7. Hidden truths...?

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6 dicembre

Matthew's Pov

Era una cosa insolita quello che mi successe quella mattina.
Talmente strana che vidi la bocca del mio capo spalancarsi di almeno 5 centimetri quando mi vide entrare dalla sua porta quella mattina in cui, stranamente, ero, non solo in orario, ma anche in anticipo.
Un miracolo a confronto delle tue doti di ritardatario perenne.

Davis rimase per 2 minuti buoni in quella posizione, continuando a squadrarmi dalla testa ai piedi, per capire se fossi veramente io o solo una favolosa mia apparizione.
《Buongiorno, capo! Sono bello sveglio stamattina e prontissimo a lavorare! Ci vediamo dopo!》 Dissi raggiante e sorridente, facendo apparire la situazione ancora più surreale rispetto alle altre mattine, al che il mio capo dovette sbattere gli occhi più volte per capire quale era l'opzione giusta fra le due elencate precedentemente.
《Chissà che sostanza mi ha messo stamattina Anastasia nel mio espresso per farmi avere delle visioni così fantasiose...》 Sussurrò fra se e se, abbassando lo sguardo sul bicchiere contenente ancora un po' di caffeina. Successivamente lo prese in mano e annusò il liquido scuro, come per accertarsi che la sua segretaria non lo avesse drogato e in quel momento, dopo essermi contenuto anche fin troppo, scoppiai in una fragorosa risata che lo fece sobbalzare.

《Ma allora sei veramente qui...in anticipio.》 Disse meravigliato per poi continuare.《 A cosa devo questo onore Bennet? Non è che questa notte sei caduto dal letto e hai sbattuto la testa, diventando più responsabile ma rimanendo comunque il solito simpaticone? Riprovaci di nuovo questa notte, non sia mai che diventi più gentile!》 Finì con un sorrisetto arrogante il suo discorso. Era per questo che adoravo Davis. Sotto sotto eravamo uguali e questo lo sapeva pure lui.
Lo guardai con aria di sfida, come stava facendo anche lui, per poi rispondergli a tono.
《Battuta prevedibile Davis! Che c'è?! Hai finito già il tuo repertorio?! Forse è il momento che tu vada in pensione, non credi?!》 Dissi avviamondimi verso la porta del suo ufficio e aprendola con ancora quel sorrisetto da bastardo stampato in faccia.
《E comunque no? Questa notte ho sbattuto tutt'altro che la testa, non so se mi intendi capo...》 Aggiunsi guardandolo negli occhi e vedendolo sconcertato dal significato delle mie parole.《Comunque, sono in anticipo perché più tempo impiego per lavorare sul mio nuovo caso e più è probabile che lo vinca vista la bassa possibilità. Quindi...adesso io andrei. A dopo Davis!》
Ma prima che riuscissi anche solo a fare un passo sentì la voce del mio capo richiamarmi con urgenza.

《Matthew! Grazie per quello che stai facendo per Margareth, per l'impegno che metti in questo caso. E...ti prego...cerca di fare il possibile per vincerlo e per fare giustizia.》 Disse, al che non mi girai a guardarlo e feci solo un cenno di assenso, prima di uscire da quella porta.
Sapevo che c'era di più dietro tutta questa storia. Un altro racconto che ne Davis ne Margareth mi volevano raccontare ed ero certo che non me lo avrebbero mai detto.
Era da un po' che avevo questo dubbio, ma solo nel sentire le parole che mi aveva detto il mio capo il giorno in cui mi aveva affidato questo caso, avevo capito che c'era molto di più.
L'importante per me era che quella storia non c'entrasse in alcun modo con il caso o che, se lo riguardava, non uscisse per prima dalla bocca dell'avvocato dell'imputato, sennò eravamo certamente fottuti ed avevamo già perso.
Iniziai ad avere molto dubbi nel mentre mi dirigevo verso il mio ufficio, ma li rimossi tutti nel momento in cui aprì la porta e vidi un uomo dall'aria familiare comodamente seduto sul mio divanetto.

Chiusi la porta con un tonfo dietro le mie spalle in modo da attirare l'attenzione del mio ospite il quale girò lo sguardo annoiato molto lentamente verso di me e solo in quel momento lo riconobbi.
Era l'avvocato dei Wilson! Ma che voleva da me? E che ci faceva nel mio ufficio, sul mio divanetto?
Gli rivolsi un'occhiataccia e avrei fatto di peggio se non fossi stato a lavoro, ma dovevo contenermi. Sapevo esattamente il motivo che lo aveva portato in questa stanza.
Minacciarmi e convincermi di lasciar perdere il caso perché, secondo loro, non avevo speranze di vincerlo.
Lo facevamo la maggior parte degli avvocati. Andavano dalla controparte a incutere timore, ma come me non funziona o, almeno, non aveva mai funzionato fino ad oggi.
Già ero nervoso perché sapevo che era un caso veramente difficile e complicato a causa della potenza della famiglia della controparte, non mi ci voleva proprio anche l'avvocato della famiglia Adams a spaventarmi.
Più che terrorizzarmi però mi faceva ridere.

Era mingherlino, fin troppo, alto, fin troppo  e spaventosamente serio.
Si vedeva che lo avevano obbligato a venire qua, non sembrava molto a suo agio, nonostante il fatto che si fosse accomodato sul mio divanetto senza il mio consenso.
Sbuffai, impaziente. Di certo non ero arrivato prima per vedere la mummia dal vivo!
《Buongiorno, signor Ben...》 Lo fermai prima che finisse di dire il mio cognome.
《Senta, non ci perdiamo in chiacchiere. So per certo che lei so trova qui per un motivo ben preciso e non di certo per prendere felicemente un tè con me, quindi vada al dunque. Non ho tempo da perdere!》Dissi, iniziando a sistemare i fogli che questa mattina avrei dovuto iniziare ad esaminare.

Senti un rumore che proveniva dall'altra parte della stanza e, alzando gli occhi, vidi il signor Serietà alzarsi dal mio divanetto in pelle nero ed avviarsi verso la porta.
《Volevo solo darle un consiglio e mi creda, lo prenda in considerazione. Lasci perdere questo caso e non lo dico per spaventarla. Non ha chance di vincere e non solo per la potenza della famiglia Wilson, ma perché dietro a questa storia c'è molto, molto di più.》 Disse aprendo la porta, al che mi alzai sbattendo la mano sulla scrivania prima che riuscisse anche solo a fare un passo fuori dal mio ufficio.
《Me la dica! Mi dica questa verità nascosta agli occhi di tutti.》

Si girò, puntando i suoi occhi nei miei, in cui, oltre alla serietà e compostezza, lessi la sincerità.
《Non posso e comunque non so neppure io  bene tutta la storia. Le consiglio solo di stare molto attento nel caso in cui non decida di lasciar perdere. I componenti di quella famiglia non ci pensano due volte a schiacciare coloro che intralciano il loro cammino e non ci penserebbero due volte a far uscire qualche loro segreto nascosto, solo per vincere. Non hanno paura di niente e nessuno, si credono invincibili e forse lo sono. Qualsiasi cosa negativa gli accada  riescono sempre a uscirne da vincitori.》
Chiuse la porta alle sue spalle, prima che potessi anche solo minimamente elaborare una risposta.

Okay, adesso non ci sono più dubbi. C'è sicuramente qualcosa che Elisabeth e Davis mi nascondono e che riguarda questo caso e io devo scoprirlo a tutti i costi.
Almeno prima che i Wilson lo utilizzino in tribunale, così avro tempo di pensare a un contrattacco.
Perché una cosa è sicura: non seguirò certamente i consigli del loro avvocato, continuerò a combattere e ad aiutare Elisabeth.
E state certi cari Wilson che farò di tutto pur di distruggervi!

♡♡♡♡
Ehilaaa,
eccomi tornata con un nuovo capitolo!
Premetto che è solo un capitolo di "passaggio", ma che comunque fa capire che dietro tutto quello che John ha fatto a Elisabeth c'è un perché, un qualcosa che lo ha portato a prendersela con lei.
Ma cosa???
Beh, se volete scoprirlo continuate a seguire la storia!
Fatemi sapere se vi sta piacendo!

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