7. Maybe this will be the night that we kiss for the first time

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La mattina seguente Kiyoomi si risvegliò da solo nel letto, stringendosi da solo le braccia al petto. Sbattè la palpebre più volte e in modo rapido, cercando di rendersi conto al più presto cosa fosse successo: dopo un'abbondante manciata di minuti, Sakusa si era ricordato della kitsune e si reso conto che Atsumu non era più nel suo letto e che i vestiti, che il corvino gli aveva prestato, erano stati lanciati sulla sedia della sua scrivania. Kiyoomi si alzò di scatto dal letto, strofinandosi gli occhi e poi guardandosi intorno, cercando qualcosa che potesse rassicurarlo sul fatto che il biondo non avesse lasciato la sua casa. Atsumu non poteva lasciare quella casa né Kiyoomi. No, Atsumu non poteva e non doveva farlo.

Senza nemmeno cambiarsi, Kiyoomi scese rapidamente le scale che lo separavano dalla cucina, dalla quale provenivano delle forti risate e un dolce profumo di cioccolata. Quando i suoi occhi scuri riuscivano a scorgere un minimo le persone presenti nella cucina, un paio di orecchie volpine richiamò l'attenzione di Kiyoomi e un sospiro liberatorio fuoriuscì dalle sue labbra arrossate. — Buongiorno Omi-Omi — disse contento Atsumu, mentre finiva di mangiare tutto quello che la mamma di Kiyoomi gli aveva preparato, vedendo Atsumu troppo magro per un ragazzo della sua età.

A Kiyoomi non piaceva quel soprannome che Atsumu gli aveva affibbiato fin da subito, ma in quel momento, così disperato, a Sakusa non era dispiaciuto affatto sentire quel semplice nomignolo, che gli aveva tolto un peso dal cuore. Perché si sentiva in quel modo? Ad essere onesto, Kiyoomi non lo sapeva e forse doveva considerare quella situazione, visto che non si era mai preoccupato così tanto nemmeno per suo cugino o per uno dei suoi genitori. — Omi? Tutto bene? — chiese sempre Atsumu, sventolando una mano davanti al viso del corvino, risvegliandolo dai suoi pensieri. Kiyoomi scosse la testa, passandosi una mano nei capelli e poi passandosela sul viso, strofinandosi di nuovo gli occhi.

— Sì, tutto bene — rispose Kiyoomi, facendo il suo ingresso nella cucina, dove sua madre lo stava aspettando con la colazione pronta. — Omi, mi porti al mare? — la voce soffice di Atsumu richiamò l'attenzione di Kiyoomi su di sé, mentre la kitsune aveva appoggiato il mento sul braccio del corvino, guardandolo con i suoi grandi occhi castani e pregandolo in silenzio. — Non ci sono mai stato, ti prego — Atsumu continuò a parlare, mentendo spudoratamente, stringendo con entrambe le mani il bicipite di Kiyoomi che, a quel contatto, quasi non lasciò cadere la forchetta che aveva in mano, soffocando anche con il cibo. Atsumu aggrottò le sopracciglia, lasciando il braccio del ragazzo e fissandolo, sedendosi in ginocchio sulla sedia. — Va bene, ma non farlo più. Prima però dobbiamo andare a scuola — disse Kiyoomi, che doveva accettare di aver perso contro le preghiere della kitsune. In tutto questo, il corvino sentiva ancora le mani di Atsumu sul suo braccio, nonostante non fossero più lì.

Atsumu, notando l'espressione confusa di Kiyoomi, rise portandosi una mano davanti alla bocca e le sue risate furono seguite anche da quelle della madre di Kiyoomi, la quale aveva assistito alla scena in silenzio, notando come suo figlio diventasse sempre più rosso ogni volta che il ragazzo biondo dicesse o facesse qualcosa. Kiyoomi, sentendosi in totale imbarazzo, si alzò dalla sedia e si diresse verso la sua camera, mentre Atsumu lo seguiva e si lamentava perché il corvino non accennava ad aspettarlo. — Omi, davvero ci dobbiamo andare? — chiese la kitsune, sedendosi al centro del letto, ricevendo come risposta da Kiyoomi un cenno positivo con la testa, mentre il corvino cercava altri vestiti per Atsumu.

— Se vuoi puoi nasconderti nel mio zaino e restare lì per tutto il tempo — disse Kiyoomi, tirando fuori dal cassetto la sua uniforme. Atsumu storse il naso, non piacendogli l'idea. — Oppure puoi restare tutto il tempo fuori, scegli tu — continuò a dire il corvino, togliendosi poi la maglietta – sotto lo sguardo lussurioso della kitsune – per indossare la camicia dell'uniforme. Ad Atsumu non piaceva nessuna di quelle due idee, ma aveva paura di uscire fuori da solo e senza Kiyoomi. — Oppure possiamo fare finta che tu devi restare a casa per qualche motivo, non so — disse infine Kiyoomi, osservando che Atsumu aveva lo sguardo perso nel vuoto.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐓𝐓𝐋𝐄 𝐅𝐎𝐗 ; 𝘴𝘢𝘬𝘶𝘢𝘵𝘴𝘶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora