Manor

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Aspettai un'altra settimana prima di recarmi al Manor. Dovevo prepararmi psicologicamente. Portavo ancora sul braccio il simbolo della guerra. Ognuno ne portò uno con se. Ron ha i maglioni di Fred, Harry la cicatrice sulla fronte. Malfoy, anche se mi costa ammetterlo, ha un enorme simbolo nero a sfigurargli la pelle bianca. Ognuno di noi aveva il proprio fardello personale, ma come mi avrebbe detto mia mamma, è importante far sì che il nostro fardello non diventi anche degli altri, e se ci aiutiamo a vicenda a portare il peso delle nostre azioni, avremo la parvenza che queste siano più leggere.

Non sapevo benissimo come vestirmi, quindi optai per un vestitino rosso. Un modo come un altro per portare colore dentro quella tetra casa e sopratutto, per ricordare i miei pilastri Grifondoro. Mi smaterializzai davanti l'enorme cancello, il quale, dopo qualche secondo si aprì. <Ah, grazie al cielo si è aperto. Ultimamente non funziona tanto bene.> alzai gli occhi al cielo e salii le scale che portavano all'ingresso. <Buongiorno Malfoy. Sì sto bene, grazie per averlo chiesto.> lui sorrise e si spostò per farmi entrare. Era meno tetro di quanto ricordassi, forse grazie alle tende tirate che permettevano alla luce di entrare. <Oh, cara, che piacere rivederti. Era tanto tempo che Draco non portava a casa una ragazza intelligente!> sorrisi alla signora Malfoy. Avrei preso in giro il biondo più tardi. Il ragazzo nel frattempo si era portato una mano alla fronte. <Madre, io e la Granger andiamo in biblioteca. Potresti farci servire del the?> un modo più elegante per chiederle di lasciarci stare non c'era. Povera donna, obbligata a vivere con quello scorbutico. Seguii Malfoy al piano superiore e poi lungo un corridoio che sembrava immenso. Spalancò poi una porta a doppio battente, mostrandomi la più bella libreria che avessi mai visto. Era a più piani, con un enorme lampadario che pendeva dal soffitto fino al piano terra. <Oddio.> deglutii rumorosamente pensando a quanta cultura si celava ai miei occhi. Senza aspettare il permesso, cominciai a camminare tra gli scaffali passando il dito sulle copertine e ammirando estasiata tutto ciò mi circondava. Salii le strette scalette a chiocciola e mi appoggiai al parapetto. <O santo cielo Malfoy. Non ho mai visto niente di simile... è.... è bellissima!> Lui sorrise e mi raggiunse lentamente. Sembrava fondersi con l'ambiente circostante. Sembrava nato per muoversi tra quelli scaffali. <Da dove vuoi partire?> mi guardai intorno alzando le spalle. <Non ne ho la più pallida idea. Tu a che punto sei arrivato?> cominciò a parlarmi di libri e scaffali indicando con la mano ciò di cui parlava. Purtroppo non capii un accidente di quello che disse, ero troppo impegnata a guardare la sua cavolo di mano. Quanto può essere bella una mano? Beh... tanto. E poi gli anelli gli stavano così bene... <Hai capito?> Spostai lo sguardo al suo volto scuotendo leggermente la testa. <N-No. Mi sono persa. Vabbè, da dove devo partire?> lui rise, appoggiandosi alla ringhiera di metallo. <Ragazzi, il the!> la signora Malfoy se ne stava davanti alla porta e ci guardava con un ghigno tale quale quello di suo figlio sul volto. Agrottai le sopracciglia confusa, poi, notando l'eccessiva vicinanza al biondo, mi allontanai. <Grazie madre. Ora puoi andare.> la donna annuì contenta e si dileguò velocemente. <Sì, ehm... io bevo il the.> scesi dalla scaletta e mi sedetti sul divano davanti al camino. Riempii le due tazze di the e aggiunsi due cucchiaini di zucchero nella mia. <Vieni?> avevo bisogno di sentirlo vicino. Prese la sua tazza e trasfigurò il the in caffè. Alzai gli occhi al cielo. <Santo cielo, lo sai che fa male berne troppo?> lui fece spallucce e continuò a sorseggiare la bevanda. <No, davvero. Potrebbe farti davvero male.> gli presi la tazza dalle mani e la appoggiai sul tavolino. <Ti stai preoccupando per me, Granger?>scossi le spalle, indifferente. Sì, ero preoccupata. E no, non lo avrei mai ammesso

𝗦𝗘𝗜 𝗕𝗘𝗟𝗟𝗜𝗦𝗦𝗜𝗠𝗔, 𝗚𝗥𝗔𝗡𝗚𝗘𝗥  𝗗𝗿𝗮𝗺𝗶𝗼𝗻𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora