"Maledizione Abigail, svegliati!"
La ragazza si sentiva la testa pesante e la voce che la stava implorando di aprire gli occhi, da almeno una quindicina di minuti, le arrivava ovattata. Un improvviso dolore alla guancia destra le fece aprire gli occhi di scatto.
"Sono morta?" chiese socchiudendo gli occhi, a causa dell'alone di luce che la sovrastava.
"Oh, grazie al cielo"
Due braccia la strinsero con fin troppa forza, strappandola dall'accecante luce del lampadario. Non appena la sua vista tornò nitida, consentendole di guardarsi attorno, capì di trovarsi a casa, stretta tra le braccia di Albert.
Si alzò da terra pulendosi i vestiti sporchi di polvere. Poi si voltò a guardare l'uomo che l'aveva cresciuta.
Albert era invecchiato, ma aveva conservato quel spirito ribelle che lo caratterizzava. I capelli grigiastri gli arrivavano alle spalle. La scrutava con un misto di curiosità e preoccupazione.
"Spiegami."
Fu tutto ciò che disse, con lo sguardo intrecciato a quello della sua bambina.
Abigail aveva sempre avuto un caratteraccio, sin da piccola, ed Albert non era certo da meno. Non sempre andavano d'accordo, spesso non si rivolgevano la parola per intere settimane, ma lui non avrebbe mai permesso che le facessero del male.
Tuttavia, nel momento esatto in cui l'aveva vista precipitare nel salotto, priva di sensi, aveva capito che non avrebbe più potuto proteggerla. Loro stavano arrivando.
Abigail si mise le mani nei capelli per poi sedersi sulla vecchia poltrona rossa.
"Ho perso il controllo. Ho fallito. Non ho saputo gestire il dono..."
"Calmati e spiegami cos'è successo" esclamò Albert, cercando di non far trasparire troppa ansia.
"Credo...credo di aver distrutto un sottopassaggio."
"C'erano umani?"
"Un ragazzo ma credo fosse già uscito quando è successo."
Il vecchio sgranò gli occhi. La faccenda era molto più grave di quanto sospettasse.
"Ascoltami, non abbiamo più tempo. Se hai davvero fatto ciò che dici di aver fatto, loro saranno qui a momenti."
La ragazza trattenne il fiato.
"Non possono portarmi via! Avevano promesso che..."
"Avevano promesso che saresti potuta vivere in pace se fossi rimasta nell'ombra, ma far crollare un maledettissimo sottopassaggio non mi sembra il miglior modo di rispettare i patti!" gridò Albert, in preda alla frustrazione.
"Ora ascoltami" riprese poi in tono più pacato: "Non fidarti di nessuno di loro, chiaro? E soprattutto non rinunciare alle tue idee. Non è tutto o bianco o nero, Abigail. Non lo è mai stato..."
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Abigail e l'ombra del dono
Novela JuvenilLa natura non compie errori. È meticolosa, cauta, calcolatrice, non lascia nulla al caso. Com'è possibile che abbia commesso un errore nell'infondere il dono della magia? Abigail è l'errore, colei che era stata nascosta. Dopo il suo ennesimo misfat...