5. Welcome home, Atsumu

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L'aria tra i due ragazzi si era fatta piuttosto pesante e, più il tempo passava, più la situazione sembrava star peggiorando, fino a raggiungere il fondo. Kiyoomi stava continuando a camminare in silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto, seguendo da dietro il ragazzo biondo, che, curioso com'era, si fermava ad ogni vetrina ad ammirare tutti gli oggetti esposti.

Atsumu afferrò il braccio di Kiyoomi, aggrappandosi, come se cercasse in ogni modo l'attenzione del corvino, e riprese a camminare rapidamente per i vari negozi del centro commerciale, come se davvero non fosse successo niente tra lui e il fratello: in realtà, Atsumu stava cercando di dimenticare quel momento per non rovinarsi l'uscita. Eppure Kiyoomi aveva tante di quelle domande da fargli, soltanto per soddisfare la sua innaturale curiosità, ma riusciva a percepire che Atsumu non voleva pensarci e tutto ciò a cui il corvino poteva allora pensare era come convincere i suoi genitori a far restare a casa loro, per un lasso di tempo ignoto, uno sconosciuto, che, per di più, è per metà una volpe.

— Omi-Omi, adesso sei tu quello pensieroso. Che succede? — Atsumu parlò, ridacchiando e avvicinandosi pericolosamente al viso di Kiyoomi, con un sorriso furbo e malizioso stampato sul volto. — Anziché fissare il vuoto, potresti fissare me — quelle parole spontanee, o forse volute, di Atsumu fecero sussultare Kiyoomi che, dopo essersi reso conto dell'eccessiva vicinanza del biondo al suo viso, girò la testa di scatto, arrossendo violentemente: che Atsumu stesse cercando di sedurlo? Molto probabile, visto che quella non era la prima volta della giornata e Sakusa se n'era accorto.

E dopo che Atsumu, qualche minuto prima, lo aveva pregato di non lasciarlo andare, senza guardarlo in viso e con una voce dispiaciuta ma che, in realtà, nascondeva un qualcosa di erotico e sensuale, Kiyoomi stava iniziando a perdere la lucidità e la serietà che lo caratterizzavano, sperando di non cedere alle avances spudorate della kitsune. Ma, sotto sotto, non gli sarebbe dispiaciuto cedere.

— Atsumu, come faccio a dire ai miei genitori che dovranno ospitare una volpe? — chiese di punto in bianco Kiyoomi, mentre i due ragazzi si erano fermati da qualche minuto davanti alla vetrina di un negozio. Atsumu si girò nuovamente verso Sakusa, guardandolo con fare interrogativo. — Digli che sono uno studente in uno scambio e che tu devi ospitarmi. Oppure inventati tu un'altra scusa — Atsumu parlò, non lasciando il braccio di Kiyoomi ma rafforzando la presa.

— E non chiamarmi volpe, mi offendi così — continuò Atsumu, mettendo un finto broncio e facendo il finto offeso, girando il viso dall'altro lato e incrociando le braccia al petto, stringendo al suo petto anche il braccio del corvino. — Bene, se non ti va bene volpe, allora ti chiamo idiota, visto che ti si addice di più — disse Kiyoomi scrollando le spalle e sorridendo di nascosto, mentre Atsumu iniziò a lamentarsi per il soprannome che gli aveva appena dato Sakusa, che iniziò a ridere poco dopo, facendo ridere anche la kitsune.

Erano quei piccoli momenti che facevano stare bene Atsumu: che fosse Kiyoomi che lo chiamava idiota e che lo prendeva in giro oppure che lo abbracciava e che, per qualche strano motivo, si dimenticava della sua misofobia, ma in ognuno di questi piccoli eventi, Kiyoomi era sempre il centro delle azioni e delle attenzioni di Atsumu, così come Atsumu era il centro delle attenzioni di Kiyoomi.

E Atsumu si rese conto, a poco a poco, nell'arco di quella giornata, che stava trascorrendo troppo rapidamente per i gusti del biondo, che avere un soulmate non era poi così tanto male come gli avevano raccontato quando era piccolo. Gli umani erano terribili e mostruosi, e questo Atsumu lo aveva appurato quando un gruppo di uomini lo aveva quasi violentato per strada; ma quegli stessi umani, in particolare Kiyoomi, erano gli unici a conoscenza dell'amore, dell'amore vero, di quell'amore che Atsumu stava disperatamente cercando, al quale però la kitsune avrebbe dovuto rinunciare, prima o poi.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐓𝐓𝐋𝐄 𝐅𝐎𝐗 ; 𝘴𝘢𝘬𝘶𝘢𝘵𝘴𝘶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora