XXIX

2.1K 94 11
                                    

Avevo la testa appoggiata al vetro del finestrino e guardavo impassibile i grattacieli scorrere alle mie spalle.

«Hey Hazel... non hai ancora detto una parola da quando sei salita su quest'auto» constatò Lynda distogliendo per un attimo lo sguardo dalla strada e appoggiando la sua mano sulla mia, accarezzandola.

Era preoccupata per me.

Io, d'altro canto, non avevo la forza di rispondere. Sapevo che se avessi provato a dire qualcosa, non sarei riuscita a trattenere le lacrime.

Arrivate a casa, mi chiusi nella mia stanza senza dire una parola.

«Buonanotte - mi disse Lynda dall'altra parte della porta - per qualsiasi cosa, chiamami»

Mi stesi sul letto fissando il soffitto. Non riuscivo a pensare ad altro che a lui. 

Presa dalla curiosità iniziai a fare qualche ricerca su Jungkook e il suo gruppo, ma prima che me ne accorgessi, si erano fatte le sei del mattino.

La cosa che mi irritava di più di tutti i video che avevo visto, oltre alle migliaia di ragazze che lo guardavano o che gli facevano complimenti, era lui... Se non lo avessi conosciuto avrei sicuramente pensato fosse uno di quei tipici "bad boy" rubacuori che si trovano nei libri o nelle serie tv. Le sue espressioni mentre ballava, il suo voler quasi corteggiare il pubblico... mi faceva vomitare. Migliaia di persone avevano potuto vedere quella faccia, quel corpo, che credevo avessi il diritto esclusivo di contemplare. Ero tremendamente gelosa.

Era ben consapevole di piacere alle ragazze... e anche tanto.

Mi sentii ancora più male quando mi resi conto di quanto quei ragazzi avessero faticato e sofferto per raggiungere il loro sogno... e quanto fossero umili e buoni, nonostante la loro grande fama.

La loro determinazione e il loro voler fare del bene attraverso la musica mi fece emozionare. 

In quel momento mi sentivo ancora più delusa da Jungkook. Avevo scoperto dettagli sulla sua vita che non mi aveva mai raccontato, ma che a quanto pare, erano a disposizione di tutti sul web. 

Quel ragazzo ne aveva passate davvero tante... era solo un bambino quando si era trasferito a Seoul ed era cresciuto con quei ragazzi meravigliosi. Finalmente riuscii a capire ancora di più il forte legame che li univa.

Ma ancora una cosa non mi era chiara. Mi aveva detto di volere un amore sincero perché fino al momento prima di conoscermi era sempre stato circondato dalla falsità... e allora perché mentirmi se era proprio quello che non voleva facessi con lui? 

Come si può costruire un legame sincero su un'enorme bugia?

Sentivo la mia testa esplodere. Decisi di uscire a prendere una boccata d'aria.

Il sole stava sorgendo... quel meraviglioso cielo arancione mi ricordò l'alba che avevo visto con Jungkook, su quella barca che portava il mio nome. Ogni cosa mi ricordava lui. 

«Lo odio» sussurrai, prima di andare a sbattere contro qualcosa davanti a me.

Ero talmente distratta da non guardare nemmeno più dove camminavo.

«Non sai quanto mi faccia male sentirtelo dire» mi disse Jungkook, aiutandomi ad alzarmi.

Feci istintivamente un passo indietro.

«Che ci fai qui? Mi stai seguendo?» chiesi agitata.

«In realtà io abito qui»

Come ci ero finita davanti a casa sua? Quanto avevo camminato? E perché ero andata a finire proprio lì?

Double Life - Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora