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Abigail si svegliò su una superficie dura e fresca, sentendosi rilassata.
Quel benessere, tuttavia, durò poco.
Si ricordò che la sera precedente, in un moto di follia, aveva preso la decisione di dormire per terra.
Brillante decisione.
Era indolenzita ed il dolore alla schiena era indescrivibile.
Si sollevò sugli avambracci e si mise seduta, sbadigliando rumorosamente.
Diede una rapida occhiata alla sveglia sul suo comodino e capì di doversi alzare.
Thomas la stava aspettando per il loro allenamento mattutino. L'idea di rimettersi a dormire, dando buca al licantropo, era alquanto allettante. Tuttavia sapeva che se avesse fatto una cosa simile  lui sarebbe venuto a cercarla e avrebbero litigato, il che avrebbe solamente portato ad un allenamento durissimo. Non sarebbe stata di certo la prima volta.
Quel giorno era stanca, non era in vena di discutere.
Si preparò rapidamente e si incamminò, senza indugiare, verso il luogo stabilito.
L'aria fredda le riempiva i polmoni, rendendo la respirazione quasi dolorosa. Si pentì di non essersi vestita in modo più pesante ma sapeva che, di lì a poco, quella sensazione sarebbe sparita a causa dell'affaticamento.
Prima di uscire aveva preso il disegno della scalinata, avrebbe continuato le sue ricerche dopo le lezioni.
Aveva infatti passato i giorni successivi a quello in biblioteca, alla ricerca di qualcosa che si potesse associare, anche in minima parte, all'accaduto o alla visione, ma non aveva trovato nulla. Non che si aspettasse il contrario, i libri erano migliaia e lei brancolava nel buio.
Poteva trattarsi di un brutto scherzo che la sua mente le stava facendo, forse stava impazzendo!
Tuttavia, guardando quel disegno, sentiva tutt'altro. Provava angoscia e rabbia, ma quando le sembrava di capire a che cosa fossero dovute tali emozioni, tutto si dissolveva. I ricordi le sfuggivano di mano un istante prima che potesse afferrarli. Era terribilmente frustrante.

Abigail si rese conto di aver stretto il foglio tra le mani, stropicciandolo leggermente.
"Cos'è?"
La ragazza sussultò.
"Quante volte ti ho detto di non saltare fuori così all'improvviso?" chiese lei, voltandosi a guardare Thomas, che non aveva staccato gli occhi dal foglio nemmeno per un istante.
"Cos'è?" ribadì lui, con un tono di voce piuttosto strano.
Abigail alzò gli occhi al cielo.
"Un unicorno grasso."
Thomas la guardò male.
"Dico sul serio, cos'è questo posto? Come lo conosci? Ci sei stata? E..."
"Frena frena frena. Non mi piacciono le domande."
"Abigail, dimmi dove hai visto questo posto!" disse lui, con estrema serietà.
La strega sgranò gli occhi; era la prima volta che si rivolgeva a lei in quel modo. Nemmeno durante il loro primo incontro, quando era venuto a portarla via di casa, l'aveva guardata così.
"Tu sai che posto è!"
Quella di Abigail non era una domanda. Il licantropo aveva un filo di preoccupazione nella voce, era sbiancato osservando il disegno.
Thomas aveva riconosciuto il posto.
Ciò poteva essere una svolta, le avrebbe dato conferma dell'effettiva esistenza di quella scalinata. Forse non era uscita di senno.
L'uomo scosse la testa.
"Io...io sono sicuro di esserci stato ma...non ci riesco" spiegò Thom, contraendo la fronte.
"È come..."
"Come tentare di ricordare un sogno" continuò la ragazza, concludendo la sua frase. Lui la guardò con gli occhi sgranati.
"Anche tu...?"
"Si. Non me lo so spiegare a dire il vero. Sono giorni che cerco informazioni su questo posto ma non trovavo nulla, ed iniziavo a pensare seriamente di essere matta."
"Per disegnarla, l'avrai pur vista da qualche parte."
"Ho avuto una visione."
"UNA VIS..."
"Shhh! Ma sei per caso impazzito? Vuoi dirlo più forte? Dall'altra parte del mondo forse non hanno sentito troppo bene."
Il lupo fece un respiro profondo e poi proseguì: "Cosa pensi voglia dire?"
"Non ne ho idea, ma se anche tu hai riconosciuto il posto, significa che esiste."
I due rimasero in silenzio per svariati minuti a guardare il disegno, poi Wright sospirò.
"Senti Abigail, so che non ci conosciamo da molto, e che è assurdo chiederti questo visto che ti ho praticamente strappata dalla tua vita e dalla tua casa ma..."
"Arriva al punto."
Thom fece un respiro profondo, come se gli costasse un certo sforzo dire ciò che doveva.
"Fidati di me."
La ragazza sgranò i suoi grandi occhi discordi.
"Voglio dire; Faccio parte del corpo docenti e posso accedere con facilità a gran parte delle aree qui a Calien quindi credev..."
"Mi fido."
Questa volta fu l'uomo a restare con il fiato sospeso.
"Cosa hai detto?"
"Non ho intenzione di ripeterlo."
Abigail gli passò il foglio con un movimento rapido, per poi iniziare la corsa di riscaldamento.
Thomas l'affiancò in qualche secondo e non nominarono più la scalinata.

Abigail e l'ombra del donoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora