10. La morfina

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Saliamo sull'ascensore e Tristan inizia a sputare acqua e sangue sul pavimento.

"Scusami ancora, non pensavo ti avrei fatto così male. Sei sicuro che non vuoi essere portato in infermeria?" chiedo titubante. Non sono un medico ma persino io so che sputare sangue non è mai un buon presagio.

"Tranquilla, starò bene. Noi Dotati guariamo più in fretta degli altri ma mi servirà della morfina per il dolore, credo che l'impatto mi abbia fatto rompere qualche costola." dice mettendosi una mano sul petto.

"Ovvio, ti sei rotto qualche costola ma non è niente di grave! Potresti avere un polmone perforato ma ti ostini a chiedere solo della morfina, tu sei impazzito. Io chiamo Trevor. Hai bisogno di un medico, non di droga."

"Non serve allarmare tutti, mi sono già rotto delle costole e non sono mai morto. Andrà tutto bene e Dimitri non deve sapere quello che è successo." Il suo sguardo è implorante e non credo sia solo a causa del dolore.

"Perché? Hai paura che ti sculacci il sederino o ti metta in punizione? Poverino, il bambino ha paura che il papà si arrabbi..." lo prendo in giro ma lui sembra seriamente preoccupato.

"Qualcosa del genere" risponde abbassando il tono della voce.

Come le porte si aprono mi ritrovo faccia a faccia con un Trevor palesemente incazzato.

"Tristan..." dice cercando di mantenere il controllo. Sicuramente non ci aspettavamo di ritrovarcelo davanti. "Sei in un mare di guai." dice Trevor aiutandomi a trasportare il ragazzo verso il dormitorio.

"Come sapevi che stavo male?" chiede Tristan strascinando le parole.

"Le visioni. Ho visto Irelyn che cercava di ucciderti dopo che l'hai infastidita e ho pensato ti servisse aiuto. Hai una commozione celebrale e sì, ti sei rotto due costole ma non ti hanno perforato il polmone. Sei fortunato."

"Hai visto anche quante dosi di morfina puoi somministrarmi?" Tristan fa un sorriso forzato ma il suo sguardo sembra sollevato di vedere l'ingresso del dormitorio.

"Dimitri mi ucciderà quando lo scoprirà..." bofonchia Trevor mentre mi aiuta a sistemare il ragazzo sul letto. Lancia le coperte sul pavimento e si allontana di qualche passo mentre io mi siedo affianco a Tristan e gli sposto i capelli bagnati dalla fronte.

"Dimitri ucciderà me, sono io che l'ho scaraventato contro una porta e gli ho rotto due costole!" cerco di non pensare solo a me ma sono appena arrivata in questo posto, non voglio andarmene.

"Trevor?" il ragazzo si rigira nel letto con gli occhi chiusi e le sopracciglia aggrottate dal dolore. "Invece di stare lì impalato potresti portarmi della morfina? O del whisky?"

"Dimitri non vuole che tu beva. Devi smetterla di mettermi in una posizione in cui devo scegliere se seguire il mio pensiero professionale o gli ordini del capo. " il ragazzo dalla pelle scura e luminosa punta i suoi occhi neri e dolci nei miei come se mi stesse chiedendo consiglio.

"Dagli quello che vuole, mi prendo io tutte le responsabilità."

Mi pentirò di quello che sto facendo, questo è ovvio.

Trevor annuisce e poi si dirige verso l'infermeria. Mi mordo il labbro vedendo come Tristan stia soffrendo. Dovevo evitare di colpirlo così forte, o dovevo proprio ucciderlo per porre fine alle sue sofferenze.

Certo che sei proprio macabra Irie. Devi smetterla di leggere quei thriller o prima o poi diventerai una psicopatica.

"Tristan cosa vuoi che faccia?" chiedo nella speranza di poterlo aiutare.

"In fondo alla stanza c'è un piccolo freezer, è nascosto sotto l'ultimo letto dietro al condotto d'aria. Prendimi il ghiaccio."

Annuisco nonostante non possa vedermi e faccio come chiede. Nel condotto c'è davvero un mini freezer ma dentro non c'è solo ghiaccio, ci sono anche delle bottiglie d'alcol.

Non sono affari tuoi Irie, lascia perdere e parlargliene quando starà meglio. Oppure puoi tacere e lasciare che sia lui a preoccuparsi della sua vita, infondo tu non hai nessun diritto di dirgli che fare.

"Sei sicuro di non avere freddo?" chiedo vedendo che i capelli e il costume sono ancora fradici a causa del tuffo in piscina.

Io sto tremando ma non voglio lasciarlo solo finché non si sarà addormentato o finché la morfina non farà effetto. A proposito, dove cavolo è finito Trevor?

"No. Mettimi il ghiaccio sulla fronte e sul petto per favore." chiede con gli occhi chiusi. Non oso immaginare quanto stia soffrendo. Faccio come chiede senza fiatare ma prima che possa allontanarmi mi afferra un polso.

"Stai tremando" dice senza lasciarmi il polso.
Sembra voler dire altro ma in quel momento arriva Trevor con una siringa in mano. Prima che possa rendermene conto sta già iniettando la morfina nel braccio di Tristan.

"Posso parlarti un attimo?" Trevor mi prende da parte e quando è sicuro di essere fuori dalla portata d'orecchio inizia a parlare: "Rimani tu con lui? Tristan fa finta di niente ma so che non gli piace avermi intorno e in questo momento è essenziale che rimanga calmo"

"Va bene, infondo è colpa mia se sta così..." borbotto passandomi una mano sulla fronte esausta. Aver usato i miei poteri mi ha stancata più ci quanto avessi immaginato.

"Non è colpa tua, se l'è cercata. Io adesso devo andare, ho dei bambini con la febbre da controllare. Chiamami se inizia a vomitare o se delira"

Il ragazzo esce dalla stanza di corsa, per essere l'unico medico del rifugio deve avere un gran da fare. Non riesco nemmeno a immaginare quanti ragazzini debbano essere curati da lui ogni giorno. Appena posso gli chiederò di farmi fare il giro completo della base dato che non ho ancora visto altri Dotati oltre a Jansen, Tristan, e Chelsey.

"Irelyn?" Tristan mi chiama e vado a vedere cosa gli serve. "Hai freddo." afferma e mi tende una mano. Ci metto sopra la mia e vengo tirata verso di lui. Sono costretta ad appoggiarmi sul suo petto per non cadergli sopra.

"Sdraiati affianco a me finché non avrai più caldo" sussurra il ragazzo. Credo la morfina stia già facendo effetto perché il dolore sul suo viso sempre essersi attenuato.

"Sei ricoperto di ghiaccio Tristan. Non credo sia una buona idea"

"Fidati di me." dice e sorridendo mi fa spazio sulla branda.

Faccio come dice perché sono troppo infreddolita e stanca per fermarmi a discutere. Mi raggomitolo contro di lui e vengo avvolta da una piacevole sensazione di calore. Il suo corpo è una piccola stufa e nonostante il ghiaccio sciolto mi stia colando addosso e mi bagni i capelli, continuo comunque a sentire caldo.

"Stai meglio adesso?"

"Sì, grazie mille." rispondo rannicchiandomi sempre di più.

Non so se mi dovrei scusate o almeno dire qualcosa perché mi sento tremendamente in colpa.

"Tristan?" sussurro non essendo sicura che sia sveglio. Il ragazzo si muove e si gira così mi ritrovo faccia a faccia con lui.

"Hai ancora freddo?" chiede apprensivo.

"No sto bene. Volevo solo..." mi blocco non sapendo cosa dire. Non voglio scusarmi di nuovo perché sarebbe patetico e io a dire il vero sono stata provocata da lui, è solo di Tristan la colpa. "Lascia perdere."

"Ti devo dire una cosa"

"Non credo sia il momento giusto. Prova a dormire" biascico, non avendo nemmeno le forze per parlare. Nel giro di qualche istante anche io cedo alla stanchezza e perdo la cognizione della realtà, venendo trasportata via al sonno.

The last DestroyerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora