15. Darling, hold me in your arms the way you did last night

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La giornata del festival non era ancora finita, anzi – con quel incontro – la serata era appena iniziata. Atsumu era seduto su uno di quegli infiniti scalini, con le braccia appoggiate sulle ginocchia e con il viso tra le mani, mentre fissava tutte quelle poche persone rimaste che stavano trovando uno spazio più aperto per vedere i fuochi d'artificio che, nel giro di dieci minuti, sarebbero stati visibili nel cielo scuro di Tokyo. Lui, d'altro canto, stava aspettando, ma non aspettava Kita, né Rintarō o suo fratello. Atsumu non sapeva chi o cosa stesse aspettando, ma lo stava facendo ed era da solo, al freddo gelido di dicembre, cercando di nascondersi da tutti, anche se il rosso fuoco del kimono lo tradiva, rendendolo quasi il protagonista del festival. Il biondo aveva gli occhi di tutti i presenti puntati addosso, facendolo sentire sempre più a disagio e in imbarazzo, ma una mano sulla spalla lo fece sussultare e voltare indietro, facendogli poi spuntare un piccolo sorriso sulle labbra.

Dall'altra parte, Kiyoomi era seduto su un prato insieme a Komori e ad altri ragazzi del club di pallavolo, che avevano incontrato per caso e che si erano uniti a loro per vedere i fuochi d'artificio. Il luogo si stava pian piano riempiendo di persone e i ragazzi che lo avevano accompagnato – Komori compreso – avevano iniziato a parlare, a scherzare, ad urlare e a ridere ad un volume così alto, che i timpani di Kiyoomi non reggevano più. Aveva bisogno di allontanarsi e isolarsi per qualche minuto, perché quelle troppe persone lo stavano soffocando. Così Kiyoomi afferrò con un mano il braccio di Komori, tirandolo poi leggermente verso di sé per parlargli, senza urlare.

— Io mi allontano un attimo — disse solo Kiyoomi, mentre Komori si guardò intorno, cercando di capire cosa affliggesse il cugino, e, dopo averlo capito, annuì acconsentendo, ricevendo come risposta un "grazie" sussurrato dal corvino, che rapidamente si alzò da terra e percorse la stessa strada da dove erano venuti, trovandosi così in una piccola piazza deserta, senza nemmeno più le bancarelle colorate che rendevano più vivo quel posto.

Una volta uscito da quella confusione, che faceva poco bene al corvino, Kiyoomi prese dei respiri profondi, riempiendo i polmoni con l'aria fredda dell'ultimo mese dell'anno, e si massaggiò le tempie con le dita, chiudendo gli occhi, poi si guardò intorno e iniziò a camminare lentamente, senza una meta precisa, ma seguendo l'istinto e il suo cuore. Così, Kiyoomi si trovò a percorrere la stessa strada che Atsumu aveva percorso all'andata, ovvero la strada inversa di quella che il corvino aveva percorso insieme a Komori. E faceva freddo, fin troppo freddo, costringendo Kiyoomi a doversi stringere nel giubbotto e nella sua sciarpa, che gli copriva quasi tutto il volto, lasciando fuori solo gli occhi e una parte del naso.

Per riscaldarsi, Kiyoomi aumentò la velocità dei suoi passi e in pochi minuti si trovò quasi vicino alla cima della scalinata, che qualche ore prima lo aveva quasi ucciso per la stanchezza, e c'era un ragazzo, vestito di rosso, seduto sullo scalino più altro, mentre gli dava le spalle e guardava quello che c'era alla fine di tutti quei gradini. Kiyoomi si avvicinò a quella figura con passo lento e silenzioso, cercando di non farlo voltare prima che si fosse avvicinato abbastanza. Atsumu, ai suoi occhi, sembrava più solo del solito, non perché effettivamente era seduto da solo, ma perché c'era qualcosa nell'aria che aveva fatto notare quel particolare a Kiyoomi.

Appena raggiunto Atsumu, che si stava stringendo nel suo semplice kimono, tremando ogni tanto, Kiyoomi si abbassò per raggiungere la sua altezza e gli appoggiò una mano calda, perché l'aveva tenuta nella tasca del giubbotto, sulla spalla, facendolo sì sussultare, ma facendolo sorridere appena gli occhi giallastri di Atsumu avevano riconosciuto il volto di Kiyoomi. — Mi stavi aspettando? — chiese il corvino, alzandosi da quella posizione e allungando una mano verso Atsumu, che la afferrò rapidamente, alzandosi dal quel gradino freddo grazie all'aiuto di Kiyoomi.

— Se ti dicessi di sì, sembrerebbe troppo un film romantico, che tu odi. Ma se ti dicessi di no, sarebbe una bugia. Diciamo che stavo aspettando, senza sapere chi o cosa — rispose il biondo, togliendosi la maschera e rivelandosi a Kiyoomi nella sua vera forma. Kiyoomi rimase quasi abbagliato dallo splendore che emanava la pelle chiara di Atsumu, messa in risalto dai colori scuri del suo kimono, e gli accarezzò delicatamente una guancia, facendolo sorridere di più, prima che la kitsune gli afferrasse la mano, tenendola vicino alla guancia e cercando di riscaldarsi con quel piccolo contatto.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐓𝐓𝐋𝐄 𝐅𝐎𝐗 ; 𝘴𝘢𝘬𝘶𝘢𝘵𝘴𝘶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora