20. Invasion of privacy.

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19 dicembre

Margareth's Pov

《Mi spieghi cosa avevi intenzione di fare? Di farti ammazzare per caso? Non credevo che tu fossi così masochista!》 Era da un'ora e diciassette minuti che Allison continuava a gridarmi contro ininterrottamente.
Si era fermata cinque minuti solo per mangiare i biscotti alla cannella che Violet aveva preparato con tanto amore.
Li aveva divorati in quattro e quattr'otto per poi ricominciare con le grida.
Io ero rimasta in silenzio per tutto il tempo, non avendo niente da dire.
Sapevo perfettamente che era stato un rischio fare quello che avevo fatto questa mattina, ma era importante e fondamentale.
O per meglio dire, sarebbe stato importante e fondamentale se l'avessi portato a termine.

Nonostante l'intervento di Allison nel registrare la conversazione, questa si sentiva solo a metà e piano, ma ha fatto comunque un bel gran lavoro e non potrei esserle più grata in questo momento.
Sinceramente non so se tutto questo sia completamente legale.
Insomma filmare anche solamente la voce di una persona contro la sua volontà non dovrebbe essere un reato?
Eppure nel momento in cui la giuria ha ascolta la voce di John nessuno a battuto ciglio sulla sua legalità, nemmeno il suo avvocato.
Questo mi fa intendere quanto anche la legge e la giustizia non siano del tutto legali a volte,  come giustamente dovrebbero essere.

《Perché lo hai fatto?》 Mi chiese semplicemente come se non sapesse già la risposta alla sua domanda. Inoltre non era tanto difficile da comprendere: se ci erano arrivate quelle 3 teste vuote a capire che li stavo registrando allora ci sarebbe potuto arrivare chiunque.
《Lo sai perché! Voglio giustizia, voglio che John e tutta la sua famiglia paghi per quello che ha fatto a me e alla mia di famiglia!》 Dissi cercando di non lasciar trasparire alcuna emozione dalla mia voce, ma fallì miseramente. Rabbia e odio uscirono incontrollate mischiandosi alle mie parole amare.
Quanto ho desiderato che soffrissero tanto quanto abbiano sofferto noi.
Ci hanno portato via tante cose e adesso tocca a loro.

Non sentì alcuna risposta da parte sua se non due braccia che mi avvolsero, tenendomi stretta.
Era l'unica cosa di cui avessi bisogno in quel momento: un abbraccio dalla mia fidata amica.
Lasciai scivolare un paio di lacrime che non riuscì a trattenere.
Era veramente difficile andare avanti a volte, ma avere a fianco mia madre e Allison mi aiutava sempre a superare le difficoltà.
《So quanto per te conti questo...È solo che sono preoccupata per te. Lo sai che ti voglio un mondo di bene!》 Mi sussurrò all'orecchio, al che la strinsi più forte facendole capire che per me era lo stesso.

Rimanemmo sedute sul suo letto a parlare per qualche minuto, finché mia madre non arrivò a prendermi per andare da Matthew a fargli vedere quello che avevo ricavato da questa mattinata intesa grazie alla mia amica.
Chiesi a quest'ultima se volesse accompagnarmi, visto che alla fine il video era suo, ma declinò gentilmente l'offerta affermando che voleva avvantaggiarsi con lo studio in vista del prossimo esame.
In realtà sapevo che, sotto sotto, il motivo era un altro: semplicemente voleva lasciarmi la mia privacy e il mio spazio personale.
In effetti non era una questione che la riguardava personalmente e anche io non volevo assolutamente che lei si immischiasse in questo caso.
Anche se, forse, ormai era troppo tardi.

Arrivai stranamente di fronte al suo ufficio con qualche minuto di anticipo.
Mi avvicinai alla porta pronta per bussare quando sentì la sua voce esclamare:《Ascoltami bene Isabelle, è stata solo una notte per me. Non ha contato nulla. Quante volte te lo devo dire che non so un tipo da relazioni serie?》
Mi ritrassi lentamente con una strana delusione nel cuore. Sapevo della sua vita privata tormentata,  ma sentirgli esclamare quelle parole faceva male comunque, senza un motivo apparente.
Faceva male persino a me, che non centravo nulla in quella conversazione, quindi non immaginavo alla ragazza in questione.

Mi ripresi immediatamente, chiedendomi cosa mi fosse saltato per la testa per provare, anche solo per qualche minuto, quel sentimento di delusione.
Bussai con foga alla porta e lo sentì salutare in fretta e furia Isabelle.
Stranamente mi venne ad aprire quasi subito e appena notò la mia bassa figura, sul suo viso spuntò un insolito sorriso radioso.
《Sei puntale! Che c'è? Avevi così tanta voglia di vedermi da mettere da parte la tua indole ritardataria? Quale onore!》 Iniziò subito con il suo sarcasmo, il che mi fece sorridere internamente ma ghignare all'esterno, pronta alla sfida che avrei vinto sicuramente io.

《Hai aperto con così tanta foga la porta che pensavo la scardinassi. Che c'è? Per caso ti aspettavi di vedere Isabelle?》Inizialmente rimase a bocca aperta di fronte alla mia frase, ma si riprese subito facendo apparire quel suo solito sorriso affascinante.
《Per caso mi stavi spiando?》 Chiese, lasciandomi passare per entrare nella stanza. Lo liquidai con un semplice gesto svogliato della mano, affermando semplicemente:《Ho sentito che la salutavi prima di aprire la porta.》
Lui fece il giro della scrivania e prese posto sulla sua sedia girevole in pelle nera con ancora quello stupido sorriso stampato in faccia.
《Farò finta di crederti.》

La tensione, in pochi minuti, diventò palpabile e l'espressione del suo viso cambiò completamente, diventando molto più tesa e agitata.
Sapevo perfettamente a cosa stesse pensando e questo rendeva irrequieta pure me. Rimanemmo in silenzio per lunghi ed interminabili minuti, finché non si decise ad aprir bocca.
《Ci sei riuscita?》 Chiese in un sussurro appena udibile, come se avesse paura di sapere la risposta, di conoscere la realtà dei fatti.
Non sapevo che risposta dargli.
Si? No? Quasi?
Sembravano tutte risposte terribili e non veritiere. Non sapevo se ci ero riuscita.
Beh, io sicuramente no, ma la mia amica sì. Solo non sapevo se il video andasse bene sinceramente.

Come risposta gli porsi il mio telefono aperto sulla chat di Allison, la quale mi aveva inviato il video sotto mia esplicita richiesta. Gli feci un segno con la testa, invitandolo a premere invio mentre vedevo la sua fronte corrugarsi sempre di più dalla confusione.
Vide il filmato senza muovere un solo muscolo, se non quello della mascella che continuava a contrastarsi.
Risentì ogni singola parola cattiva che mi avevano rovesciato addosso giusto qualche ora prima.
Sentì uno strano calore salirmi sulle guance: vergogna.
Mi vergognavo di quello che mi avevano detto, del loro atteggiamento e del fatto che Matthew stesse assistendo alla loro cattiveria nei miei confronti.
Appena terminato, mi riconsegnò il telefono e fece un grande sospiro stroppiciandosi gli occhi con le mani.

《Lo possiamo presentare in aula?》 Ebbi il coraggio di chiedergli.
Non sentì una risposta immediata: stava riflettendo su qualcosa con il volto calato verso la scrivania.
《 Violazione della privacy a tutti gli effetti. Già l'audio non sarebbe stato del tutto legale, ma così forse è un po' troppo.》 Eccole là le parole che avevo timore di sentirgli uscire dalla bocca. La delusione mi pervase e fui quasi sul punto di piangere per la nostra imminente perdita quando Matthew, continuando il suo discorso, riaccese in me un po' di speranza.
《Proverò a chiedere al giudice se intende chiudere un occhio sulla questione visto il caso delicato.》Sorrisi al solo pensiero di poter continuare a sperare.

Prima di salutarci mi guardò un'ultima volta negli occhi e esclamò:《 Ti prometto che farò il possibile Margareth Evans per aiutarti.》

♡♡♡
Come sempre spero che il capitolo via sia piaciuto! Alla prossima!

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