24. Un bicchiere di cristallo

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Karina è davvero brava. Non pensavo sapesse suonare così bene il pianoforte. Osservo attentamente le sue dita muoversi veloci sui tasti mentre la sua ragazza sorride ammaliata da quell'armonia che riempie il salotto.

"Dove hai imparato a suonare così?" chiedo ancora a bocca aperta.

Karina non si scompone minimamente, continua a suonare senza cambiare il ritmo della melodia. "Mia madre suonava. Me l'ha insegnato lei prima di morire."

"Posso chiederti com'è successo?" abbasso il tono della voce per non essere irrispettosa. Non vorrei violare la sua privacy ma certe volte non riesco a contenere la mia curiosità.

"Puoi ma non ti risponderò." la ragazza non si volta nemmeno, non riesco a vederle il viso ma dalla postura che ha assunto capisco che si sta innervosendo.

"E' stata catturata dall'esercito dopo una protesta. I soldati non sapevano della sua asma e quando ha avuto un attacco era troppo tardi per trovarle un inalatore..." mi sussurra Cece all'orecchio.

"Mi dispiace tanto..." sussurro prima che Tristan piombi nella stanza e schiocchi le dita per attirare la nostra attenzione.

"Che c'è?" chiede Karina spazientita. Non è ancora arrivata a metà dello spartito a causa delle continue interruzioni.

"Abbiamo una nuova missione."

Scatto in piedi eccitata. Era da un po' che avevo voglia di uscire dalla base. Dopo la piccola gitarella in città con Jansen, Dimitri ha ritenuto opportuno lasciar che tutti si dimenticassero di avermi vista. Non sappiamo se il governo mi stia ancora cercando o se pensano io sia morta, in ogni caso è sempre meglio stare attenti.

"Sai cosa dobbiamo fare?" cammino velocemente affianco a Tristan mentre le altre due ragazze ci seguono a passo meno spedito.

"Sì."

"E hai intenzione di dirmelo?"

"Aspetta cinque secondi e Dimitri vi aggiornerà" Tristan rotea gli occhi stufo della mia curiosità ma sorride, pensando che non lo veda.

Entriamo nella sala da pranzo e prendiamo posto intorno al tavolo mentre Jansen e Dimitri discutono animatamente davanti a una piantina di una città. Mi sporgo leggermente e leggo il nome: Kracester. Mi sembra di averla già sentita nominare ma non mi ricordo dove.

"State seguendo le notizie?" esordisce Dimitri appena tutti sono comodi sulle loro sedie.

"No" Karina prende un foglio dalle mani del padre e legge attentamente il contenuto. Corruccia la fronte e alza lo sguardo su Dimitri, poi passa il documento alla sua ragazza.

"Che succede?" domando.

"Un gruppo di ribelli sta nascondendo dei Dotati in un ospedale a Kracester. Si sono barricati lì da giorni e questa mattina è arrivato l'esercito."

"Cosa dobbiamo fare?" chiede Cece piegando il foglio e riponendolo in mezzo a un'altra catasta.

"Andremo lì con il jet. C'è un campo da calcio al centro della città ma è chiuso da anni, possiamo atterrare lì e lasciare l'aereo in modalità invisibile. L'ospedale è a quattro isolati dal campo, non ci metteremo molto ad arrivare lì ma ci ritroveremo in mezzo al fuoco incrociato." Jansen sembra avere il totale controllo della situazione ma non capisco perché.

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