Una pioggiarellina tetra aveva avvolto Calien, le cui solide mura si ergevano diritte sopra il terriccio umido, seppur nascoste per la maggior parte da una densa coltre di nebbia.
I corridoi erano freddi e bui, forse perché la tempesta di quella sera aveva fatto saltare la corrente, ed il palazzo, immerso com'era nella nebbia, non poteva essere facilmente raggiunto neppure dalla luce lunare.
Erano le sette ormai, ma pareva fosse notte fonda.
Abigail era rimasta lì per ore, ad osservare il nulla, dalla finestra di una delle torri. Sedeva rannicchiata sul davanzale.
Non voleva ritornare nella propria stanza, non voleva stendersi a letto e pensare. Così quella mattina, dopo l'accaduto, aveva preso a vagare. Aveva camminato e camminato, misurando varie volte con i suoi passi la distanza che separava gli alberi della foresta; contando quanti scalini possedessero le scale del maniero. Prestando sempre attenzione a dirigersi dove sapeva non avrebbe trovato nessuno.
Si era mossa per tutto il giorno come uno spirito irrequieto, che aveva deciso di infestare quel luogo e farne la sua eterna dimora. Con un passo lento, e lo sguardo perso nel vuoto.
Poi era giunta la sera, e la tempesta.
Abigail si era fermata esausta, risvegliata da quello stato di trance che l'aveva avvolta per l'intera giornata, da un lampo.
Era consapevole che era giunto il momento di sedersi ed affrontare l'accaduto.
Aveva tentato, aveva davvero tentato con tutta de stessa di dare una spiegazione a ciò che era successo quella mattina, ma non riusciva a venirne a capo. Ogni volta che sembrava giungere ad una spiegazione razionale essa le scivolava tra le mani. Nell'istante stesso in cui il ricordo del bacio con Blake le sfiorava la mente tutto svaniva in fumo, e le sue dita correvano automaticamente alle labbra.
Come poteva essere accaduto? Perché era accaduto?
Non lo sopportava, lo trovava spregevole. Tuttavia non appena l'idea la sfiorava non riusciva a provare rimorso o disgusto.
Le era piaciuto. Le era piaciuto moltissimo, ed era proprio questa la cosa che la faceva infuriare.
Aveva rimuginato a lungo sul tutto, ma non riusciva a darsi ancora un risposta a molte delle sue domande.
Un improvviso pensiero balenò nella sua mente: e se Evan non li avesse interrotti?
Espirò rumorosamente e poggiò la testa sulle ginocchia.
Un lampo illumino momentaneamente la torre, rivelando una figura alta e slanciata alle spalle della ragazza. Ma lei non vide nulla, e continuò a crogiolarsi nel proprio silenzio, percorrendo con le proprie dita i vetri appannati."Ti ho trovata finalmente."
Abigail si voltò di scatto, e trattenne a malapena un grido di terrore. Si portò la mano al cuore, e si convinse che il gesto fosse dovuto allo spavento, e non alla persona che le stava di fronte.
Era Blake.
Se ne stava in piedi, con la sua solita postura rigida, a qualche metro da lei. La solita espressione fredda ed imperturbabile ad incorniciargli il viso.
La ragazza lo osservò con diffidenza."Beh? Che fine fa fatto la tua insopportabile parlantina, Collins?" chiese seccato.
Aveva tante volte sognato il momento in cui sarebbe riuscito a farle chiudere il becco, ed ora che accadeva lo stava detestando.La ragazza sospirò e tornò a guardare fuori dalla finestra prima di rispondergli: "Forse non mi interessa parlarti al momento."
Blake scacciò quell'orribile sensazione che gli attanaglio lo stomaco al suono di quelle parole, e si portò una mano al petto con fare teatrale.
"Ma come sei perfida! Se avessi dei sentimenti li avresti feriti sicuramente" esclamò avanzando verso di lei.
"Saltiamo i convenevoli, Collins. Non sono di certo qui perché mi piace la tua compagnia."
"Beh, almeno ci troviamo d'accordo su questo punto" concluse incrociando per la prima volta gli occhi scuri del ragazzo, "Cosa vuoi?"
"Non abbiamo finito di parlare questa mattina. Non mi hai ancora raccontato ciò che è successo quando me ne sono andato dal covo dei vampiri."
"Perché ti importa tanto? Saperlo non ti cambia nulla."
"Cambia parecchio invece, gli accordi non erano questi" sibilò seccato.
"Beh pare che quando si tratta di me e te le cose non seguano mai il protocollo. O sbaglio?" ribatté guardandolo male.
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Abigail e l'ombra del dono
Teen FictionLa natura non compie errori. È meticolosa, cauta, calcolatrice, non lascia nulla al caso. Com'è possibile che abbia commesso un errore nell'infondere il dono della magia? Abigail è l'errore, colei che era stata nascosta. Dopo il suo ennesimo misfat...