19. Il tormento infernale

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Saliamo sull'aereo così in fretta che da qualche parte tra il corridoio e la pista d'atterraggio la felpa mi è caduta. Il jet parte mentre io seguo Tristan verso degli scomparti dove sono ripiegate due uniformi nere.

"Devo cambiarmi qui davanti a tutti?" chiedo cercando uno spazio un po' più riservato.

"Il bagno è più in là." Tristan indica un piccolo box affianco alla cabina del pilota e senza aggiungere altro vado a cambiarmi.

L'uniforme consiste in una semplice tuta nera e aderente. La parte superiore è rivestita da uno strato più duro, probabilmente è una sorta di veste antiproiettile. Per coronare il look non poteva mancare un giubbotto in pelle, rigorosamente nuovo di zecca. Le scarpe sono le mie, delle semplici snickers nere che mi hanno dato quando mi sono trasferita nella villa.

"Come sto?" faccio un giro completo su me stessa per mostrare il mio nuovo stile alla mia amica.

"Ti sta benissimo!" risponde lei entusiasta.

"Posso chiederti di cos'è fatta questa cosa qui?" dico battendo il pugno sulla strana armatura.

"Certo, sono dei nanotubi di carbonio ma li abbiamo progettati per rendere il tessuto più sottile e flessibile. In pratica i nanotubi nel tessuto s'induriscono per impedire a una qualsiasi forza esterna di passare."

Guardo la bionda a bocca aperta e scuoto la testa. "Lascia stare, mi hai persa quando hai iniziato a parlare di nanotubi..."

La spensieratezza sparisce dal suo volto appena Karina esce dalla cabina del pilota con uno sguardo assorto e accigliato.

"Siamo quasi arrivati."
Le due vanno a sedersi affianco a un'altra ragazza che fino a quel momento avevo ignorato. Ha i capelli ricci scuri, perfettamente abbinati alla sua carnagione color caffè. Dev'essere Danielle. È l'unica altra ragazza che hanno nominato e che so avere poteri da psichica.

Non volendole disturbare vado a sedermi affianco a Tristan che, rilassato negli ultimi sedili, si gode la vista dall'alto.

"Nervosa?" mi chiede senza staccare lo sguardo dall'oblò.

"Un po', non so cosa aspettarmi" sospiro e mi accascio sul sedile come se mi fossero improvvisamente mancate le forze. La verità è che quasi non riesco a contenermi dall'eccitazione. Sento i miei poteri crescere ogni minuto che passa e il formicolio mi accende ogni singolo nervo rendendomi ancora più impaziente.

"Andrai tutto bene. Non è niente di difficile per questa volta."

"Ti hanno detto a cosa stiamo andando incontro? Non ho avuto modo di chiedere a Cece e adesso non mi sembra il momento."

Il ragazzo lancia uno sguardo al trio seduto qualche metro più avanti, poi ritorna a poggiare i suoi occhi esotici su di me. "C'è stato un enorme picco di energia, sembra un dotato molto potente, uno psichico. Una volta che capirà di essere tra amici potremo aiutarlo facilmente" Tristan chiude gli occhi e fa un profondo respiro prima che il jet si arresti improvvisamente. Mi sporgo, appoggiando un ginocchio sulla coscia del ragazzo per mantenermi in equilibrio e guardo giù. Sotto di noi ci sono quelle che sembrano essere le rovine di una vecchia chiesa. Riesco a intravedere tre navate separate da delle colonne, o forse sono dei pilastri, non saprei dire da questa altezza.

"Vado a dire al pilota di farci scendere" Karina si alza ma con un grido straziante Danielle la ferma e le afferra il polso.

"Ferma!"

"Che succede?" Tristan mi da uno spintone, facendomi sbattere la testa contro il sedile, e raggiunge le altre ragazze. Rimango interdetta per qualche secondo poi mi riprendo e raggiungo il resto della squadra.

The last DestroyerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora