VII

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Quella serata passò nel migliore dei modi possibili. Jungkook mi aveva portata in uno dei suoi posti preferiti, su una collina di Seoul da cui si vedevano tutte le luci della città. Era meraviglioso, tanto quanto lui.

Aveva portato un telo da stendere sull'erba e due birre, la serata perfetta.

Passammo l'intera notte a parlare, a ridere e a scherzare fino allo sfinimento. Alle 2 del mattino ci trovavamo sdraiati, l'uno accanto all'altro, a fissare il cielo e le sue stelle luminose. Nessuno di noi parlava in quel momento, c'era un'atmosfera che non avrei mai potuto dimenticare.

«Sei stanca?» mi chiese Jungkook, voltandosi verso di me.

«No» gli risposi sorridendo. Sarei potuta stare lì con lui anche fino al mattino dopo.

Jungkook si avvicinò di più a me e mi passò il braccio dietro al collo. 

«Sono felice di averti incontrata.»

Quella frase fece comparire immediatamente un sorriso sulle mie labbra e io intrecciai la mia mano con quella di Jungkook.

Ma che cavolo stavo facendo? Ero troppo presa dal momento.

«Anche io ne sono felice.»

«Mi fanno ancora male le guance per quanto ho riso stasera.»

«In realtà hai iniziato questo pomeriggio, quando sei spuntato fuori da un cespuglio.»

Riscoppiammo entrambi a ridere, ovviamente.

Stavo proprio bene. Lui mi faceva sentire libera di essere me stessa, mi faceva ridere, divertire... non avrei potuto chiedere di meglio.

«A che pensi?» mi domandò.

«Che con te mi sento libera di essere me stessa.»

Jungkook sembrò rimanere sconvolto da quell'affermazione, tornò a guardare il cielo con gli occhi lucidi e un enorme sorriso stampato in volto. Rimase in silenzio per un paio di minuti, poi si mise seduto, facendo alzare anche me.

«Anche io mi sento esattamente così - mi disse - ed è per questo che non riesco a starti lontano.»

A quel punto mi abbracciò e io avrei voluto rimanerci per sempre in quell'abbraccio.

Questa volta nessun tentativo di bacio e, per il momento, credo andasse bene ad entrambi così. Era stata una serata indimenticabile.

I giorni successivi passarono molto velocemente, ci incontravamo ormai tutti i giorni al club ed entrambi sentivamo il bisogno di passare del tempo insieme.

Scherzavamo talmente tanto che un giorno sentii una signora anziana dire «Quei due ragazzi hanno la risata contagiosa.» Ed era propio vero.

Jungkook mi diede altre lezioni di canoa, tiro con l'arco e arrampicata. Tutte esperienze indimenticabili.

Arrivammo addirittura a fare delle "gare" a chi riusciva ad arrivare prima a un certo punto del lago. Ovviamente vinceva sempre lui, tranne una volta che approfittai di un suo momento di distrazione e lui non la prese affatto bene.

Decise di scendere dalla canoa e raggiungermi a nuoto.

«Non sai proprio perdere!» esclamai.

«No, affatto» mi disse, ribaltando anche me in acqua.

Ci ritrovammo a ridere abbracciati all'interno di un lago pieno di pesci che mi pizzicavano le caviglie.

«Ahi! - continuavo a dire - e tu basta ridere, è tutta colpa tua.»

Double Life - Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora