— Ahia! Puoi fare più delicatamente? Mi stai facendo male, idiota — Atsumu iniziò subito a lamentarsi delle maniere, a parer suo, poco gentili che Sakusa stava usando nei suoi confronti. — E tu smettila di muoverti e di allontanarti ogni volta che ti tocco — Kiyoomi si lamentò a sua volta, cercando di far stare ferma la kitsune che non ne voleva sapere di farsi toccare dalle sue mani. La verità era che Atsumu odiava farsi toccare da tutti, soprattutto dalle persone che non conosceva, perché sicuramente gli avrebbero fatto del male.
— Se continui così, mi spieghi come faccio a curartele? — la domanda del corvino fece socchiudere gli occhi ad Atsumu che, dopo altri venti minuti passati a sbracciarsi e a muoversi, decise di fermarsi e di farsi curare, così da poter tornare il prima possibile da suo fratello e dal resto del suo branco: non voleva ammettere che gli mancavano perché Atsumu cercava di scappare appena gli si presentava un'occasione, ma le sue capacità di sopravvivenza erano quasi inesistenti e, ogni volta che si ritrovava in un combattimento, finiva nello stesso stato in cui si trovava in quel momento.
Gli occhi vispi di Atsumu iniziarono a studiare ogni particolare della stanza in cui era stato portato, dopo essersi risvegliato sopra un divano. La camera era ossessivamente ordinata e pulita e le sue narici animali riuscivano a percepire il forte odore di disinfettante che aleggiava per tutta l'aria: più che una camera da letto, gli ricordava la stanza di un ospedale, con la differenza che il letto di Sakusa era più comodo.
— Mi puoi dire di nuovo che cosa sei? Perché non credo di averlo capito — la voce di Kiyoomi catturò immediatamente l'attenzione di Atsumu che, dopo aver notato che Sakusa aveva finito con la sua guancia e che si stava avvicinando al suo fianco, subito si irrigidì e si allontanò di scatto. — Questa è l'ultima volta che te lo dico: sono una kitsune, un demone volpe, uno spirito volpe o una volpe, chiamami come vuoi tu — Atsumu si affrettò a dire, ritrovandosi sul bordo opposto del letto.
— Atsumu è inutile che scappi, ti prometto che non ti faccio del male — disse Kiyoomi, allungando la sua mano verso il braccio sinistro del biondo, che però non ne voleva sapere di avvicinarsi di nuovo. Atsumu aveva sentito troppe volte quella frase illusoria e ricordava perfettamente i sorrisi meschini di tutte le persone che gli avevano promesso la stessa cosa di Sakusa.
Ma c'era qualcosa in Kiyoomi che spingeva Atsumu a fidarsi quasi ciecamente del corvino: forse era quel solito sorriso meschino e falso che, quella volta, non occupava il viso chiaro di Sakusa, o forse era la sua determinazione a volergli curare le ferite, anziché usarlo per qualche gioco sporco. — Non avrei nessun motivo per farlo —.
Così, con quelle poche parole, Atsumu si lasciò convincere da Sakusa e si lasciò sfilare la maglietta dall'altro ragazzo, distogliendo però lo sguardo e puntandolo in un punto casuale fuori dalla finestra. La kitsune sentiva gli occhi scuri di Kiyoomi che lo stava squadrando da capo a piedi e le sue guance si colorarono immediatamente di rosso.
— Scusami — disse Kiyoomi, interrompendo i pensieri di Atsumu. Il biondo non ebbe neanche il tempo di chiedere il motivo di quella affermazione, che si trovò a stringere le lenzuola del letto di Sakusa, mentre delle lacrime gli stavano rigando le guance rosate: la ferita sul costato stava bruciando più di prima, visto che Kiyoomi stava cercando di sistemarla nel miglior modo possibile, e il suo corpo snello aveva iniziato a tremare, mentre le sue orecchie si erano abbassate di colpo e la sua coda si stava agitando, andando anche a sfiorare le braccia di Sakusa, il quale rabbrividì a quel contatto.
— Hai finito? — Atsumu chiese con la voce rotta, mentre stava continuando a piangere per il dolore a cui era sottoposto. Kiyoomi si fermò per un attimo, vedendo le condizioni della kitsune, e gli appoggiò una mano sulla guancia, asciugandogli le lacrime con il pollice e sorridendogli lievemente. — Ce la fai a resistere altri due minuti? — la voce fredda di Kiyoomi si era addolcita a quella scena e Atsumu scosse leggermente la testa, nascondendo il volto dallo sguardo del corvino.
— Va bene, allora facciamo una pausa. D'accordo? — Kiyoomi chiese di nuovo, sedendosi accanto ad Atsumu che, da qualche minuto, aveva smesso di tremare, la sua coda aveva smesso di agitarsi furiosamente e le sue orecchie avevano ritrovato la loro posizione iniziale. Anche i muscoli della kitsune si erano rilassati e Atsumu scoprì il suo volto e si asciugò di fretta quelle lacrime che erano rimaste sulle sue guance.
— Perché mi stai aiutando? Non hai paura? — la voce di Atsumu riempì il silenzio della stanza. Sakusa tornò a guardare Atsumu con la sua solita espressione. — Perché dovrei? Sarai uno spirito, un demone o quel che ti pare, ma non mi hai fatto del male, quindi non vedo perché dovevo lasciarti a morire — Kiyoomi incrociò le braccia al petto, appoggiando la schiena contro il muro e spostando lo sguardo sulla ferita della kitsune che sembrava essere migliorata.
— Piuttosto, perché tu hai paura di essere toccato? — ed ecco la domanda che Atsumu non voleva sentire: aveva troppe cose da spiegargli e ricordare quei momenti della sua vita da kitsune non gli faceva bene, soprattutto in quel momento così delicato. Tra lui e Sakusa c'era una strana connessione che Atsumu non voleva in alcun modo rovinare, soprattutto perché era ferito e aveva trovato quel qualcuno disposto a sopportare i suoi lamenti animali e a curarlo.
— Puoi tornare a curarmi la ferita — iniziò allora a parlare il biondo, sviando del tutto quella domanda scomoda e meravigliando Kiyoomi — Così poi posso tornare a casa il prima possibile — Continuò a dire la kitsune, tornando a guardare fuori dalla finestra, ignorando completamente il ragazzo. Kiyoomi stava cercando di essere il più delicato possibile mentre curava la ferita ad Atsumu, ma i suoi occhi venivano sempre spinti a guardare il corpo chiaro e asciutto della creatura che stava tremando sotto il suo tocco.
— Atsumu, se ti fa così male, smetto — disse Sakusa, ricevendo come risposta un'occhiataccia da parte di Atsumu. I due ragazzi si fissarono per qualche secondo negli occhi, prima che Atsumu affondasse il viso nel cuscino di Kiyoomi, cercando di sopprimere i suoi lamenti e le sue lacrime di dolore. Le sue dita erano affondate nella soffice stoffa delle lenzuola chiare che coprivano il letto, mentre queste si coloravano di rosso, a causa del sangue che scorreva caldo lungo il fianco della kitsune.
Atsumu fu costretto a trascorrere un'abbondante decina di minuti in queste condizioni critiche, mentre Kiyoomi, da sopra di lui, osservava ogni suo movimento. — Adesso devi spiegarmi come sei arrivato a Tokyo e come ti sei procurato queste ferite — quelle parole risvegliarono Atsumu, che tornò a guardare il ragazzo che aveva appena parlato.
— Non lo so, non me lo ricordo. Non è la prima volta che mi succede — mentì Atsumu, riuscendo finalmente a sedersi dopo tutto quel tempo, anche se si alzò con non poca fatica. Kiyoomi si era seduto accanto a lui, lasciandogli però dello spazio, essendo a conoscenza che la kitsune odiava il contatto fisico quasi più di lui. — So solo che voglio e devo tornare a casa. E tu devi aiutarmi a tornarci il primo possibile — disse Atsumu, mentre fissò i suoi occhi castani in quelli neri di Kiyoomi che, a causa di quel contatto visivo, non riuscì a parlare. — È una questione di vita o di morte, Omi-kun —.
𝐮𝐠𝐡, 𝐬𝐜𝐮𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐬𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐨𝐫𝐭𝐢
𝐞 𝐬𝐞 𝐟𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐚,
𝐦𝐚 𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐞𝐫𝐠𝐞𝐫𝐦𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚
𝐪𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐬𝐢𝐦𝐢
𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐢. (づ ̄ ³ ̄)づ
𝐯𝐢 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐚𝐝𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐮𝐠𝐮𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐛𝐮𝐨𝐧 𝟐𝟎𝟐𝟏,
𝐦𝐚 𝐯𝐞 𝐥𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐨̀ 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐭𝐚𝐫𝐝𝐢 ♡
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𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐓𝐓𝐋𝐄 𝐅𝐎𝐗 ; 𝘴𝘢𝘬𝘶𝘢𝘵𝘴𝘶
Fanfiction⸻ 📝 ( 𝗠𝗬 𝗟𝗜𝗧𝗧𝗟𝗘 𝗙𝗢𝗫⠀⠀小さなキツネ ) ⠀⠀⠀→ haikyuu!!⠀sakusa kiyoomi x miya atsumu! # 𝗜𝗡 𝗪𝗛𝗜𝗖𝗛⠀,⠀un ragazzo si prende cura di una ⠀⠀⠀⠀volpe, non conoscendo la sua vera natura. ✧ 06.04.2021 → #1 in #sakuatsu 「 𝟐𝟎𝟐𝟏 | © 𝐝�...