25. L'energia vitale

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I proiettili ci volano davanti così veloci che molti non riesco nemmeno a vederli. Li sento fischiare vicino alle mie orecchie e riesco a percepire l'aria che spostano durante il loro moto. Prendo un bel respiro e mentre Tristan incenerisce più proiettili possibili, io li respingo con delle folate d'aria. I ribelli sembrano disorientati, non si aspettavano di vederci, ma appena capiscono che siamo dalla loro parte, ci aiutano.

"Tris!" grido per attirare la sua attenzione. "Fai un muro di fuoco, io circondo l'edificio con un fossato. Dobbiamo andare al riparo prima che ci sopraffacciano!"

"Tieniti pronta!" mi lancia uno sguardo ammiccante e appena le scintille si trasformano in fiamme rosse e voraci, io entro in azione e faccio tremare la terra. L'asfalto si sfascia e viene ricoperto di crepe profonde e ripide che separano l'ospedale dal resto del quartiere.

Un ragazzo poco più grande di Tristan mi afferra per il braccio e mi trascina verso le barricate. Riesco ancora a vedere i soldati tra una fiamma e l'altra che mi scrutano con curiosità. Nella mia mente c'è un solo pensiero che si ripete all'infinito: nessuno di loro sopravviverà abbastanza per poter raccontare ciò che ha visto. I ribelli mi corrono affianco scaricando interi caricatori tra le fiamme per accertarsi che nessuno ci segua all'interno. Il ragazzo mi aiuta a scavalcare alcuni sacchi di grano e tavole di legno ricoperte di chiodi.

L'interno dell'edificio è stato arredato come una trincea. Sono dovuta sgattaiolare sotto una serie di banchi da reception e serie accatastate tra le fessure per riuscire a raggiungere l'atrio sgombro di mobili ma pieno di gente in fermento. Molti guardano l'altra parte della squadra con sospetto, altri con ammirazione, altri ancora sembrano solo curiosi.

"Tutto bene lì fuori?" Cece mi corre incontro per assicurarsi che non sia stata ferita.

"Chi siete?" chiede il ragazzo, tenendomi stretto il braccio. Improvvisamente si accascia a terra portandomi con sé. Sul suo braccio c'è un foro di proiettile e adesso il sangue sta iniziando ad allargarsi sulle mattonelle bianche, sporcandole di scarlatto.

"Maledizione. Tristan mi devi aiutare!" faccio un cenno del capo al ragazzo e lui si inginocchia affianco a me. "C'è un foro di uscita, non di dobbiamo nemmeno preoccupare per il proiettile."

"Cosa devo fare?"

"Io posso bloccare l'emorragia con i miei poteri ma tu devi cicatrizzare la ferita."

"Va bene, pronta?"

Annuisco e concentro tutti i miei sensi sul corpo del ragazzo, sul sangue che viene pompato fuori dal foro dal cuore che batte lentamente nel suo petto. Riesco a sentire il flusso dentro dime, come se ne facessi parte anche io e pian piano, riesco a modificarne il percorso.

Tristan mi posa una mano sulla spalla appena abbiamo finito di mediare il ribelle. Quest'ultimo, dopo un leggero grido di dolore a causa della bruciatura, si guarda il braccio incredulo.

"Devi tenere la ferita pulita e disinfettarla spesso. Sarebbe meglio se ti facessi controllare da un vero medico, non so quanto sia affidabile il nostro lavoro..." sorrido e mi sollevo in piedi, aiutandolo a sedersi su una sedia girevole.

"Chi siete?" ripete pallido e con la voce tremolante. L'adrenalina deve aver finito il suo compito.

Karina e Chelsey si fanno avanti per fornire delle spiegazioni ai presenti. Jansen si guarda intorno nostalgico, assorto nei ricordi, non presta attenzione a ciò che sta accadendo intorno a lui.

"Noi siamo la Resistenza. Siamo un'organizzazione di ribelli e combattiamo per mantenere i dotati liberi e al sicuro." Karina è entrata nel ruolo di capo. Se suo padre potesse vederla adesso sarebbe fiero di quanto le assomiglia, e non parlo solo dei tratti simili del viso. Entrambi hanno quello sguardo vivace e determinato, capace di attirare chiunque.

The last DestroyerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora