6 dicembre, ore 16:47
Matthew's Pov
Continuavo a sbuffare nel mentre controllavo il mio orologio ogni 30 secondi.
Era in ritardo di ben 27 minuti.
Pensai, alzando la mano e richiamando per la terza volta l'attenzione della cameriera.
Beh è proprio un bel bocconcino, non c'è che dire.
Ordinai il mio terzo caffè della giornata sotto alle sue occhiate maliziose che continuava a lanciarmi, ma in questo momento non mi interessavano.
Non mi dovevano interessare.
Ero in questo posto per una ragione ben precisa, che non dovevo perdere di vista.Riguardai il mio orologio da polso per la 25esima volta, per constatare che erano passati altri 3 minuti e lei non era ancora arrivata.
Sospirai sconfitto e decisi che forse era meglio andare via da questo posto, tanto non sarebbe mai arrivata.
Nel mentre che la mia mente stava elaborando queste informazioni, sentì improvvisamente suonare il campanellino della porta, segno che qualcuno era appena entrato in questo squallido bar.Alzai immediatamente lo sguardo, che fino al momento prima era chino sul tavolo, verso la porta a vetri e sorrisi nel vederla finalmente arrivare.
Stava entrando con non poche difficoltà attraverso la minuscola porta che fungeva da entrata. La ruota destra non aveva intenzione di entrare, così provó a spostarsi leggermente a sinistra: il suo tentativo si dimostrò fallimentare, così iniziò a sbuffare e a maledire chiunque, tanto che i pochi clienti che vi erano iniziarono a guardarla leggermente infastiditi.
Mi alzai immediatamente dal mio posto per andarla ad aiutare e finire il piccolo spettacolino che stava infastidendo la clientela.《Ma chi è che costruisce queste porte per i nani e per le modelle? Appena esco da questo postaccio pieno di persone con la puzza sotto il naso e con la cameriera che sembra che abbia un palo in cu...》 Margareth stava continuando a blaterare tutti insulti rivolti alla porta e a chiunque avesse sott'occhio.
La fermai giusto in tempo, prima che terminasse la frase che ci avrebbe sicuramente fatto cacciare dal bar a suon di pedate nel culo.《Buon pomeriggio signorina Evans,noto che oggi sprizza gioia e generosità da tutti i pori.》Dissi con sarcasmo.
Nonostante fosse una mia cliente, non riuscivo a mantenere un tono e un atteggiamento costantemente professionale con lei. Era quasi una mia coetanea, avevamo giusto qualche anno di differenza e, inoltre, mi trovavo stranamente a mio agio a scherzare con lei, ovviamente nei momenti opportuni.《Ohh, stia zitto che è stato lei a scegliere questo postaccio che mette i brividi e , per piacere, mi aiuti a passare da questa scatoletta infernale!》 Disse, lanciandomi un'occhiata di fuoco mentre continuava a provare a far entrare entrambe le ruote.
《Signorina Evans, che atteggiamento oltraggioso!》 Dissi con un sorriso, continuando a scherzare. Alzò gli occhi cielo, sorridendo appena. 《 La aiuto solo perché ha detto quelle due paroline magiche!》 Continuai, riferendomi al "per piacere" che mi aveva rivolto mentre parlava.Le dissi di spostarsi e di tornare indietro, così che io potessi uscire dalla struttura e spingere la carrozzina, per cercare di farla entrare al centimetro fra le 2 estremità della porta.
Con una leggera spinta riuscì finalmente a farla entrare e la scortai fino al piccolo tavolino in ciliegio che avevo scelto appositamente in fondo alla sala, così da poter parlare con tutta la tranquillità possibile.《Allora...》 Iniziò il discorso, cercando di smorzare il silenzio che si era creato fra di noi.《 Di cosa volevi parlarmi urgentemente da non poter rimandare a domani mattina?》Chiese guardando la cameriera, nel tavolo vicino a noi, lanciarle delle strane occhiate.
《Ce l'ha con me quella? Io vorrei semplicemente ordinare un muffin al triplo cioccolato senza il rischio di rimanere pietrificata da Medusa qua accanto.》 Disse, sussurrando a voce alta nella mia direzione e indicando la biondina.
Come si fa a sussurrare a voce alta? No, adesso me lo spieghi.
Ohh, non rompere tu e fatti gli affaracci tuoi.
Sono affari miei perché, non so se ti ricordi, ma io sono TE!《 Penso che sia semplicemente gelosa perché stai in compagnia del sottoscritto.》 Dissi, facendole alzare gli occhi al cielo per la secondo volta in soli 5 minuti.
Wow, un record!
《Comunque, signorina Evans...》 Dissi, riassumendo l'atteggiamento formale che dovrei avere con lei sempre. 《...L'ho chiamata semplicemente per informarla del fatta che i Wilson ci stanno con il fiato sul collo, vogliono l'udienza il prima possibile e concludere il caso prima di marzo del prossim'anno...Il che è impossibile, tu mi dirai... Ma, con la loro ricchezza e potenza possono fare questo e ben altro.》Presi un attimo di pausa per studiare la sua reazione. Una maschera completa di indifferenza e impassibilità alle mie parole copriva il suo solito volto e sguardo ironico e giocoso.Era così strano vedere una persoma con un volto così apatico, soprattutto dopo le parole che aveva sentito. Forse non era tanto stupita dell'importanza e dal potere che quella famiglia avesse, come se lo avesse già provato sulla sua pelle.
《Quindi domani riesamineremo le varie parti del caso e i vari fatti, avvenuti anche precedentemente alla tentata violenza nei suoi confronti. I comportamenti tenuti dal signorino Wilson nei suoi confronti, gli insulti e così via.》 Conclusi tutto d'un fiato.
《Domande?》 Chiesi nel mentre continuavo ad osservare il suo volto, rimasto per tutto il tempo impassibile.
Solo alla parola "violenza" l'avevo sentita trattenere il fiato per qualche secondo, ma subito dopo era ritornata distaccata da tutto ciò che stavo dicendo.Come se non la toccasse minimamente l'argomento, come se non riguardasse lei stessa che è stata vittima di un tentato stupro.
Perché era così indifferente a tutto questo?
I miei dubbi continuavano a crescere a dismisura e adesso ero sicuro che nascondesse qualcosa, ma non solo lei ma tutti: la mamma di Margareth, Davis e persino l'avvocato di Wilson era a conoscenza di un fatto di cui io ero all'oscuro.
Il che era veramente esilarante, visto che dovevo essere io a rappresentare Margareth in aula, ed era anche quello che sapeva meno di lei e della sua vita.《 Nessuna. Posso andare adesso?》 La sua domanda mi riscosse dai pensieri e dai dubbi che continuavano a vagare liberi nella mia mente.
Forse era il momento esatto.
Dovevo tentare.
Non avevo scelta, i Wilson ci avevano messo alle strette e io dovevo fare di tutto per vincere questa causa e portare giustizia.《Aspetti!!..Un'ultima domanda signorina Evans...》 La vidi fermarsi e rivolgermi la sua completa attenzione, così sganciai la bomba.《Perché sembra che lei conosca troppo bene, se non perfettamente gli atteggiamenti dei Wilson e, soprattutto, di suo figlio? Devo sapere qualcosa riguardo a lui? Qualcos'altro che è successo, in passato, di abbastanza grave?....》 Vidi il suo viso sbiancare all'improvviso, così dedussi che avevo fatto centro.
《Cosa mi nascondi, Margareth?》
Margareth's pov
《Cosa mi nascondi, Margareth?》
Tremavo dentro dall'ansia e dalla paura che scoprisse tutto. Non doveva venire fuori niente, sennò eravamo rovinate.
《Niente!》 Risposi, cercando di sembrare sincera e tranquilla nel mentre che facevo uscire quella parola dalla mia bocca.
Non mi credette. Si leggeva dalla sua espressione dubbiosa che non mi credeva, ma preferì lasciar stare e, dopo averlo salutato, mi diressi verso la piccola porta di vetro da cui, stavolta, passai senza troppi problemi e intoppi.Mentre tornavo a casa, che distava pochi minuti di camminata da quel bar, ripensai alle sue parole.
Alla fine ero anche stata sincera.I Wilson hanno rovinato la mia famiglia, l'hanno distrutta pezzo per pezzo come un Lego. Come se le nostre vite fossero soltanto un gioco per loro, con cui divertirsi e passare il tempo.
Ma era la verità, non avevo mai avuto problemi con il figlio dei Wilson in precedenza, apparte le solite battutine.Il problema non era mai stato lui, fino ad adesso.
♡♡♡
Ehy! Sono tornata!
Sono che probabilmente mi odierete per la mia lunga assenza ma sono tornata veramente. Oltre a questo ho già altri 4 capitoli pronto e sto scrivendo il quinto. Li ricontrollerò velocemente e poi li pubblicherò ogni 2-3 giorni.
STAI LEGGENDO
Love's Justice
Romance《Dichiariamo John Wilson colpevole.》 Erano queste le parole che Margareth Evans avrebbe da sempre voluto sentir dire in tribunale. John Wilson colpevole. Quello che le aveva fatto era orribile e non riusciva a togliersi dalla testa la sua cattiveri...