sua vettura, con un bellissimo mazzo di rose in mano ed era più bello che mai.
Puoi dirlo forte sorella, ma adesso asciugati la bava e riprenditi, che sembri un pesce lesso.

Feci come mi suggerì la mia coscienza e mi avvicinai cautamente alla sua figura sorridente ed elegante.
《Buonasera signorina Evans. Pronta per mangiare nel miglior ristorante di Seattle?》 Mi chiede aiutandomi ad entrare nella sua auto.
Ecco questa era la parte che più odiavo fra tutte: era così imbarazzante farsi prendere in braccio da lui per entrare nell'auto.
《Prontissima, signor Evans.》 Risposi, cercando di alleggerire la situazione, specialmente per la sottoscritta.

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