XIV

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JUNGKOOK'S P.O.V.

Mi svegliai frastornato, non capendo dove fossi. Appena aprii gli occhi vidi delle luci bianche puntate sul mio viso che quasi mi accecavano. Le mie narici furono colpite da un forte odore di disinfettante. Sentivo un suono acuto e continuo provenire in lontananza. Mi voltai lentamente, notando di essere attaccato a un macchinario che misurava il mio battito cardiaco. Ecco spiegato quel rumore. Provai ad alzarmi e sentii di avere l'ago di una flebo infilato nell'altro braccio. Sospirai, mi sentivo affaticato. Mi resi conto di trovarmi su un letto d'ospedale.

Non avevo idea del perché fossi lì, sapevo solo di essere stanchissimo. Avrei voluto dormire un altro po'.

Mi risvegliai forse qualche ora dopo. Guardando la finestra della mia stanza, notai che stava sorgendo il sole.

C'erano i miei compagni accampati sui divanetti attaccati alle pareti. Dormivano quasi l'uno sopra l'altro, erano così carini. Cercai con lo sguardo il mio telefono, trovandolo sul comodino di fianco a me. Decisi di fargli una foto, era una scena troppo tenera e divertente per non essere immortalata.

Non mi ero accorto di avere il volume acceso e la fotocamera emise un suono nel momento in cui avevo scattato la foto. Hoseok si svegliò di soprassalto, spaventato, e mi vide sveglio.

«Jungkook!» gridò contento e corse ad abbracciarmi.

Tutti gli altri iniziarono a svegliarsi e ad avvicinarsi al mio letto, per vedere come stessi.

«Jungkook ci hai fatto prendere uno spavento! Non ti muovevi più.» mi disse Jimin.

In quel momento iniziarono a tornarmi alla mente i ricordi. Stavo continuando a provare un passo che non veniva come avrei voluto io, avevo caldo e sentivo mancare le forze. Ero in debito di sonno, non avevo mangiato e lo sforzo fisico iniziava a farsi sentire. Ero rinchiuso in sala prove da una giornata intera, senza prendermi una pausa. I ragazzi continuavano a dirmi di smettere, ma io non volevo dargli ascolto, finché non lo ha fatto il mio corpo al posto mio.

Namjoon si avvicinò a me preoccupato. «I medici hanno detto che devi prenderti qualche giorno di riposo e soprattutto devi mangiare. Jungkook quando ti diciamo di fermarti, fermati. Non fa bene alla tua salute mantenere questi ritmi, concediti una pausa ogni tanto. Esci da quella sala e stai all'aria aperta. Ci manca solamente l'ultimo video da girare, stiamo rispettando perfettamente la tabella di marcia. Non devi stressarti in questo modo. Sei uno dei migliori ballerini, non hai bisogno di angosciarti.»

«Ha perfettamente ragione - aggiunse Jimin - la salute è la cosa più importante.»

«Grazie ragazzi per essere stati qui con me, scusatemi se vi ho fatto preoccupare o perdere del tempo.»

«In realtà noi non siamo per niente preoccupati! Ora abbiamo soltanto fame.» disse Jin ridendo e abbracciandomi.

Ormai mi ero abituato al suo strano modo di mostrarmi affetto.

«Ma qualcun altro sì.» aggiunse Yoongi.

«Qualcun altro cosa?» domandai.

«Qualcun'altra - rispose Taehyung, accentuando la "a" finale - è preoccupata per te. Ti conviene controllare i messaggi. Questa notte ci siamo addormentati con il concerto della tua irritante suoneria.»

«Ti lasciamo solo, intanto andiamo a fare colazione. Vuoi che ti portiamo qualcosa?» mi chiese Namjoon.

«No, grazie. Magari più tardi.» 

In quel momento non avevo proprio voglia di mangiare, Hazel probabilmente aveva saputo da Lyor che ero stato male.

Mi ritrovai una ventina di messaggi che passavano dalla sua forte preoccupazione alla rabbia feroce perché non gli avevo voluto dire dove mi trovassi.

Double Life - Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora