21. First Date *1*

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23 dicembre

Matthew's Pov

《Cosa diavolo mi è saltato in mente? Sono uno stupido...un deficiente. Ma con quale scusa stupida poi...》 Continuavo a ripetere queste parole come fossero un mantra.
Era tutto il giorno che vorticavano nella mia mente e fuori dalla mia bocca senza tregua. Non ce la facevo più, stavo letteralmente impazzendo.

I giorni erano volati da quando Margareth mi aveva portato quella prova.
Il giudice ancora non aveva preso una decisione riguardo il video.
Stava ancora valutando i pro e i contro, a detta sua. Non voleva mettersi contro nessuno permettendo una violazione della privacy, ma sapeva anche lui che era uno degli unici modi per ottenere giustizia.
Con poche parole avevo capì già da che parte stesse il giudice e non potevo che esserne più felice. Un appoggio in più avrebbe fatto solo che bene al nostro caso, poi di così rilevante importanza.

Oggi ci eravamo incontrati di nuovo nel mio ufficio, per parlare degli ultimi dettagli prima delle vacanze di Natale e della seconda udienza.
Alla fine ci siamo ritrovati a chiacchierare di tutt'altro che il caso, cose inerenti alle vacanze, ai vari impegni e alla famiglia.
Constatando che nessuno dei due avesse impegni per sta sera, le ho accidentalmente chiesto di andare a cena fuori.
Si l'ho fatto. Senza pensarci neanche troppo, come se fosse una cosa naturale.
Ho visto il suo viso arrossarsi leggermente per pochi attimo per poi udire un sicuro e indifferente sì.
Ho cercato di trovare una scusa a tutto questo, soprattutto se lei me l'avesse chiesta, ma in tutto il pomeriggio non sono riuscito a trovarne una.

Non mi è mai capitato di andare a cena con la stessa ragazza per ben due volte. Solitamente ne bastava una per conquistarle, anche se non sto minimamente facendo la corte a Margareth.
Lei è una mia cliente, la situazione è ben diversa, ma comunque non mi è ancora del tutto chiaro cosa diavolo mi sia saltato in mente.
Non ho mai chiesto a nessun altro cliente di andare a cena fuori o comunque di vederci oltre agli appuntamenti lavorativi.
Ho pensato di chiamare Daniel per chiedergli un consiglio, ma poi ci ho ripensato sapendo bene che mi avrebbe solamente preso in giro dicendomi che "mi piace e bla bla bla...".
Beh, forse un po' di ragione ce l'ha, tu non credi?
Tu zitta! Che ti intrometti solamente nei momenti meno opportuni e non mi aiuti minimamente.
Io sono la tua coscienza, la parte più remota della tua testa. Sto cercando di far uscire i tuoi pensieri e di farteli mettete in ordine per trovare un motivo, ma forse stavolta è compito del cuore.
Da quando ho una coscienza filosofa?!

Erano già le otto quando decisi di darmi una pulita e sistemata.
Durante il pomeriggio avevo pensato varie volte di disdire, ma poi avevo deciso di non farlo.
Non mi sembrava per niente opportuno visto che l'invito proveniva proprio dal sottoscritto.
Poi sotto, sotto, ti fa molto piacere andarci.
Ancora tu, perfida di una coscienza? Ma non vai mai in letargo?
Purtroppo per te, no!
Quanto sei irritante!

Non avevo programmi per la serata: non avevo minimamente idea di dove l'avrei portata visto che avevo passato tutto il mio tempo libero a rimuginare sulla proposta.
Qualcosa mi sarei inventato sul momento.
L'altra volta l'avevo portata in un ristorante italiano buonissimo, ma stavolta dovevo cambiare.
Chissà se preferisce il cinese o l'indiano?
Decisi che era meglio finire di prepararsi e poi pensare alla cena.
Mi misi una semplice camicia nera con sotto dei pantaloni eleganti anch'essi neri.
Mi sistemai alla bell'e meglio, tanto sarei stato bello anche con un cassonetto addosso.
Quanta modestia in un sola persona.

Scesi in fretta e furia gli scalini e mi diressi verso la mia macchina.
Mentre ero in viaggio, l'ultima persona che volevo sentire in questo momento mi iniziò a chiamare al cellulare.
Fortunatamente, per non distrarmi dalla guida nel caso qualcuno mi avesse chiamato, appena entrato l'avevo collegato alla macchina.
Risposi sbuffando a quel coglione del mio amico.
《Matthew, amico mio!》 La voce di Daniel si diffuse per tutto l'abitacolo.
《Testa di cazzo...》 Risposi semplicemente, scherzando ovviamente, come eravamo soliti noi fare l'uno con l'altro fuori dal contesto lavorativo.
《Che ne dici di una serata fra ragazzi? Ho già chiesto agli altri e sono tutti liberi?》 Mi chiese tranquillamente. In altre circostanze avrei subito risposto di si, anche se mi trovavo con qualcuna, ma oggi no.
Oggi dovevo uscire con Margareth.

《Non posso, ho una cena importante con Margareth. Ci sentiamo domani!》 Dissi e chiusi in fretta senza dargli il tempo di rispondere e prendermi in giro. Staccai il telefono in fretta e furia, spegnendolo e lanciandolo sui sedili posteriori.
Il traffico a Seattle a quest'ora era veramente ingestibile. Ci misi quasi mezz'ora ad arrivare di fronte a casa della mia cliente.
Parcheggiai proprio di fronte all'edificio e scesi dalla macchina sistemandomi il giacchetto elegante, visto che il freddo invernale di Seattle si faceva sentire sempre di più la sera.
Presi il cellulare dai sedili posteriori in cui lo avevo lanciato precedentemente e le inviai un veloce messaggio con scritto che ero sotto ad aspettarla.
Iniziai a sfregarmi le mani, un po' per il gelo e un po' per l'agitazione.

Appena me la ritrovai davanti, quasi non la riconobbi. Era semplicemente stupenda.
Il viso era truccato solo leggermente, visto che era bella anche senza, mentre i capelli erano sistemati alla perfezione: arricciati in modo da farli sembrare mossi naturali mentre le prime ciocche erano tirate indietro in due treccine a mo' di corona.
Dietro di lei, vidi la sua amica dietro il portone salutare nella nostra direzione con euforia, al che risposi con un sorriso e un cenno con la mano.
Margareth non si girò neanche un secondo a vedere dietro di lei, già ben consapevole di chi si trattasse.
Alzò gli occhi al cielo e scosse la testa esasperata, il che mi fece ridere leggermente.
Certo che avevamo entrambi due amici proprio incorreggibili.

Mi ripresi e dopo averla salutata con un semplice "ciao" un po' impacciato, la scortai fino alla portiera aperta della macchina.
La adagiai delicatamente sul sedile del passeggero mentre lei continuava a ribellarsi e a cercare di fare tutto da sola.
《Grazie...》 Mi disse con voce imbarazzata, mentre continuava a torturarsi le mani e a tenere lo sguardo basso.
Non le risposi: non aveva nulla di cui ringraziarmi. Mi piaceva aiutarla.
Riposi la sua sedia sui sedili posteriori, mentre lei si toglieva il giacchetto, per poi prendere posto sul posto del guidatore e mettere in moto.

Prima di partire e immettermi fra le strade di Seattle per raggiungere il posto in cui avevo pensato di portarla in questo nanosecondo, mi girai verso di lei e ne rimasi folgorato.
Era semplicemente stupenda nel vestito verde scuro che indossava, il quale risultava ancora di più i suoi occhi e la sua carnagione.
《Sei bellissima...》 Mi lasciai sfuggire a voce bassa, per poi partire.
Si prospetta una lunga e interessante serata, amico mio!

To be continued....

♡♡♡♡

Ehy,
questa è solo una parte dell'appuntamento.
Non ho scritto tutto perché ancora non sono sicura di come continuarlo.
Spero che siate felici della loro prima uscita.




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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 20, 2021 ⏰

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