19. Plan.

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19 dicembre

Margareth's Pov

Erano passati 2 giorni da quando Matthew mi aveva spiegato il piano per essere i favoriti anche nella prossima udienza, sennò il sottile filo tra la mia verità r la bugia di Wilson si sarebbe spezzato mandando in fumo tutto quanto.
Il giorno successivo lo avevo passato a rimuginare su come fare visto che si aggiravano per il college sempre tutti e quattro insieme, compreso John.
Per questo motivo avevo scelto proprio questo giorno per attuare il mio piano " rigore ai tre moschettieri ".
Già, un nome azzardato, considerato che ancora non avevo fatto centro, ma era necessario per darmi un po' di fiducia nelle mie capacità.

L'altra volta era stato così semplice, fin troppo. Wilson dopo l'udienza non mi aveva più infastidito, forse troppo intimorito dalla possibile presenza di cimici pronte ad ascoltare i suoi insulti rivolti alla mia figura.
I suoi amici non erano della sua stessa intelligenza, infatti appena potevano mi lanciavano frecciatine e parole poco carine.
Per questo motivo sapevo che comunque vi era un'alta probabilità che questo piano funzionasse.
Inoltre io e Matthew avevamo in mente una strategia infallibile, che al 98% dovrebbe funzionare. Il restante 2% riguarda possibili catastrofi o cataclismi che potrebbero avvenire, rovinando tutto.

Non ero agitata per la sua riuscita, ma per le loro reazioni nel momento in chi sarebbero venuti a scoprire tutto. Avevo già provato la sensazione disgustosa delle loro mani su di me. La sognavo ogni notte la loro stretta forte mentre John mi toccava e non potevo sopportare oltre tutto questo.
Dall'altra parte sapevo che non si sarebbero spinti a tanto in caso, soprattutto adesso che vi era un caso legale in corso in cui loro erano coinvolti non solo come testimoni, ma anche complici, ma questo ancora doveva venire fuori.
Non erano solo rimasti a guardare senza muovere un solo dito, come molti credevano nonostante la mia testimonianza, ma avevano pure preso parte al tutto stringendomi con la forza e aiutando il loro amichetto del cazzo a quasi violentarmi.
Li odiavo, tutti quanti.

Era la rabbia che mi spingeva a continuare a lottare, mischiata con giustizia e vendetta.
Non potevano passarla liscia, non più.
Stamattina avevo incontrato Allison come solito, ma ero stata di poche parole: non volevo rivelarle il piano, ma non perché non mi fidassi di lei, semplicemente sapevo che avrebbe fatto di tutto per farmi cambiare idea.
Secondo lei sarebbe stata una follia, che mi avrebbe potuto procurare parecchi guai.
Lo credevo pure io, ma era l'unico piano che avessimo in mente.
L'unica chance, per questo motivo non dovevo sprecarla.

Mi lasciai trascinare dalla sua consueta allegria: mi chiedevo come facesse a essere sempre così felice e piena di vita, soprattutto la mattina presto.
Per me era già troppo difficile alzarmi dal letto e prepararmi senza sclerare contro qualche santo o oggetto.
Stamattina, ad esempio, ho lanciato parecchi insulti alla mia piastra, che non voleva saperne di collaborare, ragion per cui avevo metà capelli lisci e metà ancora mezzi mossi.

Arrivammo nell'aula appena in tempo per l'inizio della lezione.
A differenza delle altre volte, oggi sembrava che il tempo si prendesse gioco di me andando più veloce del solito.
Le due ore passarono in un battibaleno mentre io continuavo a prendere appunti su appunti. Aspettai che la folla si fosse sfoltita per uscire in santa pace e con tutta la calma del mondo.
Cercavo di guadagnare qualche minuto in più per non morire dall'ansia.
Inventai una scusa ad Allison, dicendole che oggi mi venivano a prendere dall'altro lato del college.
All'inizio, vedendo la confusione e il dubbio nel suo sguardo, pensavo che avrebbe iniziato con uno dei suoi soliti interrogatori, per poi obbligarmi a sputare fuori tutto.
Fortunatamente, mi lasciò andare senza chiedere nulla e promettendomi di vederci questo pomeriggio.

Scorsi immediatamente quelle tre teste calde salutare il loro fedele amichetto che si stava dirigendo agli allenamenti, mentre loro andavano verso il parcheggio.
Decisi di agire prima che fosse troppo tardi, quindi dopo aver preso un gran bel respiro, feci azionare il registratore e attirai la loro attenzione abbaiando.
Si girarono tutti e tre simultaneamente, come se fossero la stessa persona ripetuta davanti allo specchio per altre due volte.
Il più alto, Robert, ghignò alla mia vista.
《Che c'è stai richiamando i tuoi simili per caso?》 Gli altri due, Chase e Liam, risero alla battuta, fin troppo scontata per i miei gusti, del loro amichetto.
Sorrisi, determinata a fargliela pagare per tutto.
《In realtà stavo richiamando voi. Sapete...vi ho visto allontanare dal vostro padrone e non vorrei che finiste in qualche canile per il discusso che emanate.》Non mostrai un minimo di tentennamento nel pronunciare le parole che mi avrebbero potuto portare direttamente nell'aldilà oggi stesso.
Boom 1-0 per te bella!

Vidi nei loro visi passare diverse emozioni in pochi secondi: prima determinazione, poi sorpresa, confusione e infine rabbia, se non ira.
Non sapevo se indietreggiare, sapendo che comunque con la sedia a rotelle non sarei sicuramente stata più veloce di loro, o rimanete immobile e pregare in una morte veloce e indolore.
Decisi di optare per la terza opzione: sostenere i loro sguardi con aria di sfida e aspettare il contraccolpo che non ci mise molto ad arrivare.
Sentì un dolore fortissimo alla guancia e la mia testa voltarsi completamente verso destra. Notai uno strano movimento in fondo al parcheggio, ma non riuscì a capire di che cosa si trattasse, visto che pochi secondi dopo il mio sguardo era stato riportato con la forza sulla figura incazzosa di Robert.
Eccoci, ci siamo forse...

《Ascoltami bene stronzetta, mi sto trattenendo dal prenderti e strangolarti con le mie stesse mani solo per la causa legale in corso, ma non contare troppo sulla mia benevolenza in futuro.》Ah, perché ce l'ha?!
《Quindi vedi di non farmi ripetere a me personalmente quello che stava per succedere in quel vicolo e stavolta non starò lì solo guardare e tenerti ferma, ma sarò al posto di John. Puoi scommetterci che io farò il possibile per arrivare fino in fondo e per fare in modo di non essere interrotti.
Giusto ragazzi?》 Gli altri due annuirono poco convinti, ma Rob non li vedeva, per questo motivo dovettero esclamare un "si" a gran voce e questo andò a mio favore.

Il cellulare continuava a registrare interrottamente ogni singola parola dalla mia tasca del giacchetto. Speravo che si sentisse abbastanza forte da poter distinguere la voce, ma per essere sicura scandì il suo nome a voce alta.
《Non avresti il coraggio Robert Sullivan, come i tuoi due amichetti Chase e Liam.》
Alle mie parole, spuntò un sorriso sadico sul viso del capobranco in assenza di Wilson.
Faceva quasi ridere con quel ghigno: sembrava una foca agonizzante.
《Oh ce l'avrei eccome! Anzi, forse mi divertirei di più a riempirti di schiaffi e calci come ti meriti per tutto quello che ci stai facendo!》 Sputò il tutto fuori con rabbia. Stava parlando del caso, che in caso di mia vittoria, avrebbe rovinato la loro vita e il loro futuro, ma sinceramente non me ne importava un accidenti.
Soprattutto non dopo le parole che mi aveva appena riservato.

Decisi di finirla così e di girarmi per dirigermi finalmente verso la macchina di mia mamma, ma non feci in tempo a fare un centimetro che mi sentì affermare il braccio.
Qualcuno lo strattonò facendo uscire la mano dalla tasca in cui ancora stringevo il telefono.
Rob fece un ghigno divertito, facendomi capire che avevano già capito tutto dal principio.
《E questo me lo prendo io se permetti.》 Lo prese e lo vidi armeggiare con lo schermo.
Stava sicuramente cancellando tutte le prove che avevo raccolto.
Mi restituì il telefono, lanciandomelo letteralmente in faccia, per poi andare via seguito dai suoi cagnolini ridendo.

L'unica cosa che riuscivo a pensare nel momento in cui mi girai per andarmene da quel posto fu " avevo fallito".
Continuavo a ripetermi questa frase all'infinito nella mia testa, finché non dovetti fermarmi bruscamente di fronte a una figura a me particolarmente conosciuta.
Restai a bocca aperta nel fare due più due e se la matematica non era un opinione allora la mia amica aveva appena risolto il problema.
Avevo di fronte a me Allison ancora nascosta dietro ad una macchina, che stringeva, ancora tremante,  il suo telefono.
Dallo sguardo che mi riservò capì immediatamente: aveva registrato tutto.

♡♡♡♡
Ehy,
il nuovo capitolo  è finalmente uscito! Vi è piaciuto??



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