II

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«Chissà se anche oggi ci sarà il tuo supereroe!» si lasciò sfuggire Lynda.

Lanciai un'occhiata omicida alla mia amica che tentava di evitare il mio sguardo tenendo gli occhi fissi sulla strada.

«Inutile che ti concentri nella guida, lo so che stai evitando il mio sguardo!» le dissi.

«Certo che lo sto evitando, ho paura che i tuoi occhi possano trapassarmi il cranio.»

«Beh, pensi bene.»

Seguirono attimi di silenzio, ma Lynda decise che era il momento di portare avanti la conversazione.

«Dai ti prego! Lo sai che sono curiosa!! Ti giuro che non farò battute, ma dimmi cosa vi siete detti almeno.»

«Tu ti stai facendo troppi film, non ci siamo detti niente di ché. Abbiamo parlato come due persone normali e ci siamo conosciuti come due persone altrettanto normali, mentre sorseggiavamo del rinfrescante the al limone... Contenta adesso?»

«Certo che no! Hai tralasciato il dettaglio più importante!»

«Sarebbe?» domandai perplessa.

«Sarebbe il fatto che è un figo della Madonna!»

«Hey, tieniti per te le tue perversioni.»

«Non fraintendermi, sono contenta che ti faccia stare bene!»

«Ma per la miseria! Se ci ho parlato per mezz'ora! Nel tuo film è già arrivato il momento in cui ci sposiamo e diamo alla luce due splendidi gemelli?! Datti una calmata Lynda.»

La mia amica scoppiò in una fragorosa risata, penso che la mia reazione fosse proprio quello che stava aspettando.

In meno di qualche minuto mi ritrovai esattamente nella stessa situazione di qualche giorno prima, a fissare quel parco attrezzato chiedendomi il senso della mia esistenza.

«Giuro che oggi non ti abbandono! Che sport vogliamo fare?»

«Ma ci mancherebbe altro! Su, cammina e poi decidiamo.»

Percorremmo la pista da corsa che circondava il laghetto e tra una chiacchiera e l'altra la mia attenzione fu catturata da un'ammasso di muscoli che si dirigevano nella mia stessa direzione. Già, proprio così, Jungkook in lontananza sembrava una scultura di marmo, così perfetta e proporzionata.

«Eccolo là il David di Michelangelo!» mi disse Lynda facendo un cenno con il capo.

Sorrisi constatando che lo avevamo entrambe associato ad una scultura perfetta.

La mia amica continuava a parlarmi, ma io non la stavo minimamente ascoltando, la mia attenzione era del tutto attirata da quel ragazzo.

Jungkook si fermò per rinfrescarsi alla fontanella e quando mi vide mi regalò uno dei suoi enormi sorrisi. Credevo di svenire, ma mi sbagliavo, quel momento sarebbe arrivato poco dopo.

Il ragazzo, infatti, decise di deliziare la nostra vista asciugandosi la fronte con la sua maglia, lasciando scoperti i suoi addominali scolpiti.

In quel momento sembrava che il mondo si fosse fermato, ogni persona appariva immobile, ogni rumore cessò di farsi sentire. Nel mio campo visivo c'erano solo gli addominali di Jungkook.

Lynda mi riportò alla realtà dandomi una pacca sulla spalla ed esortandomi a riassumere un'espressione normale.

«Cosa stavi guardando, eh?»

In quel preciso momento, Jungkook ci passò di fianco e mi fece un cenno con la mano a mo' di saluto.

«LYNDA! Quando imparerai a stare un po' zitta? Credi che non abbia sentito? È muscoloso, non sordo!" 

Double Life - Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora