10. No hay vuelta atrás

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Zulema rimase in silenzio per un tempo interminabile, nonostante fosse ovvio che Maca era salita sul tetto per spiegarle la sua decisione, per parlarle di quella scelta. Fumava in maniera convulsa, accendendo una sigaretta non appena quella precedente si spegneva e mezza bottiglia di whisky era già andata.

- Zulema, è mattino cazzo. Non puoi scolarti una bottiglia a quest'ora! -

Zulema la fulminò con lo sguardo.
Come si permetteva Maca di dirle cosa poteva e non poteva fare? Lei si era forse permessa di dirle che non avrebbe potuto avere un figlio? No, cazzo. Aveva addirittura accettato l'accordo con il fottuto Professore: aiutarlo in cambio di un'inseminazione artificiale.

Rise. Più ci pensava più le sembrava assurdo. E la cosa che la turbava di più in tutta quella situazione, era proprio il fatto che lei avesse accettato senza fare una piega. Sapeva dell'ossessione di Maca per un bambino, l'aveva e sospettato da quando, in carcere, lo aveva perso per colpa sua. Ma proprio ora, che il rapporto tra loro stava evolvendo in un modo che, di per sé, era già molto complicato, questa decisione della bionda, presa senza una parola, la faceva arrabbiare.

O meglio, la frustrava da morire.

- Zulema... So che può sembrarti strano ma... Io voglio davvero un bambino. -

Zulema la fulminò di nuovo.

- Perché non vai a scopare col primo che passa allora? -

La verità, era che Zulema si sentiva tradita. Perché per la prima volta nella sua vita si era aperta a qualcuno, tentando di accettare dei sentimenti che con chiunque aveva sempre represso. Ed ora, proprio nel momento in cui aveva preso la decisione consapevole di continuare a farlo, di mantenere aperta quella breccia che Macarena aveva fatto in lei...

- Perché non me lo hai detto, Maca? -

- Perché non sarebbe servito a nulla. Non sarebbe cambiato nulla. -

- Sarebbe cambiato che magari avrei potuto dare la mia opinione, dato che faccio parte anche io di questo colpo. -

- Da quando ti interessa dare la tua opinione? -

Zulema non rispose, ferita nell'orgoglio. Maca continuò:

- E poi, hai accettato no? Se avessi avuto qualcosa in contrario avresti potuto opporti. -

Zulema deglutí, sapeva che Maca aveva ragione. Lanciò la bottiglia mezza vuota contro un albero, frantumandola in mille pezzi. Si alzò, barcollante, scese dal tetto e si infilò in macchina, incurante delle proteste della bionda che, però, non cercò in alcun modo di fermarla. Sarebbe tornata, aveva solo bisogno di schiarirsi le idee.

La giornata trascorse tranquilla.
Macarena passò le ore a fissare il sole riflettersi sull'acqua dell'insulso stagno di fronte al quale si erano stabilite. Bambino o meno, negli ultimi mesi quel luogo era diventato come una casa per loro. Forse era per questo che Zulema si sentiva così ferita. Perché aveva paura che Maca potesse andarsene, spinta dalla necessità di dare una vita dignitosa a suo figlio. Che la lasciasse sola, con il dolore inaccettabile di aver aperto il suo cuore a qualcuno che la aveva abbandonata. Non che Zulema non fosse in grado di sopravvivere, ma i suoi sentimenti erano complicati. Aveva dato il suo cuore solo a due persone nella sua vita. Hanbal era stato consegnato crudelmente al nemico, in una guerra che non l'avrebbe portata da nessuna parte. Fatima, invece, non c'era più. Non era una sentimentale, per niente. Ma Maca sapeva che qualcosa era cambiato in lei negli ultimi giorni. Poteva essere aggressiva e schiva quanto voleva, ma c'era qualcosa nel suo sguardo che testimoniava quel cambiamento. Ed il bacio di quella mattina rendeva tutto inequivocabile.

I suoi pensieri furono interrotti dalla porta del camper dei loro nuovi vicini. Raquél scese, abbagliata dalla luce del tramonto.

Tramonto? Maca non si era accorta che erano trascorse tutte quelle ore da quando Zulema se n'era andata. Osservò Raquél venirle incontro, prendere una sedia e sedersi accanto a lei. Quella donna, per qualche motivo, la intrigava. A quanto pare era riuscita a tenere testa a Zulema in carcere. O meglio, a non inimicarsela ed a non farsi annientare.

No me jodas (sequel di -A mi me van a recordar-)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora