LIII

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Jungkook's P.O.V

Hazel intrecciò le sue dita alle mie e proprio in quel momento si avverò la nostra speranza più profonda.

Una piccola spinta, una piccola ed esile mano che si era unita alle nostre sporgendo verso di noi con tutto l'amore che la vita avrebbe potuto donarci.

«L'hai sentito anche tu, vero? La vedi?» mi chiese incredula Hazel.

Io ero sconvolto quanto lei.

«Si, la vedo! E l'ho sentita! Chiamo subito il ginecologo» dissi, saltando immediatamente fuori dalle coperte.

Non mi importava che ore fossero, si era accesa in noi quella piccola speranza che avrebbe potuto farci ricominciare a vivere.

Arrivammo in ospedale dopo neanche mezz'ora, correvamo entrambi come due pazzi, volevamo scoprire il più presto possibile la verità.

Il dottore fece accomodare Hazel sul lettino e stese il gel sull'area interessata prima di manovrare l'ecografo.

Io stringevo la mano alla mia bellissima ragazza tenendo lo sguardo fisso su quello schermo in attesa di veder comparire qualsiasi cosa.

Il medico premeva sulla sua pancia quell'aggeggio con un'espressione preoccupata, poi le nostre orecchie furono colpite dal suono più dolce e armonioso che avessi mai sentito, un piccolo cuoricino che batteva, voglioso di vita.

«Incredibile, c'è battito. Questo è un miracolo ragazzi miei.»

Io ed Hazel scoppiammo in un pianto di gioia. Mi precipitai ad abbracciarla, a baciare ogni centimetro del suo viso.

«Ce l'abbiamo fatta davvero amore mio» sprizzavo gioia da tutti i pori.

Anche il dottore si emozionò, ma passato il momento di gioia volevo sapere come fosse stato possibile che un equipe di esperti ci avesse detto che nostro figlio non sarebbe mai potuto nascere.

«Quando la signorina è stata portata in ospedale - spiegò il dottore - era allo stremo delle forze e il bambino ne aveva risentito, il suo battito decelerava sempre di più ed è calato fino a spegnersi del tutto. Abbiamo ancora le registrazioni dell'ecografia di quel giorno, il suo cuore si era fermato. Non so davvero come spiegare tutto questo in modo scientifico. L'unica possibilità che possiamo prendere in considerazione è che in realtà il suo cuore fosse talmente debole da non poterlo sentire attraverso i nostri macchinari e deduco che la signorina si sia sufficientemente riposata per farlo tornare in forma.»

«Mio Dio, non posso credere che tutto questo sia reale» disse Hazel.

«Il bambino sta bene?» intervenni io.

«Dovremmo mantenere monitorata la situazione per un paio di giorni, per questo sarebbe il caso di un ricovero»

Hazel accettò senza pensarci. Eravamo entrambi scioccati e felici, tanto felici.

Vedere la donna che amavo sorridere per la prima volta dopo tanto tempo mi riempì ancora di più il cuore di gioia. Mentre lei firmava i vari documenti per il ricovero, io ne approfittai per avvisare le persone più importanti.

Lyor, Lynda, i ragazzi, la famiglia di Hazel e la mia famiglia. Nonostante i miei genitori mi avessero detto di non farmi più sentire, non appena avevano saputo da mio fratello che mio figlio non sarebbe mai nato, non avevano esitato a chiamarmi e a offrirmi tutto il loro sostegno. Cosa non fa il senso di colpa.

Non riuscivo a smettere di sorridere, mi sembrava di vivere in un sogno. Quanto è strana la vita... in pochi secondi tutto può essere completamente stravolto, nel bene o nel male.

Double Life - Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora