14. I know it hurts to smile but you try to

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[ Guardate l'immagine per capire che forma ha Atsumu in questo capitolo !
Tutti i crediti vanno a @/YuliceChan su Twitter ]

20 dicembre 2020, Tokyo

Cinque giorni erano passati piuttosto in fretta per Atsumu, che in quel momento si trovava in una camera d'hotel a Tokyo, circondato da un gruppetto di kitsune donne che lo stavano aiutando a vestirsi con gli abiti tradizionali per il festival, sotto lo sguardo attento di Rintarō, seduto sul letto, che aveva deciso di fargli compagnia, mentre Osamu – seppur controvoglia – aveva deciso di fare compagnia a Kita che, a differenza degli altri giorni, sembrava più arrabbiato e accigliato, nonostante Atsumu non avesse fatto o detto qualcosa di sbagliato.

— Ed eccoci qua, nel giorno più brutto di tutta la mia vita — sospirò Atsumu, mentre riceveva continue punture a causa degli aghi che le donne stavano usando per appuntagli il kimono rosso, oro e nero che Kita aveva scelto sia per sé stesso che per Atsumu. — Pensavo che il giorno più brutto fosse quello quando Kita ti ha regalato l'anello — rise Rintarō, portandosi una mano sulla bocca, mentre Atsumu gli aveva tirato un cuscino addosso, facendolo cadere sul letto. — Devi stare zitto Rin. Non nominare quel nome — disse Atsumu, per poi ricevere dal castano un cuscino dietro la testa, lamentandosi poco dopo, toccandosi il retro della testa. Le kitsune si spostarono poi dalla figura di Atsumu, permettendogli di guardarsi allo specchio per osservare meglio l'abito, in tutte le angolazioni: ad Atsumu quel kimono piaceva moltissimo, l'unico difetto che aveva era che doveva indossarlo identico a quello di Kita, mentre avrebbero preso parte al festival nella loro forma da kitsune.

Atsumu sospirò di nuovo, passandosi una mano nei capelli biondi che, nell'arco di quei mesi lontano da Sakusa, aveva deciso di schiarire, tingendoli di un biondo platino. I suoi occhi si posarono sulla figura di Rintarō che, con un sorriso e un pollice alzato, mostrò la sua approvazione per quel kimono. — Vorrei che questa giornata fosse già finita — parlò Atsumu, mentre quelle donne lo avevano circondato di nuovo, per chiudergli definitivamente l'abito. — Cosa farai se vedrai Sakusa? — chiese di punto in bianco Rintarō, ottenendo come risposta l'ennesimo sospiro di Atsumu, per poi ritrovarsi un ennesimo cuscino in faccia, tirato proprio dal biondo. Cosa avrebbe fatto Atsumu? Ci aveva pensato a lungo a quella possibilità, ma non lo sapeva nemmeno lui. O forse sì.

Dall'altro lato, cinque giorni erano passati piuttosto lentamente per Kiyoomi, fra la scuola e il club di pallavolo, con l'aggiunta di qualche partitella di allenamento. In quel momento il corvino era in camera sua, seduto sul suo letto, mentre abbracciava il proprio cuscino e mentre suo cugino Komori stava chiacchierando di qualcosa che però Kiyoomi non riusciva a capire, visto che non gli stava prestando alcuna attenzione. — Oi, Kiyoomi — lo richiamò Komori, scuotendogli una spalla. Il corvino alzò lo sguardo verso l'altro ragazzo che gli teneva puntato il cellulare in faccia, facendogli notare l'orario: dovevano prepararsi per quel maledetto festival.

In quei giorni, la voglia di Kiyoomi di andare a quell'evento era aumentata a dismisura, alimentata anche dall'idea che forse poteva rivedere Atsumu, grazie a Komori e alla meravigliosa notizia che a quel festival sarebbero state presenti persone provenienti da tutto il giappone. Ma quando era arrivato il giorno fatidico, d'un tratto, la voglia di partecipare si era azzerata, proprio dall'idea che avrebbe sicuramente incontrato Atsumu, visto che non aveva più il solito dolore al petto e che si sentiva un po' più leggero e un po' più felice del solito. Ma forse era soltanto la sua impressione.

— Kiyoomi. — lo richiamò Komori, voltandosi verso quest'ultimo. — Cosa farai se rivedrai, per puro caso, Atsumu? — chiese un po' spaventato il castano, sapendo benissimo di star toccando uno dei tasti dolenti di Kiyoomi. Cosa avrebbe fatto? Onestamente, Kiyoomi non ci aveva proprio pensato in quei giorni. — Non lo so, non credo nemmeno che riuscirò a rivederlo — rispose semplicemente il corvino, afferrando dall'armadio qualcosa da mettere per quella sera. Komori lo stava guardando restando in silenzio, notando come gli occhi neri del cugino si fossero illuminati per pochi secondi all'udire il nome del biondo. Ma, davvero, cosa avrebbe fatto Kiyoomi? Sicuramente avrebbe voluto toccarlo di nuovo, magari abbracciarlo come era solito fare la notte, ma un semplice abbraccio non sarebbe bastato a colmare tutto l'affetto che non aveva ricevuto in due mesi e mezzo di assenza.

𝐌𝐘 𝐋𝐈𝐓𝐓𝐋𝐄 𝐅𝐎𝐗 ; 𝘴𝘢𝘬𝘶𝘢𝘵𝘴𝘶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora